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Angelo Mangiante: “Tra Nadal e la Roma scelgo Federer” [ESCLUSIVA]-

Durante la terza giornata delle Nitto ATP Finals abbiamo incontrato Angelo Mangiante, giornalista di Sky Sport con un passato da tennista professionista (ha raggiunto un best ranking di n°708 raggiunto nel 1986). Il 57enne romano ci ha raccontato del suo passato tennistico e di quanto sia difficile emergere in questo sport. Di seguito l’intervista integrale. D: Innanzitutto ringraziamo Angelo Mangiante per la disponibilità e per il tempo che ci ha concesso. Forse non tutti lo sanno, ma Angelo è stato anche un tennista professionista. Ci racconta un po’ del suo passato con la racchetta? Angelo Mangiante: “Prima di tutto ci tengo a mia volta a ringraziare affettuosamente Ubaldo, che stimo molto e con il quale da sempre ho un ottimo rapporto. Tornando al mio passato su un campo da tennis, posso dire che questo sport richiede tanto sudore, gavetta e sacrifici: penso sia lo sport più difficile del mondo. Se vuoi fare il tennista devi mettere i sandali e gli abiti del francescano e iniziare a pregare che tutto vada bene. Però è una gavetta che poi serve nella vita: l’inferno del tennis, per me, è qualcosa di duro. Io al massimo sono stato n°700 ATP, il che significa aver giocato tornei satelliti, Challenger ed essersi affacciati alle qualificazioni dei tornei ATP. Allo stesso tempo vuol dire non aver fatto il salto di qualità negli hotel e nei tornei a 5 stelle. Mi sono fermato lì ma ho capito tante cose, anche perché il tennis giocato mi è servito per poter svolgere il lavoro che faccio oggi, ossia il maestro federale. Rifarei tutto: quello del tennista è un mestiere difficilissimo, però ti insegna davvero tanto”. D: Dopo quanto tempo ha capito che non era la sua strada e ha deciso di virare su qualcos’altro? Angelo Mangiante: “Ho sempre cercato di essere sincero e onesto con me stesso. A 21 o 22 anni ho capito che al massimo avrei potuto arrivare al n°300/400 del mondo. Magari avrei potuto giocare altri 2/3 anni, ma non volevo perdere troppo tempo. Nel momento in cui mi sono accorto che non sarei riuscito ad entrare nei primi 100 ho pensato che sarebbe stato meglio fare altro. Vedo tante persone – e le rispetto – che continuano a giocare fino a 30/35 anni pur con una classifica bassa, poi magari si riciclano come doppisti. Qui a Torino ad esempio ho visto Granollers e Zeballos, che a quasi 40 anni sono comunque riusciti ad essere ormai grandi giocatori e più che milionari. Io però ad un certo momento ho preferito intraprendere un altro percorso”. D: Qual è la partita che le sta più a cuore? Angelo Mangiante: “Ho giocato le qualificazioni a Bologna a livello ATP: era un torneo abbastanza grande, tanto che un anno ci fu anche ‘Guga’ Kuerten. Io durante le qualificazioni giocai contro Goran Prpić (best ranking di n°16, raggiunto nel 1991, ndr), che giocava anche al fianco di Goran Ivanisevic in Coppa Davis. Lui mi batté in due set e ricordo che fu per me una partita in totale apnea. Ero sul centrale, giocavamo entrambi da fondo ma lui aveva più talento di me. Immaginate di andare sott’acqua per un’ora e mezza e avrete idea della mia partita! In ogni caso, nonostante la sconfitta, giocare contro tennisti del genere è un’esperienza unica. Affrontai anche diversi italiani, prendevo sempre gli allievi di Piatti: Furlan, Caratti, Mordegan, si sono tutti fatti le ossa con me!” D: Qual è il suo tennista preferito? Angelo Mangiante: “Rafa Nadal, per i principi e i valori”. D: Tra Nadal e la Roma, se dovesse sceglierne uno solo, per chi opterebbe? Angelo Mangiante: “Sono diplomatico, scelgo Federer! Roger gioca come tutti avremmo voluto giocare, ma nessuno si è mai spinto così in là”. D: Quanto c’è dell’Angelo Mangiante tennista nel rapporto con suo figlio, che gioca a livello professionistico ed è una promessa del tennis italiano? Quanta della sua esperienza mette a disposizione di suo figlio? Angelo Mangiante: “Io ho deciso di fare un passo indietro. Ho percepito sempre questa presenza forte dei genitori, che a me dava spesso fastidio. I miei genitori non sapevano neanche le regole del tennis, non mi hanno mai seguito. Io ho giocato perché era una cosa che volevo io. Ho sempre preferito che fosse mio figlio a scegliere la sua strada. Poi se mi chiederà un consiglio glielo darò volentieri, ma fin dall’inizio lui ha il suo maestro ed è giusto che il percorso tecnico lo porti avanti con lui”. D: Invece quanto c’è dell’Angelo Mangiante tennista nell’Angelo Mangiante giornalista? Angelo Mangiante: “Ho sempre cercato di rispettare il numero 200/300/400 del mondo. Mi ha sempre dato un po’ fastidio il commentatore televisivo che vede il n°300 del mondo e dice che è scarso, uno sfigato. Non ci si rende conto che per arrivare ad essere n°300 ATP devi essere un fenomeno. Significa dedicarti 8 ore al giorno agli allenamenti ed arrivare fino a lì, ma al prezzo di sacrifici enormi. Io dentro di me conservo il rispetto verso uno sportivo perché dietro ci sono tanti sacrifici. Il tennis mi ha sempre insegnato ad essere prudente nei giudizi, rispettando lo sforzo di ognuno”. ...

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