You are here

Australian Open: le chance di Sinner crescono mentre cade Medvedev fra i favoriti della vigilia. Ecco Korda, uno dei probabili… venti top-ten-

Nel giorno in cui Jannik Sinner effettua la sua prima rimonta in un match avviato con l’handicap di due set, e certo la strada è lunga per eguagliare le 11 analoghe rimonte di Andy Braveheart Murray, ma anche le 10 di Boris Becker e le 9 di Vitas Gerulaitis, Todd Martin, Roger Federer e Fabio Fognini, è saltata la terza delle prime otto teste di serie, Daniil Medvedev. Il russo finalista negli ultimi due anni a Melbourne, sconfitto nel 2021 da Djokovic e nel 2022 da Nadal nel modo rocambolesco che sappiamo, ha perso da Sebastian Korda. E fin lì ci sta. Però ha perso in soli tre set, 76 63 76, sebbene due al tiebreak. Ma è sempre stato indietro nel punteggio e uno come lui non dovrebbe perdere 5 volte il servizio in 3 set. Come ho detto anche nel video a commento della sua partita lui, sebbene fosse soltanto testa di serie n.7, una volta uscito di scena Nadal e con Djokovic zoppicante, poteva essere considerato uno dei grandi favoriti del torneo. Ma Daniil invece ha continuato a mostrarsi incerto come in tutto i 2022, quasi che non si fosse mai ripreso psicologicamente da quella sconfitta patita nella finale con Nadal, quando sembrava avesse la partita in pugno e un secondo Slam in bacheca dopo quello vinto nel settembre 2021 a New York, allorché seppe impedire a Djokovic la conquista del Grande Slam. Mentre fa effetto pensare che Jannik Sinner, un anno più giovane rispetto a Korda, di ottavi di finale in appena 13 Slam ne ha già raggiunti 8 come soltanto a Djokovic era riuscito alla sua stessa età (su Nadal è una questione di mesi se non erro), ora  vedremo se Korda, al suo primo ottavo di finale, saprà superare anche la cosiddetta la prova del nove. Saprà cioè battere anche Hurkacz che con il suo tennis poco entusiasmante è però 20 posti in classifica più in alto rispetto a lui – il polacco è n.11 (e salirà almeno a 10) contro il n.31 di Korda – e ha battuto al quinto set anche il solito “scialacquatore” Shapovalov riservandogli lo stesso trattamento inflitto a Lorenzo Sonego. Il canadese ha avuto 4 pallebreak per riportarsi sul 5 pari nel quinto ma non ha saputo sfruttarle contro il polacco, mostro di concretezza. Fra le prime 16 teste di serie sono saltati anche Norrie (battuto da quel ceco, Lehecka, che mi aveva ben impressionato a Milano nelle finali NextGen fino a che non aveva affrontato due volte Nakashima) e Tiafoe che ha avuto nel tiebreak del quarto set ben 6 setpoint (di cui cinque consecutivi sul 6-1!) per andare al quinto: lo ha perso per 11-9 perché ne ha avuto uno anche sull’8-7. A Korda da tempo tanti predicono un grande futuro, tutti lo vedono top-ten. Di certo ha talento, anche se non come suo padre. Il punto è che a sentire certe previsioni, che riguardano a volte anche i nostri tre migliori giocatori Sinner, Berrettini e Musetti, sembrerebbe quasi che i posti fra i top-ten fossero, anziché dieci, quindici o venti! Intanto per quanto riguarda Sinner va registrato un fatto significativo: con almeno altri 10 anni di carriera davanti – non dico 15 come Nadal e Djokovic oppure ancor più come Federer – Jannik è già a un tiro di schioppo, quanti a ottavi di finale raggiunti, di Merlo e Berrettini arrivati a quota 9, mentre ha già eguagliato gli 8 di Panatta e Fognini. Soltanto Nicola Pietrangeli, 16 ottavi, è lontano, seppure non irraggiungibile se Jannik va a questo ritmo. Il ragazzo, infatti, va di fretta.  Questo di Melbourne per Sinner è il sesto di fila. Ma attenzione Sinner ha già giocato 4 quarti di finale in 12 Slam a 21 anni.   Fognini a 35 uno solo, a Parigi nel 2011, anzi nemmeno quello perché si  ritirò contro Djokovic dopo aver finito con i crampi e con uno stiramento un match pazzesco contro lo spagnolo Montanes cui annullò 5 matchpoint. Ora ci si chiede: Sinner può rovesciare un pronostico che vede Tsitsipas, fin qui con la casella di set persi immacolata anche se a Griekspoor ha annullato un setpoint nel secondo set vinto al tiebreak (6-2,7-6,6-3)? Il greco, che ha un record di 4 vittorie su 5 duelli con Jannik, ha detto: “Ho molte opzioni di gioco… per battere chiunque”. Ed è vero, però mentre Jannik ha avuto un match almeno molto duro, lui invece ha vinto sempre troppo facile e potrebbe non essere un vantaggio. Le palle sono molto pesanti, a volte un po’ sgonfie, non prendono facilmente il lift e questo potrebbe rivelarsi un handicap per il greco che a differenza di Jannik che colpisce molto piatto di rovescio si affida parecchio al topspin. Diversi tennisti con i quali ho parlato mi hanno detto che i colpi di Sinner sono davvero molto pesanti, perfino più pesanti di quelli assai ficcanti di Djokovic.  Con queste palle e questi campi potrebbe essere un fattore importante. Intanto il fatto che Sinner riesca a giocare senza problemi fisici per 5 set – come gli è successo sia a New York con Alcaraz sia stanotte – è anch’esso un aspetto importante.  Con la intervista di Vanni Gibertini a Simone Vagnozzi ci sono risposte significative a questo riguardo. Contro Tsitsipas certo dovrà crescere nelle percentuali di primi servizi, il 59% non basterebbe, anche se aver servito a una media del 175 km orari la seconda è testimone di un sicuro progresso. Lo scorso anno l’ateniese seppe approfittare di secondi servizi molto più modesti, anticipando con grande aggressività ogni risposta. Ne venne fuori un 6-4, 6-2,6-3 senza molta storia. E stanotte – intorno alle 3 del mattino – tocca a Camila Giorgi cercare di rovesciare il pronostico contro la svizzera Bencic che lei batté a s’Hertogenbosch. L’Australian Open è il solo torneo nel quale lei non è mai riuscita a qualificarsi per gli ottavi, in cinque tentativi al terzo turno. Non ha mai vinto un match sulla Rod Laver Arena. Anche in questo caso le palle, con il suo tennis che non conta su troppe rotazioni, sembrano poter favorire un suo possibile exploit. Ha battuto 16 top-ten in carriera e la Bencic che è n.10 potrebbe essere la vittima n.17. Incrociamo le dita. Anche nel tennis femminile le sorprese non sono mancate. La più clamorosa è la sconfitta di Maria Sakkari, testa di serie n.6, battuta dalla cinese Lin Zhu in tre set. Manco a dirlo la Sakkari è una delle protagoniste della serie “maledetta” di Netflix, come Kyrgios, Tomljanovic e Badosa che non sono scesi neppure in campo, e come altre vittime premature,  Berrettini, Fritz, Ruud, Kokkinakis, Jabeur e Stephens. Felix Auger-Aliassime è lì che prega e fa gli scongiuri. È rimasto solo lui in gara a Melbourne. E se batte Lehecka aspetta Tsitsipas o Sinner. ...

Related posts

Leave a Comment

shares

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi