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Sinner ha tutto per compiere l’ultimo salto di qualità (Bertolucci). Rosso fiammante. Sinner perfetto, settima sinfonia: “Belle sensazioni” (Crivelli). Sinner trionfa a Montpellier e raggiunge Berrettini (7). Sinner vince anche un tabù (Giammò). Sinner sette bellezze con dedica a nonno Josef (Piccardi)-

Sinner ha tutto per compiere l’ultimo salto di qualità (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport) […] A Montpellier, Jannik ha confermato di trovarsi particolarmente bene sul veloce indoor, e di saper cogliere le occasioni quando si ritrova nella ristretta platea dei favoriti di un appuntamento, segno che non soffre la pressione. La partita contro Cressy, più che dal valore intrinseco dell’avversario, poteva risultare complicata dal tipo di gioco che l’americano proponeva: non esiste più nessuno, come lui, che attacchi su ogni palla, che utilizzi il serveevolley dopo ogni battuta, e che quindi non ti permetta mai di prendere il ritmo per andare in progressione. Jannik è partito dall’elevato rendimento del proprio servizio per evitare pericolose palle break da fronteggiare e poi, grazie alla ritrovata mobilità, alla risposta e alla lucidità sui punti caldi, è diventato padrone, avanzando con decisione verso la riga di fondo. La domanda a questo punto sorge spontanea: cosa manca a Jannik per passare da giocatore implacabile nei tornei dl livello inferiore a macchina da guerra anche nei 1000 e negli Slam? In Francia, abbiamo ammirato un giocatore davvero vicino alla completezza: gestione perfetta dei propri turni di servizio, capacità di lettura nella risposta, uso oculato della palla corta, mentre le caratteristiche del rivale lo hanno obbligato a frequentare pochissimo la rete. Il lavoro di coach Vagnozzl, iniziato un anno fa e poi corroborato dall’arrivo di Cahill, sta giungendo a maturazione e senza i guai fisici di un anno fa garantirà un’evoluzione solida verso il top. Ora si tratta soltanto di fare qualcosa in più in tutto quello che ha appreso e metabolizzato: servizio ancor più incisivo, continuità nei game di risposta, scelte sapienti quando si tratterà di variare il ritmo con la palla corta, soluzioni al volo quando la cornice tattica lo richiederà, senza tuttavia farne un mantra esagerato. […] Rosso fiammante. Sinner perfetto, settima sinfonia: “Belle sensazioni” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport) Magnifico, il sette. Giusto un anno fa, Sinner intraprese una clamorosa rivoluzione tecnica separandosi da Piatti per affidarsi a Vagnozzi, e non poteva festeggiare meglio un compleanno così particolare: trionfo a Montpellier senza perdere neppure un set – primo giocatore in stagione a riuscirci – e feeling confermato con il veloce indoor, con quattro finali su quattro vinte in carriera sulla superficie. È la settima perla di Jannik, che affianca Berrettini al terzo posto tra gli italiani plurivittoriosi nell’Era Open, e una ripartenza imperiosa dopo la sconfitta negli ottavi degli Australian Open contro Tsitsipas. […] Intanto, la classifica torna ad assumere colori pastosi, con il miglioramento di tre posizioni da 17 a 14; e poi ci sono i 33 punti su 37 ottenuti con la prima, fondamentali in una partita contro un grande battitore come Cressy che richiede concentrazione massima nei propri turni di servizio per non concedere occasioni di break; o ancora il progresso nei movimenti, la crescita del servizio lungolínea, l’uso sapiente della palla corta. Oltre, ovviamente, alla solita freddezza nei momenti decisivi, come il tie break del primo set. Si trattava di una sfida piuttosto complessa da interpretare, perché l’americano nato in Francia è un attaccante seriale e dunque non ti dà mai ritmo e mette sotto pressione la tua risposta, ma Jan l’ha letta magistralmente: «È una bella sensazione tornare a vincere un torneo, ho espresso un ottimo tennis per tutta la settimana e il risultato è sicuramente frutto di un lavoro intenso e che mi sta dando grande soddisfazione. È passato un anno dalla scelta di cambiare allenatore, stiamo raccogliendo i frutti e sono contento». Al team si è aggiunto il nuovo fisioterapista Giacomo Naldi, che ha lavorato per 6 anni con la Virtus Bologna di basket e lo aveva seguito nel recupero dall’infortunio all’anca di Sofia di fine ottobre, ed è stata evidentemente un’occhiata di Vagnozzi e Cahill dall’angolo a fargli mutare atteggiamento dopo il primo set, quando finalmente ha fatto un passo avanti verso la riga di fondo senza attendere dai teloni la battuta di Cressy: «A essere onesti – analizza l’azzurro — la prima chiave era di concedergli pochissime opportunità con il mio servizio. Il secondo set è stato un po’ diverso, ho avuto un paio di buone occasioni nel suoi turni di battuta e sono riuscito a sfruttarle, poi alla fine della partita ho servito molto bene. Potrei ritrovare Tsitsipas a Rotterdam? Certo, un’occhiata al tabellone l’ho data, ma prima dovrò vincere contro Bonzi e non sarà facile». Gli obiettivi La visione di Sinner, tuttavia, è giustamente ad ampio raggio, in una stagione che secondo gli analisti di Espn, in una previsione rilasciata dopo gli Australian Open, lo vedrà tornare saldamente in top ten se la salute non gli riserverà troppi tormenti. […] A Montpellier si è visto un giocatore atleticamente frizzante: «Siamo molto contenti di questo aspetto — conferma íl coach marchigiano — , su cui abbiamo lavorato tantissimo. Prima Jannik arrivava in fondo agli scambi lunghi in debito di ossigeno e solo la sua grande forza mentale gli permetteva di chiudere il punto. Ora arriva più fresco e quindi più lucido e fa la scelta migliore». Sette è il numero della rivoluzione. Sinner trionfa a Montpellier e raggiunge Berrettini (7). Sinner vince anche un tabù (Ronald Giammò, Corriere dello Sport) Bravo, Jannik. Un anno fa, di questi tempi, era alle prese con un cambio di coach, e poi ci si mise anche il Covid a ingarbugliare i progetti per una stagione rivelatasi poi all’insegna dell’inseguimento: della forma, dell’integrità fisica, di un titolo che stentava ad arrivare. «Oggi possiamo festeggiare insieme», ha giustamente sottolineato ieri rivolgendosi al suo team al termine della vittoria in finale a Montpellier contro l’americano Maxime Cressy. Perché quello appena vinto, il suo settimo titolo in carriera in otto finali giocate (un record così, a 21 anni, non lo aveva neanche Novak Djokovic) riscatta le delusioni e le incertezze degli ultimi mesi, rilanciandolo per quello che già si annuncia came uno swing in cui andare a caccia di ulteriori conferme e risultati. A partire da Rotterdam, torneo che prenderà il via oggi e che riserverà al secondo turno – domani – la rivincita contro quel Stefano Titsipas che in Australia poche settimane fa lo eliminò agli ottavi in cinque set. […] Per l’americano l’appuntamento con il secondo titolo in carriera è rinviato: troppo vulnerabile e scontata si è rivelata la sua strategia di fronte a un Sinner dimostratosi ieri tanto affilato sul suo servizio – quasi il 90% di resa con la prima di servizio e il 70% con la seconda – quanto paziente su quello altrui. Superato lo spavento di tre palle break concesse in avvio di primo set e annullate con altrettante prime, l’altoatesino non ha perso lucidità nel continuare a cercare risposte in grado di inceppare il copione studiato dall’americano. Giunti al tie-break Jannik si è confermato ancora un volta giocatore in grado di alzare l’asticella del proprio gioco nei momenti cruciali del match. E forte del vantaggio acquisito, anche nel secondo parziale l’azzurro ha continuato a seguire la scia lasciata dal suo rivale azzannandolo nel momento opportuni per poi chiudere i giochi nel game successivo. «La prima chiave è stata tenere il servizio – ha ammesso Sinner – Poi nel tie break ho cercato di approfittare di qualche suo errore». Con questo successo, Sinner raggiunge Matteo Berrettini a quota sette titoli vinti in carriera, terzo miglior italiano di sempre alle spalle di Fabio Fognini (9) e Adriano Panatta (10). […] Sinner sette bellezze con dedica a nonno Josef (Gaia Piccardi, Corriere della Sera) […] Jannik Sinner fa un altro passo verso la maturità annettendosi il settimo torneo su otto finali giocate (l’ottava è il Master 1000 di Miami, sfuggito al barone rosso nell’aprile 2021, pare una vita fa). A 21 anni, c’è chi ha fatto peggio. A Montpellier, sull’amato veloce indoor, reduce dagli ottavi a Melbourne e dal funerale di nonno Josef (un bacio verso il cielo dopo ogni vittoria in Francia per ricordarlo), Jannik non deve fare gli straordinari. Bye al primo turno, ritiro di Fucsovics (appena battuto in Australia) senza giocare, il derby nei quarti con Lorenzo Sonego, poi lo squarcio di futuro che aspetta Sinner: all’enfant du pays Arthur Fils, classe 2004, in campo con la sfrontatezza di chi non ha niente da perdere, annulla due set point. In finale, al posto della testa di serie numero uno, il danese Holger Rune, c’è il pivot Maxime Cressy, natali a Parigi ma passaporto americano, profeta del serve and volley che tiene fino al tie break del primo set (7-3 Sinner) e cede, più arrendevole, nel secondo (6-3). Spezzare il digiuno che durava dal luglio dell’anno scorso (Atp 250 di Umago, successo su Carlos Alcaraz che finalmente torna a Buenos Aires) significa staccare Paolo Bertolucci e agganciare Matteo Berrettini a quota 7 titoli in carriera. Nell’era Open gli sono davanti solo Fognini (9) e Panatta (10). E adesso l’asticella si alza: all’Atp 500 di Rotterdam, da domani, se batte il francese Bonzi al primo turno Jannik potrebbe ritrovare Tsitsipas, con cui è rimasto in campo quattro ore all’Australian Open. […] ...

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