Wimbledon, Medvedev: “Non sento più dolore alla spalla. Erba? Mi sento a mio agio”
Daniil Medvedev è stato protagonista di un’eccellente prestazione al primo turno di Wimbledon, forse la migliore tra quelle dei principali candidati alla vittoria finale. 6-3 6-4 6-2 il punteggio che gli ha permesso di sconfiggere Aleksandar Kovacevic e di staccare un pass per il secondo turno del terzo Major stagionale. Intervistato in conferenza stampa, l’ex numero 1 del mondo ha rassicurato tutti sul suo stato di forma e ha dichiarato di trovarsi piuttosto a suo agio sull’erba. D. Il tuo stile di gioco sembra essere perfetto per l’erba: hai una buona relazione con questo tipo di campi? Daniil Medvedev: “Credo di sentirmi più a mio agio su questa superficie perché penso che il mio massimo livello su erba sia più alto rispetto a quello che riesco ad esprimere su terra battuta. Ovviamente il cemento resta la superficie sulla quale so di poter vincere contro tutti e in qualsiasi circostanza, ma l’anno scorso ho giocato molto bene a Wimbledon, nonostante in semifinale contro Alcaraz abbia perso agevolmente e avrei potuto esprimermi molto meglio. Prima dell’anno scorso non mi ero mai spinto oltre gli ottavi di finale, ma non mi ero sentito poco a mio agio in campo: semplicemente su erba a volta ti capita di affrontare Hurkacz [Hurkacz ha sconfitto Medvedev nel 2021 a Wimbledon, n.d.r.] o altri ragazzi che servono molto bene e le cose possono diventare molto complesse”. D. Preferisci l’erba all’inizio del torneo o alla fine? Quali condizioni senti migliori per il tuo gioco? Daniil Medvedev: “Domanda molto difficile onestamente. Di sicuro alla fine del torneo la superficie diventa più consumata e i rimbalzi a fondocampo possono risultare più irregolari, ma allo stesso tempo quando arrivi in fondo hai più fiducia in te stesso rispetto magari all’inizio del torneo, quindi giochi meglio. Ho giocato solo una volta in semifinale qui, anche questo rende per me difficile rispondere con certezza a questa domanda. Stranamente ritengo che il Campo 1 e il Campo Centrale siano molto diversi: sul Centrale le condizioni sono più lente e la palla rimbalza più alta, o forse è solamente una mia impressione. L’anno scorso non è stato facile per me abituarmi a questo cambio in semifinale. Quest’anno tuttavia ho provato entrambi i campi prima del torneo, quindi spero di potermi fare trovare pronto qualsiasi assegnazione io riceva nell’ordine di gioco”. D. Senti ancora dolore alla spalla? Come va al servizio? Daniil Medvedev: “Onestamente adesso riesco ad allenare il servizio senza problemi, già al Roland Garros mi ero sentito bene da quel punto di vista. Mi aspettavo che su erba sarei stato in grado di migliorare ancora le mie percentuali e finora ci sto riuscendo. Al primo turno è andato tutto bene, anche se potrei essere ancora un po’ più preciso ed efficace. Cercherò di avvicinarmi sempre di più alla perfezione e spero di continuare a migliorare nel corso del torneo. Non sento dolore alla spalla e questa è la cosa che per me conta di più”. D. Che ne pensi del servizio dal basso? Daniil Medvedev: “Non ho nulla contro il servizio dal basso. L’unica cosa che mi infastidisce un po’ è quando l’avversario fa rimbalzare la palla cinque volte per tutto l’incontro, poi per coglierti di sorpresa fa il servizio dal basso, tagliando completamente il suo rituale. Non so se sarebbe più sportivo mantenere il rituale a cui hai abituato il tuo avversario per tutto il match e poi fare ciò che vuoi con il tuo servizio. Comunque anch’io l’ho utilizzato qualche volta: credo che sia una tattica non scorretta di per sé, ma a mio modo di vedere ha forti limiti, non a caso nessuno la utilizza spesso. Puoi sorprendere qualcuno una o due volte, ma alla terza diventerà difficile. Personalmente preferisco servire normalmente e provare a fare ace”. D. Ti è mai capitato, in momenti negativi, di vedere alcuni video di te stesso per ricordarti di come ci si sente ai massimi livelli? Daniil Medvedev: “In generale non mantengo sempre le stesse routine: ho vinto lo US Open e ho voluto subito vedere gli highlights per ricordarmi dei bei colpi che avevo messo a segno, altre volte ho vinto un torneo importante ma non ho fatto la stessa cosa. In generale, e anche sull’erba, tendo di più a focalizzarmi su me stesso in quel momento e di non rivedere cosa ho fatto in passato. Mi è capitato quest’anno a Roma dove difendevo il titolo: volevo ricordami di cosa avevo fatto di tanto buono un anno fa. Mi ha aiutato? Non lo so, il risultato non è stato lo stesso“. ...