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A Serena il derby delle mamme; Aliassime demolisce Tsitsipas (Cocchi). «Torino può farcela» (Guerrini). Viaggio intorno al mondo di Roger (Crivelli)

A Serena il derby delle mamme; Aliassime demolisce Tsitsipas (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport) Il derby delle mamme, l’incontro tra due ex numero uno che dopo la maternità hanno lottato e stanno lottando per riprendere il loro posto ad altissimo livello. Non poteva esserci match più rappresentativo per l’8 marzo di Indian Wells di quello tra Serena Williams e Vika Azareka, vinto in due set dalla regina di 23 Slam. Una partita combattuta tra due «sorelle» di maternità. La bielorussa ha dovuto combattere oltre un anno per la custodia del figlio Leo in una lunga causa contro l’ex compagno. Tornei saltati e classifica crollata per Vika che adesso è numero 48 del mondo. «È stata dura, ho dovuto lottare per ogni punto — ha raccontato la Williams —, è stata una bella battaglia». Vika e Serena si stimano: «Ha meritato di vincere — ha detto la bielorussa —. Anche se Serena è la più forte rivale che abbia mai dovuto affrontare nella mia carriera, è sicuramente la persona con cui preferisco giocare, è una sfida che mi dà sempre incredibili motivazioni». Dall’ultima volta in cui si erano incontrate, la finale di Indian Wells vinta da Vika, le loro vite sono cambiate. Sono diventate madri: «Entrambe sappiamo quanto è difficile ripartire quasi da zero e lottare per tornare ai livelli di un tempo», ha aggiunto Serena. L’abbraccio affettuoso e sincero che si sono scambiate a fine partita sapeva di stima, rispetto, complicità: «È stata una coincidenza fantastica che un incontro come il nostro si sia svolto proprio nella Giornata Internazionale della donna». Il torneo per Serena continua ora con un terzo turno contro un’altra ex numero uno: Garbine Muguruza. Un ostacolo impegnativo sulla via del primo titolo per lei che aspetta ancora di sollevare un trofeo da quando ha dato alla luce la piccola Alexis Olympia, a settembre 2017. Sul fronte del doppio maschile la coppia formata da Fabio Fognini e Novak Djokovic ha superato con successo per 7-6(5), 6-1 il duo composto da Milos Raonic e Jeremy Chardy. Fognini oggi inizia il percorso in singolare partendo dal secondo turno contro Radu Albot, numero 53 del mondo. Intanto ieri un altro exploit del canadese del 2000 Felix Auger Aliassime che ha eliminato al secondo turno il fresco numero 10 al mondo Stefanos Tsitsipas. Fuori anche Alex De Minaur, finalista insieme al greco delle Next Gen Atp Finals di Milano a novembre scorso, battuto da Giron. Marco Cecchinato sciupa molte occasioni e saluta. L’azzurro, testa di serie numero 15 del torneo cede allo spagnolo Albert Ramos dopo aver giocato alla pari per buona parte del 1° set, quando al settimo gioco spreca tutto da 0-40 e va in tilt venendo poi brekkato. Perso il set 6-4, l’azzurro si innervosisce perdendo rapidamente 6-2 il secondo set. «Torino può farcela» (Piero Guerrini, Tuttosport) È stata una bella giornata per il sindaco di Torino, Chiara Appendino, cominciata illustrando ai torinesi attraverso un messaggio video di cinque minuti via social su Facebook la corsa riaperta e anche in buona posizione per le finali Atp della sua città. Trovato l’appoggio politico, Appendino può ora programmare i successivi passi per le finali Atp dal 2021 al 2025. Il sindaco ha spiegato l’importanza di questa candidatura: «Può portare 250.000 spettatori in una settimana e più visitatori, ma soprattutto è una candidatura pluriennale, non si tratterebbe di una sola stagione». Non è il momento di cantare vittoria, ma di gonfiare il petto per il primo risultato ottenuto sì: «All’inizio le candidature erano 40, dunque è un evento che interessa tutto il mondo. Entrare tra le cinque finaliste non è stato facile, decisiva è stata la credibilità di Torino, voi cittadini siete i primi a conoscere le qualità della nostra città e su quelle abbiamo puntato, l’accoglienza, la bellezza, la cultura, le strutture. Poi il secondo passo è stato più difficile, perché non dipendeva più soltanto dalla città, ma dal reperimento di risorse, l’appoggio del governo, in precedenza dell’imprenditoria. E’ dura, affrontiamo città forti, ma è ancora lunga e continueremo a fare la nostra parte. Eravamo già contenti di essere entrati nella shortlist e c’è ancora molto da lottare ma questa città si giocherà le sue carte fino in fondo». Pare che l’Atp tour si voglia prendere qualche giorno in più, intorno a fine mese. E questo consentirà a Torino di fornire tutti i chiarimenti necessari. E dimostra che Atp Tour considera Torino sede molto interessante per la posizione, la struttura ospitante, le strutture vicine e la possibilità di creare una cittadella dell’evento. «E’ un evento che garantirebbe alla città di posizionarsi a livello internazionale – ha continuato Appendino – avere visibilità e fare investimenti pluriennali sul tennis e su tutta la filiera di tennis e sport». [segue] Viaggio intorno al mondo di Roger (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport) Fosse nato 400 chilometri più giù… Ai tifosi italiani di Federer, e sono centinaia di migliaia, il pensiero che la più preziosa divinità mai apparsa nel tennis avrebbe potuto farci la grazia di spostare la culla dalle nostre parti e regalarci così il campione più emozionante della storia della racchetta, ha popolato tutti i giorni e le notti in cui Roger ha illustrato il suo talento. Così, bisogna consolarsi con lo speciale feeling che il fenomeno svizzero ha sempre coltivato con l’Italia. Un legame nato fin da bambino, quando i genitori lo portavano in vacanza sulle Alpi in inverno e d’estate e anche per il ricordo dei tornei juniores che disputò a Firenze e Prato (dove vinse) e perché lo vincolano sentimentalmente le splendide memorie di due vittorie che lo hanno messo sulla mappa del tennis che conta, indicandone ante litteram le qualità da futuro dominatore. La prima matura nella primavera del 1999. L’Italia, finalista nell’edizione precedente, affronta la Svizzera in trasferta a Neuchatel nel primo turno di Coppa Davis. Non possiamo schierare Gaudenzi, che ha lasciato una spalla sul campo proprio durante lo sfortunato epilogo di qualche mese prima e, alla vigilia, perdiamo per infortunio anche Diego Nargiso. I titolari in singolare, perciò, saranno Pozzi e Sanguinetti. Sulla superficie indoor veloce scelta dai padroni di casa, dati per persi i due punti contro l’ex n. 9 Marc Rosset, l’obiettivo degli azzurri è cogliere i due punti contro quel giovane n. 123 al mondo e che certo non potrà reggere la tensione e le pressioni di un esordio così impegnativo. Altro che pressione… Il sorteggio mette di fronte Federer contro Sanguinetti nel secondo match, che si apre come da pronostico con i padroni di casa in vantaggio per uno a zero. E chi pensava che il ragazzino si sciogliesse di fronte al peso di un incontro del genere, deve ricredersi. Roger vince il primo set, perde il secondo e, senza tremare, finisce per chiudere la disfida al quarto. Il capitano dell’Italia Paolo Bertolucci commenterà così il pessimo venerdì: «Sapevamo che aveva le doti per esplodere da un momento all’altro, ma sinceramente avrei preferito che lo avesse fatto da lunedì prossimo». Due anni dopo, siamo in febbraio, Federer è già il numero 27 del mondo e al torneo di Milano approda all’atto decisivo contro Boutter. Giudicata con gli occhi di 18 anni dopo e delle meraviglie che in questo lungo intervallo di trionfi Roger ha regalato, sembra fuori da ogni logica la considerazione che prima e durante quella finale i favori di gran parte dei giornalisti e di tutto il pubblico del Forum andassero al francese. In ogni caso, vince Roger in tre set e in fondo è stimolante per l’orgoglio di noi italiani poter vantare che la straordinaria corsa del più grande di tutti i tempi sia cominciata proprio nel nostro paese fino ad arrivare a quota 100 tornei vinti. [segue] ...

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A Serena il derby delle mamme; Aliassime demolisce Tsitsipas (Cocchi). «Torino può farcela» (Guerrini). Viaggio intorno al mondo di Roger (Crivelli)

A Serena il derby delle mamme; Aliassime demolisce Tsitsipas (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport) Il derby delle mamme, l’incontro tra due ex numero uno che dopo la maternità hanno lottato e stanno lottando per riprendere il loro posto ad altissimo livello. Non poteva esserci match più rappresentativo per l’8 marzo di Indian Wells di quello tra Serena Williams e Vika Azareka, vinto in due set dalla regina di 23 Slam. Una partita combattuta tra due «sorelle» di maternità. La bielorussa ha dovuto combattere oltre un anno per la custodia del figlio Leo in una lunga causa contro l’ex compagno. Tornei saltati e classifica crollata per Vika che adesso è numero 48 del mondo. «È stata dura, ho dovuto lottare per ogni punto — ha raccontato la Williams —, è stata una bella battaglia». Vika e Serena si stimano: «Ha meritato di vincere — ha detto la bielorussa —. Anche se Serena è la più forte rivale che abbia mai dovuto affrontare nella mia carriera, è sicuramente la persona con cui preferisco giocare, è una sfida che mi dà sempre incredibili motivazioni». Dall’ultima volta in cui si erano incontrate, la finale di Indian Wells vinta da Vika, le loro vite sono cambiate. Sono diventate madri: «Entrambe sappiamo quanto è difficile ripartire quasi da zero e lottare per tornare ai livelli di un tempo», ha aggiunto Serena. L’abbraccio affettuoso e sincero che si sono scambiate a fine partita sapeva di stima, rispetto, complicità: «È stata una coincidenza fantastica che un incontro come il nostro si sia svolto proprio nella Giornata Internazionale della donna». Il torneo per Serena continua ora con un terzo turno contro un’altra ex numero uno: Garbine Muguruza. Un ostacolo impegnativo sulla via del primo titolo per lei che aspetta ancora di sollevare un trofeo da quando ha dato alla luce la piccola Alexis Olympia, a settembre 2017. Sul fronte del doppio maschile la coppia formata da Fabio Fognini e Novak Djokovic ha superato con successo per 7-6(5), 6-1 il duo composto da Milos Raonic e Jeremy Chardy. Fognini oggi inizia il percorso in singolare partendo dal secondo turno contro Radu Albot, numero 53 del mondo. Intanto ieri un altro exploit del canadese del 2000 Felix Auger Aliassime che ha eliminato al secondo turno il fresco numero 10 al mondo Stefanos Tsitsipas. Fuori anche Alex De Minaur, finalista insieme al greco delle Next Gen Atp Finals di Milano a novembre scorso, battuto da Giron. Marco Cecchinato sciupa molte occasioni e saluta. L’azzurro, testa di serie numero 15 del torneo cede allo spagnolo Albert Ramos dopo aver giocato alla pari per buona parte del 1° set, quando al settimo gioco spreca tutto da 0-40 e va in tilt venendo poi brekkato. Perso il set 6-4, l’azzurro si innervosisce perdendo rapidamente 6-2 il secondo set. «Torino può farcela» (Piero Guerrini, Tuttosport) È stata una bella giornata per il sindaco di Torino, Chiara Appendino, cominciata illustrando ai torinesi attraverso un messaggio video di cinque minuti via social su Facebook la corsa riaperta e anche in buona posizione per le finali Atp della sua città. Trovato l’appoggio politico, Appendino può ora programmare i successivi passi per le finali Atp dal 2021 al 2025. Il sindaco ha spiegato l’importanza di questa candidatura: «Può portare 250.000 spettatori in una settimana e più visitatori, ma soprattutto è una candidatura pluriennale, non si tratterebbe di una sola stagione». Non è il momento di cantare vittoria, ma di gonfiare il petto per il primo risultato ottenuto sì: «All’inizio le candidature erano 40, dunque è un evento che interessa tutto il mondo. Entrare tra le cinque finaliste non è stato facile, decisiva è stata la credibilità di Torino, voi cittadini siete i primi a conoscere le qualità della nostra città e su quelle abbiamo puntato, l’accoglienza, la bellezza, la cultura, le strutture. Poi il secondo passo è stato più difficile, perché non dipendeva più soltanto dalla città, ma dal reperimento di risorse, l’appoggio del governo, in precedenza dell’imprenditoria. E’ dura, affrontiamo città forti, ma è ancora lunga e continueremo a fare la nostra parte. Eravamo già contenti di essere entrati nella shortlist e c’è ancora molto da lottare ma questa città si giocherà le sue carte fino in fondo». Pare che l’Atp tour si voglia prendere qualche giorno in più, intorno a fine mese. E questo consentirà a Torino di fornire tutti i chiarimenti necessari. E dimostra che Atp Tour considera Torino sede molto interessante per la posizione, la struttura ospitante, le strutture vicine e la possibilità di creare una cittadella dell’evento. «E’ un evento che garantirebbe alla città di posizionarsi a livello internazionale – ha continuato Appendino – avere visibilità e fare investimenti pluriennali sul tennis e su tutta la filiera di tennis e sport». [segue] Viaggio intorno al mondo di Roger (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport) Fosse nato 400 chilometri più giù… Ai tifosi italiani di Federer, e sono centinaia di migliaia, il pensiero che la più preziosa divinità mai apparsa nel tennis avrebbe potuto farci la grazia di spostare la culla dalle nostre parti e regalarci così il campione più emozionante della storia della racchetta, ha popolato tutti i giorni e le notti in cui Roger ha illustrato il suo talento. Così, bisogna consolarsi con lo speciale feeling che il fenomeno svizzero ha sempre coltivato con l’Italia. Un legame nato fin da bambino, quando i genitori lo portavano in vacanza sulle Alpi in inverno e d’estate e anche per il ricordo dei tornei juniores che disputò a Firenze e Prato (dove vinse) e perché lo vincolano sentimentalmente le splendide memorie di due vittorie che lo hanno messo sulla mappa del tennis che conta, indicandone ante litteram le qualità da futuro dominatore. La prima matura nella primavera del 1999. L’Italia, finalista nell’edizione precedente, affronta la Svizzera in trasferta a Neuchatel nel primo turno di Coppa Davis. Non possiamo schierare Gaudenzi, che ha lasciato una spalla sul campo proprio durante lo sfortunato epilogo di qualche mese prima e, alla vigilia, perdiamo per infortunio anche Diego Nargiso. I titolari in singolare, perciò, saranno Pozzi e Sanguinetti. Sulla superficie indoor veloce scelta dai padroni di casa, dati per persi i due punti contro l’ex n. 9 Marc Rosset, l’obiettivo degli azzurri è cogliere i due punti contro quel giovane n. 123 al mondo e che certo non potrà reggere la tensione e le pressioni di un esordio così impegnativo. Altro che pressione… Il sorteggio mette di fronte Federer contro Sanguinetti nel secondo match, che si apre come da pronostico con i padroni di casa in vantaggio per uno a zero. E chi pensava che il ragazzino si sciogliesse di fronte al peso di un incontro del genere, deve ricredersi. Roger vince il primo set, perde il secondo e, senza tremare, finisce per chiudere la disfida al quarto. Il capitano dell’Italia Paolo Bertolucci commenterà così il pessimo venerdì: «Sapevamo che aveva le doti per esplodere da un momento all’altro, ma sinceramente avrei preferito che lo avesse fatto da lunedì prossimo». Due anni dopo, siamo in febbraio, Federer è già il numero 27 del mondo e al torneo di Milano approda all’atto decisivo contro Boutter. Giudicata con gli occhi di 18 anni dopo e delle meraviglie che in questo lungo intervallo di trionfi Roger ha regalato, sembra fuori da ogni logica la considerazione che prima e durante quella finale i favori di gran parte dei giornalisti e di tutto il pubblico del Forum andassero al francese. In ogni caso, vince Roger in tre set e in fondo è stimolante per l’orgoglio di noi italiani poter vantare che la straordinaria corsa del più grande di tutti i tempi sia cominciata proprio nel nostro paese fino ad arrivare a quota 100 tornei vinti. [segue] ...

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