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Abu Dhabi, la promessa di Murray

Ha vinto Andrey Rublev, dando un seguito al periodo d’oro dei russi, ma le risposte più importanti dell’esibizione di Abu Dhabi sono arrivate dal finalista Andy Murray. “Voglio essere ricordato – ha detto lo scozzese – come uno che ci ha provato fino in fondo. Non è ancora tennis ‘vero’, ma qualche indicazione arriva comunque e tanto basta per stimolare la fantasia degli appassionati in vista della prossima stagione. Abu Dhabi era già da qualche tempo sulla bocca di tutti come possibile nuova sede delle Finals di Davis, a partire dal 2022. Nel frattempo, mentre la questione relativa all’Insalatiera più famosa del mondo deve ancora essere chiarita, continua a ospitare una delle esibizioni meglio frequentate della off season. Il Mubadala World Tennis Championship si gioca dal 2009 e vanta un albo d’oro degno di uno Slam. Negli Emirati Arabi hanno vinto Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray, ma tra i partecipanti negli anni scorsi c’è stato anche Roger Federer, finalista sconfitto nell’edizione del gennaio 2011. Insomma, un parterre che attira sempre l’attenzione di tutti, anche perché proprio da qui si comincia a intravedere qualche primo segnale in merito alle condizioni di forma in vista del primo Slam, gli Australian Open di Melbourne in calendario a metà gennaio. RUBLEV, È SEMPRE RUSSIA Cosa ha detto, dunque, l’edizione di quest’anno? Intanto, ha vinto Andrey Rublev, proseguendo nel momento magico dei russi, che dagli Us Open in poi non hanno sbagliato quasi nulla. Daniil Medvedev, a New York, aveva interrotto il sogno Slam di Novak Djokovic, poi le ragazze si sono prese la Billie Jean King Cup, gli uomini hanno trionfato in Coppa Davis e adesso il numero 5 del mondo ha fatto la voce grossa negli Emirati. In mezzo, l’unico passo falso, per così dire, delle Nitto ATP Finals torinesi, dove di nuovo Medvedev ha ceduto la finale a Sascha Zverev. Rublev, peraltro, dalla Davis di Madrid era uscito sì come vincitore, ma non del tutto soddisfatto, per via di un tennis a corrente alternata. Ad Abu Dhabi è andata decisamente meglio, con un successo in finale su Andy Murray che ha negato allo scozzese la gioia del terzo trionfo nel torneo. MURRAY BATTE NADAL Proprio da Murray, tuttavia, sono arrivate le indicazioni più significative. Cercava risposte, il buon Andy, e da questo assaggio di competizione ne ha trovate alcune non da poco. Avere battuto (agevolmente) Dan Evans e soprattutto aver piegato Rafael Nadal rappresenta un deciso cambio di passo per il 34enne ex numero 1 del mondo, almeno rispetto a quanto aveva mostrato nelle precedenti uscite. Resta l’incognita della tenuta, sia sulla lunga distanza all’interno della stessa partita, sia in un torneo vero, con tanti match da giocare in tempi ristretti. Però Murray ha ritrovato soprattutto quella voglia di lottare, di crederci, che non sempre lo aveva accompagnato negli ultimi mesi. “Non voglio avere rimpianti – ha spiegato lo scozzese – e per questo voglio provarci fino in fondo, fino a che mi sentirò di avere qualche chance per competere alla pari coi migliori del mondo. Quando parlo con alcuni ex, tutti mi dicono la stessa cosa: ‘goditi il tennis, finché puoi, perché poi ti mancherà e non ci sarà nulla che potrà sostituire quei momenti sul campo’. Ecco, io sto cercando di seguire questa indicazione”. Non è sempre semplice, per via dei tanti problemi fisici e di quell’anca aggiustata che sembrerebbe essere un ostacolo troppo grande. “Ma quando qualcuno – specifica Andy – mi dice che non ce la potrò fare, io mi carico e sento di dover lavorare ancora di più. Spero che sarò ricordato, in futuro, anche perché ho dato fondo a tutte le mie energie”. RAFA NADAL POSITIVO AL COVID Dall’altra parte c’era Nadal, al rientro dopo diversi mesi. Rafael ha giocato l’ultimo incontro ufficiale nel circuito a Washington, quando perse al terzo turno per mano di Lloyd Harris. Era la prima settimana di agosto, poi il maiorchino se ne è dovuto andare in letargo con parecchio anticipo per colpa di quell’infortunio al piede sinistro che rappresenta uno dei guai ricorrenti di una carriera straordinaria sì, ma non esente da problemi fisici. Il solo fatto di essere tornato in campo è in qualche modo incoraggiante, ma le notizie negative per l’iberico sono sempre dietro l’angolo. Al di là della sconfitta con Murray, di per sé affatto preoccupante, al rientro in patria Rafa è stato trovato positivo al Covid. Il che complica ulteriormente i suoi piani in vista di Melbourne. Già prima di conoscere la sua positività, Nadal non era sicuro di poter scendere in campo per il primo Slam della nuova stagione. E quel messaggio sui social, in cui sottolinea ‘la necessità di essere flessibile in merito al calendario’, è un segnale d’allarme abbastanza chiaro che nessun tifoso avrebbe voluto leggere. LE SPERANZE DI DENIS SHAPOVALOV L’ultimo protagonista di Abu Dhabi è stato Denis Shapovalov: battuto all’esordio Taylor Fritz, ha perso in semifinale da Rublev (lottando), ma ha piegato Rafael Nadal nella finalina per il terzo posto. ‘Shapo’ non ha ancora esattamente deciso cosa vuole diventare da grande, ma ci sono momenti nel corso di un match in cui il suo talento è talmente scintillante da lasciare pochi dubbi in merito al suo futuro. Malgrado si parli di lui da parecchio tempo, stiamo comunque puntando l’attenzione su un ragazzo di 22 anni che è numero 14 del mondo. Sostenere, come ha fatto qualcuno, che sia già una specie di promessa mancata, è del tutto fuori luogo.       L'articolo Abu Dhabi, la promessa di Murray proviene da WeAreTennis. ...

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