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ANDY MURRAY: ECCO DI CHE COSA SOFFRE

Si tratta di una patologia dell'anca destra definita 'conflitto femoro-acetabolare', causata normalmente da un'anomala morfologia dell'articolazione. Ma nel tennis moderno il continuo “carico e scarico” dell’anca nel lato dominante è una caratteristica intrinseca dei colpi in open stance. E Andy gioca il dritto proprio in un modo che rischia il sovraccarico Di che cosa soffre Andy Murray, qual é il tipo di infortunio che non é riuscito a risolvere e che ora lo costringe al ritiro? Abbiamo affontato questo tema lo scorso anno, mentre lo scozzese stava effettuado la riabilitazione dopo l'intervento chirurgico al quale si era sottoposto nel mese di gennaio. Ecco che cosa aveva risposto il nostro esperto. La domanda - Si parla finalmente di un rientro alle gare di Andy Murray, ma che tipo di infortunio aveva subito? Risponde Rodolfo Lisi,posturologo, laureato in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative La rispostaDalle parole del Prof. Max Fehily, primario chirurgo presso “The Manchester Hip Clinic”, si evince come Andy Murray soffra di una patologia all’anca destra, definita “impigement (conflitto) femoro-acetabolare” (FAI). Nonostante il dolore e la limitazione funzionale, l’ex numero 1 al mondo, come riportava la carta stampata a suo tempo, “ha forzato i tempi per rispettare gli impegni presi ed essere presente al torneo di Brisbane in programma la prima settimana di gennaio”. Ovviamente, il già Campione di Wimbledon – vista la gravità della condizione clinica – ha dato forfait sia a Brisbane che agli Australian Open, sottoponendosi, su consiglio medico, ad un quanto mai opportuno intervento chirurgico (perfettamente riuscito). Molto probabilmente, se Murray avesse osservato un periodo di riposo adeguato e consono alla gravità della patologia in atto, l’intervento chirurgico poteva essere evitato o, almeno, procrastinato. Il suo rientro nel circuito è annunciato, salvo imprevisti, per la stagione sull’erba sebbene la BBC scriva che potremmo addirittura rivederlo in campo già a maggio, in uno dei nuovi Challenger britannici di Glasgow (28 aprile - 6 maggio) o Loughborough (19-27 maggio). Ma, in estrema sintesi, di cosa soffre lo scozzese? Il meccanismo eziopatogentetico consiste in un’anomala morfologia dell’articolazione che crea un conflitto tra la parte prossimale del femore e l’acetabolo ai gradi estremi del movimento. Questa situazione è responsabile delle lesioni del labbro e delle lesioni cartilaginee, che diventano a volte rapidamente estese al punto tale da realizzare una coxartrosi precoce. Si distinguono due forme di FAI: il PINCER ed il CAM, che possono manifestarsi in modo isolato o in associazione (figura a sinistra). Il CAM è un conflitto, in genere, più frequente nei giovani atleti di sesso maschile. Tale conflitto, cosiddetto a “camma”, è la risultante dell’impatto tra la testa femorale morfologicamente anormale contro l’acetabolo durante la flessione. Questo movimento causa una forza di taglio che provoca un’abrasione, dall’esterno verso l’interno, della cartilagine articolare, una lesione del labbro o di entrambe. Per effetto della deformità dell’epifisi femorale, l’area ossea esuberante che si incastra con un meccanismo di grippaggio, produce uno slaminamento della cartilagine dell’acetabolo. La seconda forma del FAI è la cosiddetta PINCER (maggiormente frequente nelle donne sportive). Il meccanismo con cui si genere è detto a “tenaglia”. Il contatto patologico avviene tra la giunzione collo-testa del femore con il margine dell’acetabolo che si presenta deformato con una eccessiva copertura acetabolare. Nel tennis moderno il continuo “carico e scarico” dell’anca nel lato dominante è una caratteristica intrinseca dei colpi in open stance. Ma il gesto deve essere ottimizzato e il corpo deve essere allenato per gestire le forze coinvolte nell’esecuzione di tale gesto al fine di ridurre il rischio di lesioni. E soprattutto bisogna studiare attentamente programmazione e prevenzione per evitare eccessivi sovraccarichi e le loro conseguenze. ...

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