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ATP Indian Wells, Medvedev: “Alcaraz adora questa superficie, per superarlo dovrò andare oltre i miei limiti”-

Daniil Medvedev arriva alla finale del BNP Paribas Open abbastanza fuori dai riflettori, che erano invece puntati su Jannik Sinner e sulla sua largamente anticipata semifinale con Carlos Alcaraz. Con pacatezza si concede alla conferenza stampa post-semifinale vinta contro Tommy Paul, elogiando il suo avversario e guardando avanti, cioè alla finale con il murciano. Parlando della semifinale, Daniil prova ad analizzare l’inizio, da parte sua lento, e la prestazione di Paul: “Tommy” – spiega il numero quattro del ranking – “ha semplicemente giocato il primo set nel modo più adatto per battermi. Ha giocato sulle linee, con potenza e precisione; è sceso a rete effettuando volée corte e dropshot con il taglio sotto. E certo anche trovando punti diretti con il servizio. Stava andando alla grande e io ho pensato che l’unica cosa che potessi fare era continuare a cercare nuove soluzioni e rimanergli aggrappato nel punteggio”. Le cose poi sono andate meglio, come si è visto. “Lui ha avuto” – prosegue Medvedev – “un piccolo calo all’inizio del secondo set e questo mi ha dato del tempo in più per riflettere sul da farsi. Sono contento di avere trovato la strada per la finale, non è stato affatto facile. Inoltre, faceva anche freddo. Se la pausa ha influenzato le mie titubanze iniziali? Può essere, chi lo sa? A Roma contro Tsitsipas era successa una cosa simile e avevo avuto la sensazione di averla digerita meglio del mio avversario; oggi potrebbe essere, non ne sono sicuro”. Per quanto riguarda la finale, qualcuno tra i cronisti gli ricorda quando dichiarò che per superare Alcaraz servisse una prestazione al massimo; lui non rammenta ma non può che convenire. “Sì, devo entrare e dare tutto senza preoccuparmi ora di quanto possa essere difficile giocare il match perfetto. Sono entrato in campo così quando l’ho battuto a New York e anche con Sinner a Melbourne. La superficie è perfetta per Carlos: rimbalzi lenti che lo aiutano a trovare il tempo giusto e il vento che non lo infastidisce per nulla se rallenta la pallina. Io ho risposto alle botte a 135 chilometri all’ora di Paul anche perché qui perdono velocità, ma ad Alcaraz questo non succede; la stessa cosa si può dire del passante. Lo batterò se farò un po’ quello che Tommy ha fatto oggi: trovare le righe e fare grandi colpi, entrargli nella testa…”. Per Tommy Paul ci sono solo complimenti e la sensazione che lo statunitense può salire ancora nel ranking: “Grande prova, la sua. E’ migliorato e sta dando continuità ai propri risultati in questa prima parte di 2024; abbiamo giocato a Pechino e lui era sotto effetto del jet-lag dopo la Laver Cup. Oggi ha approcciato la gara in maniera differente rispetto alle volte precedenti”. Tra il secondo e il terzo set si è fatto applicare una fasciatura alle anche: “non so che tipo di problema” – dice Daniil – “potesse avere. Chiedetelo a lui, se volete; io ho continuato a dare il massimo cercando magari di allungare gli scambi, e altre cose simili”. Al russo viene richiesta una riflessione su come un tennista gestisca questo momento della stagione, l’unico che non porta direttamente a un torneo dello Slam. Lui parla di un cambiamento nel suo modo di concepire la stagione, stando però attento a non scontentare anche i tornei ATP. “Lo scorso Wimbledon” – afferma – “ho iniziato a pensare maggiormente la mia preparazione in funzione dei major; credo che avrei giocato peggio a Halle o a ‘s-Hertogenbosch. A Londra ho fatto molto bene e ho ritenuto di dovermi comportare allo stesso modo per Flushing Meadows durante Cincinnati e Toronto. Quello che voglio però è trovare un giusto equilibrio tra i major, che in fondo sono solo quattro, e il resto dei tornei; soprattutto spero di giocare bene domani la finale”. Daniil sorride e lo fa anche quando gli riferiscono che Paul ha recentemente detto di aver guardato i match del passato di tennisti come Edberg o Henman. “Io non guardo molto il tennis” – ribatte lui – “tranne il torneo cui sto partecipando, anche per viverne l’atmosfera. In passato mi accadeva, ma ora no. A ben guardare oggi lui ha giocato un pochino… old style, scendendo a rete anche dietro a degli approcci non perfetti; magari lo aiuta, e allora dovrebbe continuare. Magari dovrei farlo anch’io…”. ...

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