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ATP Miami, Sinner: “Medvedev ha provato due tattiche, io ero pronto per entrambe” [AUDIO]-

Subito dopo la travolgente vittoria su Daniil Medvedev nella semifinale del Miami Open, anche se non prima di essersi trattenuto a lungo per autografi e selfie, Jannik Sinner è ospite di Tennis Channel. L’azzurro partiva favorito, ma rifilare un 6-1 6-2 in sessantanove minuti al numero 4 del mondo ha sorpreso un po’ tutti. Ecco dunque come inizia la conversazione… D. Cos’hai mangiato prima del match? SINNER: “Niente di diverso dal solito! Ho iniziato alla grande entrambi i set e questo mi ha dato grande fiducia: partire con un break a favore fa una grande differenza. Daniil ha avuto due palle break nel primo set e una nel secondo e si sa che l’inerzia della partita può cambiare molto rapidamente. Ho cercato di rimanere calmo, ero avanti di un set e di un break ed ero concentrato sul tenere il mio ritmo. Lui ha cambiato alcune cose verso la fine ma sono rimasto calmo e quindi ovviamente sono molto contento della prestazione e ora vediamo cosa succederà in finale.” D. Medvedev ha commesso 22 gratuiti che è un numero molto alto per lui, ma molti sono stati anche figli della pressione che gli hai messo. Quando vedi un giocatore come lui venire spesso a rete o comunque provare a fare diversi cambiamenti, pensi di essergli entrato un po’ in testa? “Sì, ma per me è stato importante guardare al mio gioco e rimanere concentrato. Ho percepito che lui non stava giocando al meglio, ha fatto errori che di solito non fa ma in queste occasioni bisogna saper raccogliere tutto e rimanere rilassati. Ho cambiato un paio di cose rispetto al mio ultimo match ed ero preparato mentalmente alle direzioni che poteva prendere la partita. Poi passare alla pratica in campo è  sempre difficile e per questo sono molto contento.” D. E’ successo solo un paio di volte che Medvedev facesse così pochi game in una partita e non aveva mai perso in maniera più netta. Pensi che possa essere una delle migliori partite della tua carriera? “È difficile da dire, anche perché non mi piace fare classifiche. Però considerando il modo in cui sono entrato in campo, ben preparato a livello fisico, mentale e tattico, è sicuramente una delle partite in cui ho gestito tutti i vari aspetti al meglio. E’ una bella sensazione, ma la prossima volta dovrò essere pronto per affrontare altre cose. Domenica giocherò la terza finale qui: spero possa essere una giornata positiva e se non lo sarà rimarrà comunque un ottimo risultato. Sono entusiasta di essere nuovamente in finale qui a Miami.” D. Jim Courier era sugli spalti e tra i tanti elogi che ha fatto al tuo gioco ha sottolineato la tua capacità di essere sempre concentrato. Non ci sono stati passaggi a vuoto nella tua partita. Quanto è difficile rimanere sempre sul pezzo, anche perché non è certo la prima volta che ti vediamo così “Penso che tutto parta dall’allenamento. Sono molto concentrato quando mi alleno. Sì, mi diverto e sorrido ma la maggior parte del tempo sono serio e focalizzato sul migliorarmi perché molte cose che succedono durante l’allenamento possono ripresentarsi durante una partita. So che questo è l’ultimo torneo sul cemento prima della stagione sulla terra e per me è molto importante finire questa parte della stagione nel migliore dei modi e lo sto facendo. Dopo ci sarà la terra e sarà un nuovo capitolo.” D. Oggi eri su un altro livello. Serena sta facendo rumore dietro le quinte, sta cercando di distrarti dalla tua intervista. Oggi sono venuti tutti a vederti! Sei stato fantastico. Riposati e in bocca al lupo per la finale. “Grazie mille. Grazie a te.” Dopo Tennis Channel, è il momento della chiacchierata con i giornalisti italiani. D. In che posizione metteresti questa partita nella classifica delle migliore della tua carriera? “Non voglio metterla in nessuna posizione. È stata una partita ottima, lo abbiamo visto, sia tatticamente sia mentalmente. Non voglio metterle nessun numero, nessuna classifica, ma sicuramente possiamo essere contenti di come l’abbiamo gestita.” D. Hai incontrato Serena Williams dopo il match. Di cosa avete parlato? “Ha fatto una battuta sul mio dritto. Non ci avevo mai parlato, era speciale poter scambiare due parole con lei. Anche perché quando io sono arrivato sul Tour lei stava già quasi finendo, quindi c’era poco contatto. Mi ha fatto piacere parlare con lei, solo due parole, le ho chiesto come sta la famiglia – sta bene, è la cosa più importante.” D. Hai iniziato questo torneo con grandi difficoltà contro Griekspoor, oggi hai dato vita a una prestazione pressoché perfetta: c’è stato un momento, un clic, un episodio che ti ha fatto cambiare passo in questo torneo? “Qualche volta è proprio la giornata, qualche volta sono tante cose messe insieme. Normalmente, io sono un giocatore che più va avanti nel torneo e meglio si sente. Non è una regola, ma mentalmente sai che contro Daniil devi giocare il tuo miglior tennis se vuoi vincere. È anche un giocatore che conosco ormai meglio, quindi anche nella testa sai che devi essere pronto per certe cose. Però diciamo che ogni partita ha la sua storia. Oggi è andata così, vediamo domenica.” Vanni Gibertini, Ubitennis. Tu dici sempre che nelle rivalità quelle con Carlos e con Daniil è un po’ come una partita a scacchi, si vede la mossa precedente, poi si studia quella successiva. In quella con Daniil hai vinto le ultime cinque mosse. La mia domanda è: c’è la tentazione di pensare che, visto ho vinto le ultime cinque, quello che sto facendo va bene, la mossa diversa spetta all’altro oppure ogni volta si cerca sempre di sorprendere l’avversario? “Anche oggi abbiamo giocato in modo un po’ diverso, solo che io ero un po’ più forte nei momenti decisivi. Mettiamo via il punteggio, alla fine questo ha fatto la differenza. Lui ha provato a iniziare molto aggressivo, di rispondere da più vicino e io ero pronto per questo. Alla fine ha giocato ha giocato di nuovo da molto lontano, però ero pronto per entrambi gli scenari. Vediamo come lui giocherà la prossima e io dovrò essere pronto di nuovo. È questo il bello.” Vanni Gibertini, Ubitennis. In questa trasferta nordamericana non c’è stato Simone Vagnozzi, solo Darren Cahill. Come ha funzionato questo periodo anche piuttosto lungo in cui vi siete sentiti solo per telefono, messaggio… “Ha funzionato bene, anch’io sono molto più consapevole delle mie armi. Ho appena chiamato Simone, lo chiamo ovviamente prima della partita, siamo sempre in buoni rapporti anche se non è qua. Ricomincerà dalla terra, per me sarà fondamentale averlo lì. C’era una piccola chance di averlo qui, ma gli ho detto, ‘resta a casa, riposati perché poi spetta te una bella fila di tornei’. Sono contento di avere due scelte, Darren e Simone stanno lavorando molto bene insieme che è la cosa più importante.” Qui sotto l’audio dell’ntervista in italiano: scritto con M.S. ...

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