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Australian Open, Medvedev su Kyrgios: “È un personaggio. Ma in campo non mi piace sempre”-

Una vittoria in tre set, seppur non del tutto agevole, per iniziare la campagna all’Australian Open. Il russo Daniil Medvedev, senza dubbio uno dei principali favoriti del torneo vista anche l’assenza di Novak Djokovic, ha sofferto solo nel terzo parziale contro lo svizzero Henri Laaksonen, N.91 ATP, chiudendo la pratica in un’ora e cinquantasei minuti con il punteggio di 6-1 6-4 7-6(3). Il numero due del mondo affronterà al secondo turno Nick Kyrgios. Si prospetta una partita da fuochi d’artificio. I precedenti sono due ma piuttosto datati e tutti in favore dell’australiano di Canberra, entrambi nel 2019: una vittoria in due tiebreak a Washington e una vittoria in tre set agli Internazionali d’Italia di Roma. Di certo Daniil sarà favorito, ma da Nick ci si può aspettare sempre di tutto. E nella conferenza stampa dopo il primo turno vinto, buona parte delle domande fatte a Medvedev sono state focalizzate proprio sulla prossima sfida contro l’australiano. D: Daniil, bella vittoria contro Laaksonen, ma non è stata facile soprattutto nel terzo set. R: “Già, non è stato un match facile. In realtà è iniziato con un break per lui e poi sono riuscito a vincere il set 6-1. Stava facendo molti errori. Il secondo set si stava facendo più duro, ma sono riuscito a brekkarlo dal lato di campo con il vento a favore e così è stato più facile, per me, giocare. Nel terzo set lui ha giocato davvero ad alto livello. Sono felice che sono riuscito a mantenere la calma sul mio servizio. Non ho affrontato nemmeno una palla break e, certo, non ne ho nemmeno avuta io una a favore, ma è per questo che si è arrivati al tie break. Sono felice di essere riuscito a girare il tiebreak nella mia direzione. I primi turni negli Slam non sono mai facili, e vincere in tre set a prescindere dal punteggio è sempre buono”. D: Arrivare a Melbourne con in tasca la vittoria di un Major, dopo che l’anno scorso sei stato finalista nell’ Happy Slam, porta ad avere una sensazione ed un approccio diversi nella partita inaugurale del torneo? “L’approccio sicuramente non è diverso, perché io, in un certo senso, cerco sempre di migliorare come giocatore o, diciamo, quantomeno mantenere il livello, ma secondo me non puoi davvero mantenere il livello, puoi solo provare a migliorare e basta. Quindi so cosa devo fare prima della partita, dopo la partita, un giorno prima della partita, per stare bene. E’ quello che sto cercando di fare. A dire il vero, so che sono a posto con me stesso se ho fatto tutto quello che dovevo in fase di preparazione, sia in caso di sconfitta al primo turno sia in caso di vittoria del torneo. Il trionfo di New York mi dà, comunque, una sicurezza in più perché ora so che è possibile farlo. So che ora sto giocando un buon tennis e che è davvero difficile battermi. Quindi per me è solo una sicurezza in più, non una pressione”. D: Hai accennato di aver avuto una off-season particolarmente corta. Quanto pensi che dovrebbe essere lunga? Il tema del calendario stagionale è stato ampiamente dibattuto. R: “Sì, in realtà parliamo sempre tra giocatori di queste cose importanti, e penso che in questo momento sia quasi impossibile cambiare qualcosa, perché non ci sono settimane libere per inserire la Coppa Davis. Ad esempio, magari si potrebbero spostare le Finali di Torino un po’ prima. Però, non puoi davvero farlo perché tutti i tornei hanno acquistato licenze, quindi non puoi semplicemente chiederglielo. Dovresti dire loro, abbiamo deciso di accorciare la stagione, siete fuori. E’ impossibile, e comunque non basterebbe. Se vuoi rappresentare il tuo Paese ogni anno in Coppa Davis e se ogni anno arrivi in finale, beh, diventa impossibile. Quindi dovrai sacrificare qualcosa. A volte il tuo corpo ti dirà cosa devi sacrificare, a volte dovrai decidere tu. E non sono decisioni facili perché molte persone saranno contrarie alle tue decisioni. Sì, voglio dire, 14 giorni di off-season non bastano. Ma ancora una volta, non vedo cosa possa cambiare nella stagione. Di sicuro è molto probabile che non ci sia nessun altro sport che venga praticato per 11 mesi senza sosta”. D: Le condizioni sono le stesse dell’anno scorso, la velocità del campo, le palle? Noti qualche differenza? R: “Non è sempre facile rispondere a queste domande, perché giochi così tanti tornei che ti dimentichi esattamente com’era la situazione dell’anno prima. Ho la sensazione che forse la superficie sia solo un po’ più veloce, anche se non ne sono sicuro. E si avverte meno controllo delle palle. Si possono vedere in questo inizio di torneo molte partite con tanti errori non forzati. Forse questa sensazione cambierà durante il torneo perché ci si abituerà. Ma oggi ho provato questo in campo. Soprattutto con le palle nuove, non si sentivano sulle corde. Era come se non riuscissi a capire quello che stavo facendo. Molte volte, per esempio volevo andare sul suo rovescio e invece giocavo in mezzo, non il massimo. Quindi sì, le palle sembrano diverse e il campo più veloce. Ma di solito, come ho detto, hai bisogno di una, due partite per abituarti. L’anno prossimo, probabilmente avrò la stessa sensazione”. D: Ci puoi parlare della prospettiva di giocare con Nick Kyrgios di fronte ai tifosi australiani? Ovviamente gli piace caricare il pubblico, il quale si schiera dalla sua parte ed è un giocatore piuttosto pericoloso da incontrare al secondo turno come giocatore non testa di serie. Puoi darci un po’ d’impressioni? R: “Prima di tutto non è facile quando non giochi molto a tennis, e Nick non l’ha fatto per molto tempo. Lui può sempre giocare bene. L’abbiamo visto l’anno scorso qui, ha quasi eliminato Dominic (Thiem), ha battuto Ugo Humbert in una partita pazzesca in cui penso che abbia salvato match point quando Ugo stava servendo per la partita. Quindi sarà interessante vedere qual è il suo livello, perché, sai, meno si gioca meno si è favoriti. Non sarà sicuramente facile giocare anche contro il pubblico. Lui cercherà di acquistare energia da loro, poi lui si esalta in queste grandi partite. Ma farò la mia preparazione al match, cercherò di giocare bene per essere pronto e probabilmente faremo una bella partita”. D: Ci hai giocato due volte nel tour, due sconfitte, ma l’ultima risale a due anni e mezzo fa. Puoi dirci quanto sei cambiato in questi due anni e mezzo, quanto sei diverso? R: “Si, sono diventato un giocatore diverso per classifica e titoli. Ho più esperienza. E questo ti permette di vincere partite che in precedenza perdevi. Ti permette di battere avversari con i quali prima perdevi. Ci sono ancora dei ragazzi che non ho battuto, perché sono rimasti fuori dal Tour per molto tempo, come Nick. Inoltre, la nostra ultima partita è stata così tanto tempo fa e siamo entrambi così diversi, con uno slancio nelle nostre carriere davvero diverso. Vincerò, o perderò, ma non credo che due partite conteranno su questa nostra nuova sfida”. D: Kyrgios è un personaggio molto divisivo: a te piace l’atteggiamento che ha in campo? Pensi sia un valore aggiunto per il tennis? R: “Lui è sicuramente un personaggio. A volte mi piace quello che fa in campo, a volte no. Non dirò esattamente cosa non mi piace. Però sicuramente attrae l’attenzione anche di coloro che magari non lo amano e questa è una sua forza. Quanto a me, penso sia un ottimo ragazzo fuori dal campo. In campo, ci sono momenti in cui mi piace e momenti in cui mi piace meno. Però tutto sommato è una cosa che posso dire per tanti giocatori (sorridendo)”. D: Hai pubblicato a novembre un tweet dicendo, ci vediamo a gennaio, con una tua foto all’Australian Open. Quale era la motivazione di quel post, era una vaccinazione appena fatta per poter andare a giocare in Australia? R: “No, assolutamente. Semplicemente qualcuno aveva twittato qualcosa su di me. Era una bella foto, così ho ritwittato. E’ stato davvero divertente il fatto che abbia portato l’attenzione di tutti sul tema della vaccinazione, ma era semplicemente un modo per interagire coi fan”. Cipriano Colonna ...

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