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Australian Open: Raonic facile, Zverev agli Slam proprio non c’è

da Melbourne, il nostro inviato [16] M. Raonic b. [4] A. Zverev 6-1 6-1 7-6(5) PARTENZA HORROR DI SASCHA – L’ultima volta che ci avevano giocato contro, venendo entrambi sconfitti uno dopo l’altro (Hopman Cup a parte nel caso di Roger), Federer e Djokovic, intervistati alle ATP Finals di Londra, concordavano nell’affermare che rispondere al servizio di Alexander Zverev a volte poteva essere più difficile che ribattere a Isner. Il capofila della truppa “next gen” qui a Melbourne affronta negli ottavi di finale il bombardiere canadese Milos Raonic, uno che sulla qualità e sull’esplosività del servizio fonda il suo gioco. In tribuna stampa, quindi, siamo tutti con il pallottoliere, ma veniamo subito spiazzati dall’inizio del match. Break e controbreak nei primi due game, un po’ regalato il primo da Raonic, con due errori e un doppio fallo, lottatissimo (14 punti) il secondo, in cui Sascha ha avuto una palla del 2-0. Il canadese, da questo momento, si scioglie sia come colpi (belle alcune volée al seguito del servizio) che come corsa e gioco da fondocampo, mentre il giovane tedesco sembra ancora contratto, e non riesce a impostare i suoi prediletti scambi in feroce pressione da dietro. Nel quarto game ancora Zverev nei guai, con doppio fallo e gratuiti evitabili, c’è il 15-40, e alla seconda occasione un passante di rovescio di Milos lo manda 3-1, altro break, che brutto inizio per Sascha. Diventa pure peggio poco dopo, sul 4-1 Raonic, quando un doppio fallo, già il terzo, gli costa una palla break contro, poi ce n’è un’altra, e un’altra ancora, e addirittura una quarta, che alla fine (molto bene in attacco Milos) gli costa il terzo break subito, Zverev non ha ancora tenuto una battuta. In 34 minuti è 6-1 Raonic. 12 palle break affrontate, 3 servizi persi, statistiche orribili per Sascha, non è proprio sceso in campo finora. Milos bene senza nemmeno fare cose straordinarie, ma contro questa dimessa versione del campione 2018 del Masters non ce n’è proprio bisogno. Chissà cos’ha Zverev, fisicamente sembra a posto, ma peggio di così è difficile giocare. Primo punto del secondo set, doppio fallo, poi di nuovo (siamo a 5), 0-40, Sascha pare totalmente bloccato di nervi e muscoli, partono i primi fischi dagli spalti. Parte anche un drittone di Raonic che si prende il quarto break e il vantaggio immediato, Ivan Lendl in tribuna è impassibile come sempre, dove sia finito il servizio al fulmicotone mostrato a Londra da Zverev non si sa. Milos continua con la sua onesta partita, sale 2-0, e oltre alla superiorità per adesso schiacciante alla battuta, sta pure scambiando meglio da dietro, e a rete se la cava alla grande (20 punti al volo su 27 discese, 14-20 con il serve&volley diretto, sono numeri da anni ’90). Tutte brutte notizie per Sascha, che finalmente tiene un game di servizio nel frattempo, ma dovrà salire di livello davvero molto se vorrà darsi una possibilità di far partita. Purtroppo per lui la vicenda non cambia direzione: nel quinto game tre doppi falli (siamo a 8), ennesimo break (il quinto), racchetta frantumata con certosina dedizione (abbiamo contato 9 botte sul cemento), ovvio warning e code violation. Quel che conta è che siamo 4-1 e servizio per Milos, pochi minuti dopo 5-1, ennesimo game disastro alla battuta di Sascha, un paio di bei dritti di Raonic, ed è un altro 6-1. E’ passata un’ora e 3 minuti. Personalmente, mentre mi interrogo a sguardi con i colleghi in tribuna stampa, e faccio mente locale, ho difficoltà a ricordare un numero 4 ATP, dotato di gran battuta (almeno in teoria) che a livello di ottavi Slam tenesse un servizio su 7 in due set. ALMENO UN SET LOTTATO – Quando in avvio di terzo parziale Zverev conquista il suo game di servizio per l’1-1, pare un avvenimento. Anche se il tennis espresso dai due in campo è molto diverso, sembra un po’ quello che è accaduto ieri nei primi 2 set tra Nadal e Berdych, col ceco assente ingiustificato per la prima ora. Come Tomas ieri, nel terzo parziale Sascha si sveglia, ritrova ritmo e percentuali col servizio, e inizia a tenere con autorità sufficiente i suoi game di battuta. Nulla di che, intendiamoci, ma almeno ora il punteggio ha un andamento regolare. Da parte sua, Raonic va via col pilota automatico, e statistiche molto buone (ora abbiamo 12 ace, un ottimo 39-21 tra vincenti ed errori, un 29-40 di punti fatti rispetto alle discese a rete). Nello scambio il canadese utilizza bene lo slice, appena ha una palla sul dritto spara, e va a rete a ogni occasione utile: non sarà aggraziato, o stilisticamente “bello” come esecuzioni (cosa significherà, poi), ma non si può dire che non sia super-propositivo e spettacolare, uno dei pochissimi attaccanti puri in giro. Nel decimo game, in risposta, Milos mette a frutto tutte queste qualità, si prende il 15-40 e due match point (aiutato dal nono doppio fallo di Zverev), ma è bravo il tedesco a salvarsi con la regolarità (29 palleggi sul secondo), pareggiando 5-5. Forse qui Raonic avrebbe potuto e dovuto prendersi qualche rischio in più, se li è giocati a far sbagliare l’altro, il che visto l’andazzo ci poteva stare, ma alla fine non ha pagato. Gran urlo di celebrazione, si vede che Sascha ci crede ancora, e naturalmente fa benissimo. Anche perché, dopo essersi arrampicato al tie-break, un passantone diagonale di rovescio lo manda in vantaggio di un minibreak. Che restituisce subito con il decimo doppio fallo, però, ma poi se lo riprende grazie a un gratuito di Milos. Si esalta il tedesco con la “veronica” a rete che lo manda 4-2, ma poi sbaglia un rovescio, e siamo di nuovo in equilibrio, 4-4. Un dritto in rete di Sascha manda Milos 6-4, sono altri due match-point. Il primo viene cancellato dal servizio, ma sul secondo un grandissimo serve&volley di Raonic conclude la partita. Ennesimo stop prima delle fasi finali di uno Slam per Zverev, imperdonabili i primi due set non giocati. Avanti con pieno merito Milos, che su questi campi rapidi, nello stato di forma che sta dimostrando, sarà un cliente difficile per tutti. A iniziare da chi arriverà a sfidarlo ai quarti di finale tra Lucas Pouille e Borna Coric (3-0 sul francese, 1-0 sul croato i precedenti in favore di Raonic). “Beh, quando ho perso il servizio all’inizio, pensavo che sarebbe stata ben diversa la partita, ma l’ho fatta girare subito. Ho giocato molto bene, sui primi due match-point però ero teso e avrei potuto fare di più” analizza lucidissimo come sempre Milos a fine partita. “Le cose stanno andando bene per me. Certo che non avevo calcolato come tattica di giocare 29 palleggi sul match point! (ride) Con Goran mi trovo alla grande, ci capiamo molto bene, e le cose tra noi vanno avanti in modo semplice. Borna gioca bene nell’ultimo anno, Lucas sta facendo un bel torneo, vedremo, ora vado a riposarmi poi li guarderò!”. Risultati: [1] N. Djokovic vs [15] D. Medvedev [23] P. Carreno Busta vs [8] K. Nishikori [16] M. Raonic b. [4] A. Zverev 6-1 6-1 7-6(5) [11] B. Coric vs [28] L. Pouille Il tabellone maschile ...

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Il canadese, da questo momento, si scioglie sia come colpi (belle alcune volée al seguito del servizio) che come corsa e gioco da fondocampo, mentre il giovane tedesco sembra ancora contratto, e non riesce a impostare i suoi prediletti scambi in feroce pressione da dietro. Nel quarto game ancora Zverev nei guai, con doppio fallo e gratuiti evitabili, c’è il 15-40, e alla seconda occasione un passante di rovescio di Milos lo manda 3-1, altro break, che brutto inizio per Sascha. Diventa pure peggio poco dopo, sul 4-1 Raonic, quando un doppio fallo, già il terzo, gli costa una palla break contro, poi ce n’è un’altra, e un’altra ancora, e addirittura una quarta, che alla fine (molto bene in attacco Milos) gli costa il terzo break subito, Zverev non ha ancora tenuto una battuta. In 34 minuti è 6-1 Raonic. 12 palle break affrontate, 3 servizi persi, statistiche orribili per Sascha, non è proprio sceso in campo finora. Milos bene senza nemmeno fare cose straordinarie, ma contro questa dimessa versione del campione 2018 del Masters non ce n’è proprio bisogno. Chissà cos’ha Zverev, fisicamente sembra a posto, ma peggio di così è difficile giocare. Primo punto del secondo set, doppio fallo, poi di nuovo (siamo a 5), 0-40, Sascha pare totalmente bloccato di nervi e muscoli, partono i primi fischi dagli spalti. Parte anche un drittone di Raonic che si prende il quarto break e il vantaggio immediato, Ivan Lendl in tribuna è impassibile come sempre, dove sia finito il servizio al fulmicotone mostrato a Londra da Zverev non si sa. Milos continua con la sua onesta partita, sale 2-0, e oltre alla superiorità per adesso schiacciante alla battuta, sta pure scambiando meglio da dietro, e a rete se la cava alla grande (20 punti al volo su 27 discese, 14-20 con il serve&volley diretto, sono numeri da anni ’90). Tutte brutte notizie per Sascha, che finalmente tiene un game di servizio nel frattempo, ma dovrà salire di livello davvero molto se vorrà darsi una possibilità di far partita. Purtroppo per lui la vicenda non cambia direzione: nel quinto game tre doppi falli (siamo a 8), ennesimo break (il quinto), racchetta frantumata con certosina dedizione (abbiamo contato 9 botte sul cemento), ovvio warning e code violation. Quel che conta è che siamo 4-1 e servizio per Milos, pochi minuti dopo 5-1, ennesimo game disastro alla battuta di Sascha, un paio di bei dritti di Raonic, ed è un altro 6-1. E’ passata un’ora e 3 minuti. Personalmente, mentre mi interrogo a sguardi con i colleghi in tribuna stampa, e faccio mente locale, ho difficoltà a ricordare un numero 4 ATP, dotato di gran battuta (almeno in teoria) che a livello di ottavi Slam tenesse un servizio su 7 in due set. ALMENO UN SET LOTTATO – Quando in avvio di terzo parziale Zverev conquista il suo game di servizio per l’1-1, pare un avvenimento. Anche se il tennis espresso dai due in campo è molto diverso, sembra un po’ quello che è accaduto ieri nei primi 2 set tra Nadal e Berdych, col ceco assente ingiustificato per la prima ora. Come Tomas ieri, nel terzo parziale Sascha si sveglia, ritrova ritmo e percentuali col servizio, e inizia a tenere con autorità sufficiente i suoi game di battuta. Nulla di che, intendiamoci, ma almeno ora il punteggio ha un andamento regolare. Da parte sua, Raonic va via col pilota automatico, e statistiche molto buone (ora abbiamo 12 ace, un ottimo 39-21 tra vincenti ed errori, un 29-40 di punti fatti rispetto alle discese a rete). Nello scambio il canadese utilizza bene lo slice, appena ha una palla sul dritto spara, e va a rete a ogni occasione utile: non sarà aggraziato, o stilisticamente “bello” come esecuzioni (cosa significherà, poi), ma non si può dire che non sia super-propositivo e spettacolare, uno dei pochissimi attaccanti puri in giro. Nel decimo game, in risposta, Milos mette a frutto tutte queste qualità, si prende il 15-40 e due match point (aiutato dal nono doppio fallo di Zverev), ma è bravo il tedesco a salvarsi con la regolarità (29 palleggi sul secondo), pareggiando 5-5. Forse qui Raonic avrebbe potuto e dovuto prendersi qualche rischio in più, se li è giocati a far sbagliare l’altro, il che visto l’andazzo ci poteva stare, ma alla fine non ha pagato. Gran urlo di celebrazione, si vede che Sascha ci crede ancora, e naturalmente fa benissimo. Anche perché, dopo essersi arrampicato al tie-break, un passantone diagonale di rovescio lo manda in vantaggio di un minibreak. Che restituisce subito con il decimo doppio fallo, però, ma poi se lo riprende grazie a un gratuito di Milos. Si esalta il tedesco con la “veronica” a rete che lo manda 4-2, ma poi sbaglia un rovescio, e siamo di nuovo in equilibrio, 4-4. Un dritto in rete di Sascha manda Milos 6-4, sono altri due match-point. Il primo viene cancellato dal servizio, ma sul secondo un grandissimo serve&volley di Raonic conclude la partita. Ennesimo stop prima delle fasi finali di uno Slam per Zverev, imperdonabili i primi due set non giocati. Avanti con pieno merito Milos, che su questi campi rapidi, nello stato di forma che sta dimostrando, sarà un cliente difficile per tutti. A iniziare da chi arriverà a sfidarlo ai quarti di finale tra Lucas Pouille e Borna Coric (3-0 sul francese, 1-0 sul croato i precedenti in favore di Raonic). “Beh, quando ho perso il servizio all’inizio, pensavo che sarebbe stata ben diversa la partita, ma l’ho fatta girare subito. Ho giocato molto bene, sui primi due match-point però ero teso e avrei potuto fare di più” analizza lucidissimo come sempre Milos a fine partita. “Le cose stanno andando bene per me. Certo che non avevo calcolato come tattica di giocare 29 palleggi sul match point! (ride) Con Goran mi trovo alla grande, ci capiamo molto bene, e le cose tra noi vanno avanti in modo semplice. Borna gioca bene nell’ultimo anno, Lucas sta facendo un bel torneo, vedremo, ora vado a riposarmi poi li guarderò!”. Risultati: [1] N. Djokovic vs [15] D. Medvedev [23] P. Carreno Busta vs [8] K. Nishikori [16] M. Raonic b. [4] A. Zverev 6-1 6-1 7-6(5) [11] B. Coric vs [28] L. Pouille Il tabellone maschile ...

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