You are here

Australian Open: Thiem a mezzo servizio non basta. Esce anche Wawrinka

da Melbourne, il nostro inviato ADIEU DOMINIC – Un problema fisico costringe Dominic Thiem, settima testa di serie, a ritirarsi sotto di due set e 0-2 nel terzo contro Alexei Popyrin, diciannovenne australiano n. 149 ATP, alla terza vittoria in carriera nel circuito maggiore. Alto 196 cm, servizio e dritto che fanno male, “Pop” mette in campo anche un atteggiamento tranquillo grazie al quale – oltre a staccarsi nettamente rispetto a diversi suoi connazionali del Tour – gioca in maniera relativamente ordinata. L’inizio è equilibrato ma, dopo non aver concretizzato le occasioni negli ultimi due turni di risposta, Thiem sfascia la racchetta e regala il primo set al dodicesimo game. La reazione eccessiva, i 14 punti consecutivi persi, la velocità ridotta del servizio, il dritto meno arrabbiato e il ricorso qualche soluzione tattica per lui inusuale fanno pensare che ci sia qualche problema. Mentre continua in qualche modo salvare il proprio servizio con la complicità di un Popyrin non abbastanza cattivo, Dominic fa due chiacchiere con il fisioterapista che gli porge una pasticca, forse (dovrebbe sperare l’austriaco) uguale a quella assunta da Del Potro quando gli rimontò due set allo US Open 2017. Supportato dal pubblico amico, Alexei, non abbastanza distratto dalle condizioni dell’avversario da rischiare qualcosa in battuta, approfitta finalmente delle rimesse in campo di Thiem per infilare cinque punti consecutivi in risposta e chiudere il secondo set 6-4. Un altro paio di giochi e Dominic dice che può bastare così. Per lui, che non era sembrato in buonissime condizioni già nel quinto set contro Benoit Paire due giorni prima, un’altra delusione a livello Slam fuori dall’amata terra battuta. Per Popyrin, il best ranking e il terzo turno contro il vincente fra Pouille e Marterer. NISHIKORI NE GIOCA ALTRI 5 – Nervi d’acciaio. Più di qualsiasi dritto, rovescio o gioco di piedi, sono questi l’ingrediente principe quando si compone la ricetta perfetta contro i big server. La consapevolezza di dover rimanere concentrati quasi quattro ore, come capitato a Kei Nishikori oggi, e comunque vincere un incontro su una manciata di punti resistendo a cinquantanove ace. Figurarsi contro il big server per eccellenza, Ivo Karlovic, peraltro caldissimo e reduce dalla finale persa con match point a Pune contro Kevin Anderson. Nishikori dimostra un’attenzione fuori dalla norma quando vola due set a zero, sfruttando l’unica palla break avuta nel primo e curando chirurgicamente la risposta nel tie-break del secondo. Una pausa per pioggia abbozzata, poi lisci fino al finale dei due parziali successivi, dove il watusso croato aggredisce all’ultimo respiro girandosi sul dritto appena può, e in un attimo si va al quinto. Tatticamente, come prevedibile, non ci sono grandi dettagli da raccontare. Il set decisivo quasi regala l’emozione che avrebbe annichilito il folto gruppetto di giapponesi in maglietta fluo ordinatamente disposti sugli spalti: Nishikori recupera da 0-40 nel nono gioco e resiste fino al neonato super tie-break a dieci punti. Un’autentica partita a dama, risolta spingendo dal lato dal rovescio e scalfendo la consueta muraglia eretta a rete dall’avversario. È il secondo match consecutivo che Nishikori vince in cinque set, dopo il ritiro di Kamil Majchrzak al primo turno. Per sua fortuna il prossimo avversario, Joao Sousa, ha ben pensato di presentarsi all’appuntamento nelle stesse condizioni: dopo i cinque set con Pella, anche Kohlschreiber gli ha imposto la lunga distanza senza poter fare di più. Settimo terzo turno Slam per il portoghese, che allo US Open ha anche giocato il suo primo ottavo di finale. FUORI WAWRINKA – L’urna non era stata certo clemente con Wawrinka, piazzandogli subito di fronte Gulbis, ma la buona sorte lo aveva parzialmente risarcito con l’infortunio occorso al lettone dopo un set e mezzo. Contro Raonic, in una partita composta di soli tie-break, nessuna mano amica, anzi, semmai le bastonate severe e infine letali del canadese: 84 vincenti col marchio della foglia d’acero di cui 39 ace hanno rispedito a casa un buon Wawrinka, che per poco non è riuscito a regalare agli spettatori della Rod Laver Arena – che dal 4-4 del terzo set sono stati stipati sotto il tetto causa pioggia – un quinto set che avrebbe meritato per la qualità del gioco espresso ma non per l’attitudine. Lo svizzero si è mosso bene, concludendo l’incontro con un bilancio ampiamente positivo – 66 vincenti e appena 29 errori – ma ha lasciato gli occhi della tigre nel borsone quando si è trattato dei punti veramente decisivi. Non tanto in occasione dei tre set point nel tie-break del terzo set, quando ha potuto appena mettere la racchetta sul servizio avversario, quanto per il dritto fiacco che ha regalato a Raonic il mini-break decisivo per portarsi avanti 2 set a 1. Ancora meno perdonabile, forse, l’atteggiamento passivo con il quale Wawrinka ha servito per vincere il quarto set. Conquistato il secondo break della partita con uno splendido game di risposta, sul 5-3 si è lasciato aggredire senza imporre alcuna intensità allo scambio. Raonic ha restituito il break al suo avversario, attaccando con ogni colpo utile alla causa, per poi accogliere al tie-break un altro dritto incauto del suo avversario, questa volta inside out e soprattutto coincidente col primo e unico match point. Wawrinka bello a metà, Raonic pienamente convincente: tonico, servizio vario e preciso, aggressione costante e proficua della rete. Difficilmente Herbert gli darà fastidio al prossimo turno, all’orizzonte c’è l’ottavo con Zverev, se il tedeschino farà il suo dovere. GLI ALTRI INCONTRI – Prosegue l’anonimato di Chung, che vince appena un set contro un Herbert sempre più (anche) singolarista. In estrema scioltezza gli altri under 23 impegnati, da Coric – che vince da ragioniere contro Fucsovics – passando per Shapovalov, che soffre un solo set con il giapponese atipico Daniel, a Medvedev che innervosisce Harrison a tal punto da fargli accartocciare una racchetta. Al canadese toccherà uno tra Djokovic e Tsonga, e c’è da scommettere che sarà in poltrona per il match di fine programma, mentre Medvedev – che orbita appena più sotto nel tabellone – affronterà Goffin in uno dei terzi turni dal pronostico più difficile. Il belga non è partito benissimo con Copil ma ha rimontato, senza però convincere del tutto. Classifica e stato di forma dicono che a centrare l’ottavo con Djokovic – Tsonga e Shapovalov permettendo – dovrebbe essere il russo. hanno collaborato Carlo Carnevale, Michelangelo Sottili e Alessandro Stella (in aggiornamento) Risultati: [8] K. Nishikori b. I. Karlovic 6-3 7-6(6) 5-7 5-7 7-6(7) [11] B. Coric b. M. Fucsovics 6-4 6-3 6-4 [23] P. Carreno Busta b. I. Ivashka 6-2 6-3 7-6(7) J. Sousa b. [32] P. Kohlschreiber 7-5 4-6 7-6(4) 5-7 6-4 [16] M. Raonic b. S. Wawrinka 6-7(4) 7-6(6) 7-6(11) 7-6(5) [21] D. Goffin b. Marius Copil 5-6 7-5 6-2 6-4 F. Krajinovic b. E. Donskoy 6-4 7-6(8) 7-6(2) [12] F. Fognini b. L. Mayer 7-6(3) 6-3 7-6(5) P.H. Herbert b. [24] H. Chung 6-2 1-6 6-2 6-4 [28] L. Pouille vs M. Marterer [15] D. Medvedev b. R. Harrison 6-3 6-3 6-3 [25] D. Shapovalov b. T. Daniel 6-3 7-6(2) 6-3 [WC] A. Bolt vs [29] G. Simon [WC] A. Popyrin b. [7] D. Thiem 7-5 6-4 2-0 [4] A. Zverev vs J. Chardy [1] N. Djokovic vs [WC] J.W. Tsonga Il tabellone maschile ...

Related posts

Leave a Comment

Australian Open: Thiem a mezzo servizio non basta. Esce anche Wawrinka

da Melbourne, il nostro inviato ADIEU DOMINIC – Un problema fisico costringe Dominic Thiem, settima testa di serie, a ritirarsi sotto di due set e 0-2 nel terzo contro Alexei Popyrin, diciannovenne australiano n. 149 ATP, alla terza vittoria in carriera nel circuito maggiore. Alto 196 cm, servizio e dritto che fanno male, “Pop” mette in campo anche un atteggiamento tranquillo grazie al quale – oltre a staccarsi nettamente rispetto a diversi suoi connazionali del Tour – gioca in maniera relativamente ordinata. L’inizio è equilibrato ma, dopo non aver concretizzato le occasioni negli ultimi due turni di risposta, Thiem sfascia la racchetta e regala il primo set al dodicesimo game. La reazione eccessiva, i 14 punti consecutivi persi, la velocità ridotta del servizio, il dritto meno arrabbiato e il ricorso qualche soluzione tattica per lui inusuale fanno pensare che ci sia qualche problema. Mentre continua in qualche modo salvare il proprio servizio con la complicità di un Popyrin non abbastanza cattivo, Dominic fa due chiacchiere con il fisioterapista che gli porge una pasticca, forse (dovrebbe sperare l’austriaco) uguale a quella assunta da Del Potro quando gli rimontò due set allo US Open 2017. Supportato dal pubblico amico, Alexei, non abbastanza distratto dalle condizioni dell’avversario da rischiare qualcosa in battuta, approfitta finalmente delle rimesse in campo di Thiem per infilare cinque punti consecutivi in risposta e chiudere il secondo set 6-4. Un altro paio di giochi e Dominic dice che può bastare così. Per lui, che non era sembrato in buonissime condizioni già nel quinto set contro Benoit Paire due giorni prima, un’altra delusione a livello Slam fuori dall’amata terra battuta. Per Popyrin, il best ranking e il terzo turno contro il vincente fra Pouille e Marterer. NISHIKORI NE GIOCA ALTRI 5 – Nervi d’acciaio. Più di qualsiasi dritto, rovescio o gioco di piedi, sono questi l’ingrediente principe quando si compone la ricetta perfetta contro i big server. La consapevolezza di dover rimanere concentrati quasi quattro ore, come capitato a Kei Nishikori oggi, e comunque vincere un incontro su una manciata di punti resistendo a cinquantanove ace. Figurarsi contro il big server per eccellenza, Ivo Karlovic, peraltro caldissimo e reduce dalla finale persa con match point a Pune contro Kevin Anderson. Nishikori dimostra un’attenzione fuori dalla norma quando vola due set a zero, sfruttando l’unica palla break avuta nel primo e curando chirurgicamente la risposta nel tie-break del secondo. Una pausa per pioggia abbozzata, poi lisci fino al finale dei due parziali successivi, dove il watusso croato aggredisce all’ultimo respiro girandosi sul dritto appena può, e in un attimo si va al quinto. Tatticamente, come prevedibile, non ci sono grandi dettagli da raccontare. Il set decisivo quasi regala l’emozione che avrebbe annichilito il folto gruppetto di giapponesi in maglietta fluo ordinatamente disposti sugli spalti: Nishikori recupera da 0-40 nel nono gioco e resiste fino al neonato super tie-break a dieci punti. Un’autentica partita a dama, risolta spingendo dal lato dal rovescio e scalfendo la consueta muraglia eretta a rete dall’avversario. È il secondo match consecutivo che Nishikori vince in cinque set, dopo il ritiro di Kamil Majchrzak al primo turno. Per sua fortuna il prossimo avversario, Joao Sousa, ha ben pensato di presentarsi all’appuntamento nelle stesse condizioni: dopo i cinque set con Pella, anche Kohlschreiber gli ha imposto la lunga distanza senza poter fare di più. Settimo terzo turno Slam per il portoghese, che allo US Open ha anche giocato il suo primo ottavo di finale. FUORI WAWRINKA – L’urna non era stata certo clemente con Wawrinka, piazzandogli subito di fronte Gulbis, ma la buona sorte lo aveva parzialmente risarcito con l’infortunio occorso al lettone dopo un set e mezzo. Contro Raonic, in una partita composta di soli tie-break, nessuna mano amica, anzi, semmai le bastonate severe e infine letali del canadese: 84 vincenti col marchio della foglia d’acero di cui 39 ace hanno rispedito a casa un buon Wawrinka, che per poco non è riuscito a regalare agli spettatori della Rod Laver Arena – che dal 4-4 del terzo set sono stati stipati sotto il tetto causa pioggia – un quinto set che avrebbe meritato per la qualità del gioco espresso ma non per l’attitudine. Lo svizzero si è mosso bene, concludendo l’incontro con un bilancio ampiamente positivo – 66 vincenti e appena 29 errori – ma ha lasciato gli occhi della tigre nel borsone quando si è trattato dei punti veramente decisivi. Non tanto in occasione dei tre set point nel tie-break del terzo set, quando ha potuto appena mettere la racchetta sul servizio avversario, quanto per il dritto fiacco che ha regalato a Raonic il mini-break decisivo per portarsi avanti 2 set a 1. Ancora meno perdonabile, forse, l’atteggiamento passivo con il quale Wawrinka ha servito per vincere il quarto set. Conquistato il secondo break della partita con uno splendido game di risposta, sul 5-3 si è lasciato aggredire senza imporre alcuna intensità allo scambio. Raonic ha restituito il break al suo avversario, attaccando con ogni colpo utile alla causa, per poi accogliere al tie-break un altro dritto incauto del suo avversario, questa volta inside out e soprattutto coincidente col primo e unico match point. Wawrinka bello a metà, Raonic pienamente convincente: tonico, servizio vario e preciso, aggressione costante e proficua della rete. Difficilmente Herbert gli darà fastidio al prossimo turno, all’orizzonte c’è l’ottavo con Zverev, se il tedeschino farà il suo dovere. GLI ALTRI INCONTRI – Prosegue l’anonimato di Chung, che vince appena un set contro un Herbert sempre più (anche) singolarista. In estrema scioltezza gli altri under 23 impegnati, da Coric – che vince da ragioniere contro Fucsovics – passando per Shapovalov, che soffre un solo set con il giapponese atipico Daniel, a Medvedev che innervosisce Harrison a tal punto da fargli accartocciare una racchetta. Al canadese toccherà uno tra Djokovic e Tsonga, e c’è da scommettere che sarà in poltrona per il match di fine programma, mentre Medvedev – che orbita appena più sotto nel tabellone – affronterà Goffin in uno dei terzi turni dal pronostico più difficile. Il belga non è partito benissimo con Copil ma ha rimontato, senza però convincere del tutto. Classifica e stato di forma dicono che a centrare l’ottavo con Djokovic – Tsonga e Shapovalov permettendo – dovrebbe essere il russo. hanno collaborato Carlo Carnevale, Michelangelo Sottili e Alessandro Stella (in aggiornamento) Risultati: [8] K. Nishikori b. I. Karlovic 6-3 7-6(6) 5-7 5-7 7-6(7) [11] B. Coric b. M. Fucsovics 6-4 6-3 6-4 [23] P. Carreno Busta b. I. Ivashka 6-2 6-3 7-6(7) J. Sousa b. [32] P. Kohlschreiber 7-5 4-6 7-6(4) 5-7 6-4 [16] M. Raonic b. S. Wawrinka 6-7(4) 7-6(6) 7-6(11) 7-6(5) [21] D. Goffin b. Marius Copil 5-6 7-5 6-2 6-4 F. Krajinovic b. E. Donskoy 6-4 7-6(8) 7-6(2) [12] F. Fognini b. L. Mayer 7-6(3) 6-3 7-6(5) P.H. Herbert b. [24] H. Chung 6-2 1-6 6-2 6-4 [28] L. Pouille vs M. Marterer [15] D. Medvedev b. R. Harrison 6-3 6-3 6-3 [25] D. Shapovalov b. T. Daniel 6-3 7-6(2) 6-3 [WC] A. Bolt vs [29] G. Simon [WC] A. Popyrin b. [7] D. Thiem 7-5 6-4 2-0 [4] A. Zverev vs J. Chardy [1] N. Djokovic vs [WC] J.W. Tsonga Il tabellone maschile ...

Related posts

Leave a Comment

shares

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi