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Barazzutti e la mancata chiamata a Montecarlo: “Sinner non ha fermato il gioco? La prossima volta lo farà. A me Connors cancellò il segno”-

Il tennis è uno sport di centimetri, ma anche di errori, e questo Sinner lo sa bene. Se nella semifinale con Tsitsipas a Montecarlo l’arbitro Tourte non avesse preso una svista su quella chiamata forse oggi staremmo elogiando l’ennesimo trofeo di Jannik. Ma come ha detto il diretto interessato: “Tutti sbagliano, il mio lavoro non è fare l’arbitro. Gli errori vanno accettati e certe situazioni vanno prese con un sorriso”. A tal proposito Corrado Barazzutti – intervistato dal Federica Cocchi per la Gazzetta dello Sport – ha avuto un’esperienza analoga, allo US Open del 1977 con Connors. “Era un caso diverso da quello di Sinner a Montecarlo. Si trattava della semifinale con Connors. Durante uno scambio, lui aveva tirato un rovescio verso l’esterno, palesemente fuori e non visto dal giudice di linea. Io non ho proseguito lo scambio e ho chiamato l’arbitro a controllare. Peccato che, mentre ero girato di spalle aspettando il giudice, Jimmy arrivò nella mia parte di campo e cancellò il segno passandoci sopra”. Sinner invece non ha fermato il gioco e Tsitsipas ha finito per sollevare il trofeo a Montecarlo. “Ma sono situazioni completamente diverse. In questo caso Jannik non ha fermato il gioco e purtroppo se si prosegue lo scambio, poi non è più possibile chiamare l’arbitro e far controllare il segno”. La decisione di Sinner di non fermarsi comunque la si può anche spiegare comprendendo le normali dinamiche di una partita: “Probabilmente, nella concitazione dell’azione, non ha avuto la certezza matematica che il servizio del greco fosse fuori – ha spiegato l’ex capitano italiano Barazzutti. E curioso che nemmeno la giudice di sedia abbia visto. Forse nessuno dei due era così sicuro. Poi, a gioco fermo, tutto è apparso più chiaro“. E Sinner si sa, è uno che non la butta in caciare, a lui le polemiche non interessano. “Non avrebbe avuto motivo di polemizzare non avendo fermato il gioco. Sono cose che nel tennis possono succedere, Jannik è un giocatore maturo, e poi ha un carattere che non lo porta ad avere reazioni esagerate. Non significa che sia arrendevole, lui è sempre un gran combattente in campo”. Come si suol dire dall’esperienza si impara: “Probabilmente, la prossima volta che avrà il dubbio che la palla sia fuori, si fermerà. Si cresce, si impara a gestire ogni situazione. Jannik è un grande campione sa bene che non è un solo episodio a cambiare le sorti di una partita“. Dal prossimo anno, come annunciato, ci sarà occhio di falco anche sulla terra. “Ha un margine di errore di 3 millimetri per questo non è mai stato usato sul rosso, visto il segno evidente della palla. Per il cemento è tutto molto più chiaro e in molti tornei addirittura c’è la chiamata automatica, che è insindacabile. Forse con tutta questa tecnologia gli arbitri stanno perdendo un po’ l’occhio”. Intanto, sul web, tutti dalla parte di Sinner. Come mai piace così tanto alla gente? “Perché è un ragazzo umile, non mette distanza tra lui e le persone. E sempre gentile, educato. Piace perché è il campione della gente“. ...

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