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Berrettini, semifinale a Vienna e Top 10: “Spero di non abituarvi troppo bene”

LA RACE AGGIORNATA IN TEMPO REALE Dopo averlo ha battuto per la seconda volta in tre confronti con una prestazione maiuscola allo US Open, Matteo Berrettini ritrova Andrey Rublev e lo supera nuovamente senza lasciargli un set in un incontro che non solo vale la semifinale a Vienna, ma è di grande importanza per la corsa alle ATP Finals. Trenta vincenti per Matteo, attentissimo quando ha dovuto annullare le tre palle break concesse e concentrato al massimo nel finale di ogni partita. LONDON CALLING – Matteo occupa attualmente l’ottavo e ultimo posto disponibile per il torneo dei Maestri a quota 2.660, ma i punti ancora in palio questa settimana e ancor la più prossima al Masters 1000 di Bercy tengono spalancata la questione. Tanto più che Roberto Bautista Agut, il primo inseguitore indietro di soli 130 punti, è anch’egli impegnato in un quarto di finale e potrebbe tornare a meno 40. La sfida dello spagnolo contro Reilly Opelka inizia proprio mentre si conclude quella di Berrettini e il tifo trasversale è tutto per il lungo del Michigan, che non avrà un tennis entusiasmante ma in questa occasione andrebbe bene anche se perdesse a zero tutti i game di risposta per poi indovinare un paio di colpi nei tie-break. Al decimo posto della Race c’è David Goffin, battuto proprio da Opelka agli ottavi, seguito da Fabio Fognini che ha subito la stessa sorte del belga per mano di Filip Krajinovic. Come dicevamo, però, i 1.000 punti in palio per il vincitore di Parigi tengono ancora in gioco parecchi tennisti e il precedente di Jack Sock insegna a non liquidare la questione come puramente “aritmetica”. Lo stesso Rublev, grazie a una stagione in continua crescita, è entrato in campo come legittimo aspirante a un biglietto per Londra. Spietato, però, Berrettini lo ha depennato dalla lista dei pretendenti. IL MATCH – Il dritto di Matteo non parte caldissimo e concede qualche errore inatteso, come quello che lo avrebbe portato a palla break già nel primo gioco dopo una buona risposta di rovescio. Nella stessa situazione di punteggio, viceversa, Rublev piazza il vincente, ma il romano cancella l’opportunità con una precisa smorzata, quasi ad affermare che non c’è alcuna tensione nel suo braccio. Il nostro si ripropone di togliere un po’ di tempo cercando l’anticipo in risposta, mentre Andrey cerca per quanto possibile di non farlo colpire da fermo e incassa diversi errori forzati dal lato destro. Tuttavia, proprio dopo un cambio di direzione in uno scambio comandato con lo sventaglio, il russo subisce il dritto vincente dl Berretto per poi trovarsi sotto 15-40 al settimo game, ma resta calmo e non gli permette di giocarsi le opportunità. Ormai si gioca davvero solo quando in battuta c’è Andrey e la palla inizia a scottare: un secondo servizio di Rublev sulla parità atterra cortissimo, i piedi dell’azzurro non reagiscono a dovere e ne esce una ribattuta “sbucciata” che vanifica l’occasione. Matteo però è strepitoso sul 5-5: uno scambio in cui lavora bene con lo slice, una risposta fulminante e una volée bassa che sorprende il moscovita gli valgono il break, prontamente confermato per il 7-5 per il sospiro di sollievo non solo di Santopadre, Rianna e Tomljanovic seduti nel suo angolo. Rublev non ha granché da recriminare e ricomincia a pestare come un dannato con il suo drittone; peccato (per lui) che quello di Matteo pesi di più e, insieme al servizio, lo salva dal 15-40 del terzo game. Il punteggio procede allora seguendo i turni di battuta come nel primo parziale, con l’illusione di un’esatta replica all’undicesimo gioco fatta svanire dal servizio di Andrey sulla palla break portata in dote da un paio di scambi dominati da Berrettini. E allora è tie-break: Rublev sbaglia qualcosa, Matteo è perfetto, almeno fino al 6-2, quando perde un paio di punti forse con il solo scopo di creare suspense – alle stelle sul terzo match point giocato dopo la prima battuta sbagliata. Ma è quello buono e il punto che vale la semifinale arriva, non a caso, al termine di uno scambio portato dalla propria parte sulla diagonale di dritto. Davanti a un avversario in ottima forma che può solo rammaricarsi di un paio di errori nel tie-break, Berrettini si è fatto interprete lucidissimo di un match quasi perfetto e sabato se la vedrà con Dominic Thiem, velocissimo vincitore di un Pablo Carreño Busta costretto al ritiro dopo venti minuti sotto 0-5. La recente vittoria di Shanghai contro l’austriaco in grande spolvero vale più del precedente dello scorso anno al Roland Garros. Il tabellone completo (in aggiornamento) ...

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