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Berrettini si gode la vittoria: “Devo giocare aggressivo. Non ho caratteristiche difensive”

dal nostro inviato a Sofia Al Sofia Open, nel grigiore un po’ mesto della capitale bulgare, Matteo Berrettini ha silenziosamente firmato la vittoria più importante della sua carriera. Non soltanto ranking alla mano – aveva già battuto due top 20, Bautista Agut e Sock, mai un numero 11 quale attualmente è Karen Khachanov – ma soprattutto in relazione alla tipologia di avversario battuto. Il russo ha la stessa età di Matteo (i due sono divisi appena da un mese e due centimetri d’altezza) ma è più avanti nel percorso di maturazione tennistica, avendo addirittura già vinto un Masters 1000, e inoltre pratica un gioco molto simile a quello di Berrettini. Un gioco che alla vigilia si doveva supporre più efficace, ma il tappeto indoor di Sofia ha dato il responso opposto. Con lucidità e pazienza, sfruttando anche qualche nervosismo di troppo del suo avversario, Berrettini si è qualificato per i quarti di finale e ha buone possibilità di entrare per la prima volta in carriera tra i top 50. “Non sono entrato benissimo in campo, lui giocava meglio ed io ero un po’ passivo” ha esordito Matteo ai microfoni di Ubitennis. “Sapevo di dover cambiare marcia. Poi dalla fine del primo set mi sono sentito meglio; l’idea da sempre è quella di giocare aggressivo, anche perché non ho caratteristiche troppo difensive. Sono contento di essere riuscito a fare quello che ci eravamo detti prima del match, nonostante lui abbia giocato bene“. Quindi una battuta sull’accorgimento tattico che gli ha permesso di limitare la potenza di fuoco del suo avversario: l’utilizzo del back di rovescio in fase di manovra. “È una mia caratteristiche che può essere molto utile contro i giocatori a cui piace giocare sempre la stessa palla alla stessa altezza. Credo che su questa superficie paghi tanto perché è molto veloce ed è difficile gestirla. Anche il primo set ho giocato i back ma in modo troppo passivo quindi lui mi faceva male, poi nel secondo e nel terzo sono riuscito a fargli male io“. Al prossimo turno Marius Copil, finalista qui lo scorso anno, o Fernando Verdasco. “Non ho preferenze. Non ho giocato contro nessuno dei due. Verdasco è mancino quindi potrebbe darmi qualche problema in risposta, anche se Copil serve molto forte. Sono due giocatori molto ostici, sarà una partita molto tosta ma avrò anche un giorno per recuperare“. E per godersi questa bella vittoria, che non deve passare inosservata solo perché ottenuta in un torneo minore. Ivan Mrankov ...

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