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CHIAMAMI COL MIO NOME

Primo turno degli Us Open 2019: di fronte Federer e Nagal. C’è chi immagina uno scherzo, mentre chi non è proprio addentro alle vicende tennistiche pensa a un errore di battitura. E magari si interessa pure a quel match, prima di scoprire che Nagal non è la storpiatura di Nadal ma un giocatore indiano, numero 174 Atp, che di nome fa Sumit e che ha una sua dignità e una sua carriera. Non è la prima volta che qualche nome, o una combinazione di nomi, nel tennis fa sorridere. Ancor più oggi, quando i professionisti sono tanti in ogni parte del mondo, e si fa presto a incrociare qualcosa di simile al famoso doppio sudamericano Frana/Lavalle, protagonista ai vertici negli anni Ottanta e Novanta. Restando in tema di ‘cognomi con refuso’, per esempio, si potrebbe incrociare una sfida tra Nadaf e Ciric, dove il primo è l’iraniano Hamidreza (855) e il secondo – ibrido tra Cilic e Coric – è in realtà il serbo Aleksa, best ranking 1698. OMONIMIA CANAGLIA Poi ci sono quei nomi che, semplicemente, si ripetono e riportano alla memoria i professionisti di qualche annetto fa. Perché c’è una parentela diretta o per semplice omonimia. Dunque ecco riapparire Canas-Pavel, che tra gli anni Novanta e l’inizio del nuovo Millennio furono due (intesi come Guillermo e Andrei) ottimi giocatori da seconda fascia, appena dietro i leader. I loro ‘eredi’ di oggi sono rispettivamente Alejandro, spagnolo, numero 1901, e Bogdan, rumeno, numero 1278. Ma nel ranking Atp di lunedì scorso ci sono anche un Arias (Boris, boliviano, 1300), un Cash (il britannico Julian, 1261), un Mantilla (il colombiano Felipe, 1192) e un Chang (l’americano Jonathan, 996). Nulla a che vedere con Jimmy, Pat, Felix e Michael, che non hanno certo bisogno di presentazioni (e se a qualcuno servono, occorre studiare un po’ di storia del tennis). MIELE, TE O CACAO? Omonimia a parte, è l’originalità dei cognomi a creare possibili match da non perdere. Immaginate di seguire un promettente Fortuna-Luck (Italia, 832 – Sudafrica, 1856), o di osservare da vicino un Cornea-Look (Romania, 1008 – Australia, 778). O ancora di appassionarsi alle vicende di Casanova (389) – Falabella (1856), derby argentino tra conquistatori e possibili conquiste: una telenovela più che una partita di tennis. Ci sarebbe grande fair play in un Paz-Pace (Argentina, 794 – Venezuela, 533), mentre verrebbe un po’ di acquolina in bocca in attesa di un Te-Cacao (Cina, 716 – Portogallo, 557) o di un Miele-Olivo (Brasile, 1016 – Argentina, 271), match che peraltro si è giocato davvero: vinse l’argentino 7-6 al terzo. Immaginate invece la confusione (e lo stupore) degli spettatori di fronte a un Ho-Oh (Taipei, 860 – Sud Corea, 1009), oppure l’attesa impaurita di un bambino per Wolf-Mannarino (Stati Uniti, 282 – Francia, 59), forse mitigata soltanto da una sfida Tom-Jarry (Trinidad, oggi senza ranking – Cile, 74). Il più divertente settore di tabellone, però, sarebbe quello composto dalla sfida Ma-Mo (Australia, 1482 – Cina, 1007), con Mu (Cina, 1337) che attende al turno seguente. SUZUKI-FERRARI A MONZA Da sempre sappiamo che il tennis è il secondo sport dei calciatori. Ma se un Francesco Totti, andando a seguire un torneo, dovesse incrociare un match Falcao-De Rossi (Portogallo, 1434 – San Marino, 1265), come la prenderebbe? Forse se lo guarderebbe per intero, e solo in seguito andrebbe sul campo che ospita la sfida Shevchenko-Junior (Russia, 718 – Brasile, 572) per completare la sua giornata. Ma anche chi di calcio non vuole sentir parlare, avrebbe di che divertirsi pensando agli idoli di altri sport. Nel circuito, potremmo trovare una partita ad alta velocità tra Merckx e Bolt (Belgio, 1316 – Australia, 144), o un match da Formula 1 come Suzuki-Ferrari (Giappone, 971 – Italia, 1006), buona esibizione per un eventuale torneo Atp di Monza. Ad attendere, in questo caso non per le interviste ma per un turno successivo, potremmo trovare Gianni Mina (Francia, 1032), con l’accento sulla a proprio come il noto giornalista. THAILANDIA RULES A proposito di interviste, ne chiederebbero da ogni parte del mondo per una sfida da Oscar tra Sorrentino e Newman (Italia, 1045 – Bahamas, 1188), con tanto di fotografi sul campo vicino a immortalare la scena: Bresson e Salgado (Francia, best ranking 1383 – Portogallo, 1426). Certo, questa disamina del circuito così superficiale, un po’ alla Andreozzi-Filin (Argentina, 105 – Bielorussia, best ranking 887), non piacerebbe a due grandi pensatori come Rousseau (Haiti, 1541) e Anton Chekhov (Russia, 1154), che potrebbero dunque accordarsi per giocare un doppio insieme e dimenticare quanto letto. Ma per chiudere, con la benedizione di un match tra Papa (Stati Uniti, 1460) e Roncalli (Italia, 661), è il caso di rivolgere un pensiero all’arbitro di un doppio: Worovin Kumthonkittikul (1393) e Pol Wattanakul (1219) contro Jirat Navasirisomboon (1286) e Palaphoom Kovapitukted (1049). Probabilmente avrebbe preferito imparare a memoria questo articolo, piuttosto che dover ripetere più volte quei quattro nomi thailandesi, frutto evidente di avi con un grande senso dell’ironia. L'articolo CHIAMAMI COL MIO NOME proviene da WeAreTennis. ...

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