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Coppa Davis, Gran Bretagna: “Le assenze di Evans e Murray? Nessun problema con questa squadra”-

Dopo la conferenze stampa di presentazione, per la Fase Finale della Coppa Davis 2023, della Serbia con Novak Djokovic che monopolizzato l’attenzione dei Media, è toccato anche alla sfidante del team balcanico – si partirà domani pomeriggio non prima delle 16:00 – parlare con i giornalisti in vista di un incrocio che mette in palio un posto in semifinale. Vi riportiamo, dunque, le dichiarazioni più interessanti dei componenti della squadra britannica. Ricordiamo che la Gran Bretagna di Leon Smith si presenta a Malaga con due pesanti assenze per infortunio: Daniel Evans e Andy Murray, sostituiti rispettivamente da Joe Salisbury (fresco bi-Maestro di specialità in quel di Torino) e Liam Broady. A completamentelo del quintetto di Sua Maestà, ci sono il n. 1 Cameron Norrie, il n. 2 Jack Draper e l’altro doppista Neal Skupski. D. Mi chiedevo se i ragazzi avessero visto Novak [Djokovic, ndr] giocare alle ATP Finals, in che modo siano stati impressionati dal suo livello e quanto rappresenti una minaccia per la vostra squadra? Jack Draper: “Io sinceramente lo guardo giocare quasi tutte le settimane. Alle ATP Finals ha tenuto un livello di gioco incredibile. E lo ha fatto affrontando tennisti pazzeschi, naturalmente tutti compresi tra i primi 8 del mondo. Quindi è ovvio che si stia parlando di un giocatore davvero straordinario, uno dei i più grandi tennisti di tutti i tempi. Il che renderà particolarmente complessa la sfida di giovedì. Ma sono convinto che l’intera squadra sia pronta a fronteggiare la Serbia e che ci dimostreremo competitivi“. Cameron Norrie: “Sono sulla falsariga di ciò che ha detto Jack [Draper, ndr]. E’ impressionante vedere quello che è stato in grado di fare, mantenendo un livello estremamente costante contro i migliori giocatori del circuito. Sarà un incrocio molto interessante per noi. Poi è la Coppa Davis, c’è molto entusiasmo sugli spalti. Si avverte una pressione differente da quella che si prova in un normale torneo ATP. Io e miei compagni adoriamo quest’atmosfera e non vediamo l’ora di scendere in campo. Ci è voluto un lungo percorso per arrivare sin qui. Abbiamo una grande squadra, siamo tutti pronti a competere“. D. Jack [Draper, ndr], credi che affronterai Laslo [Djere, ndr] domani? L’hai mai incontrato? Jack Draper: “Non posso dire con certezza che lo affronterò. Hanno tante opzioni, tutte molto valide: Djere, Kecmanovic e penso ci sia anche Krajinovic, tre ottimi giocatori compresi fra i primi 50-60 del mondo. Non so con chi dovrò giocare, ma quello che so è che sarà sicuramente una partita difficile Non ho mai giocato con Djere prima d’ora, mentre con Kecmanovic ci ho giocato quest’anno. Ma ribadisco, chiunque affronterò sarà un duro test. Dovrò essere pronto a competere su ogni palla“. D. Liam [Smith, ndr] vorrei sapere qualcosa in più su Dan Evans. Naturalmente siamo anche venuti purtroppo a conoscenza che Andy [Murray, ndr] non poteva essere disponibile. Alla luce di questi problemi, quali sono le tue riflessioni in relazione alle scelte che farai? Capitano Leon Smith: “Il problema di Dan [Evans, ndr] è successo qualche settimana fa, quindi abbiamo avuto tempo e modo per metabolizzarlo e poterci organizzare con l’obiettivo di sopperire alla sua assenza. È stato però un duro colpo per tutta la squadra. E’ stato con noi in Colombia ad inizio anno per il preliminare, e ovviamente ha poi svolto un ruolo cruciale a in Manchester sia in singolare che in doppio. Dopodiché recentemente è accaduto che anche Andy non fosse in grado di darci una mano, è molto dispiaciuto di non essere qui assieme ai suoi compagni. Tuttavia, debbo dire che il fatto di avere una profondità di squadra nettamente superiore per qualità rispetto a qualche stagione fa, ci permette tutto sommato di poter affrontare l’emergenza della doppia assenza abbastanza serenamente. E’ però inevitabile che se fossimo stati al completo, avremmo potuto scegliere in base al momento di forma attuale, non solo per quanto riguarda i singolari ma anche per il doppio in quanto avremmo avuto diverse coppie da poter schierare. Detto questo, come ho detto ai ragazzi, sono convito che allo stesso tempo ci sia un innegabile lato positivo considerando la conformazione della squadra qui a Malaga. Prima di tutto abbiamo giocatori che sono reduci da un periodo straordinario. Prendiamo ad esempio Joe [Salisbury, ndr], è arrivato qui dopo aver vinto lo US Open e le ATP Finals. E’ semplicemente fantastico averlo con noi. Infine ci ha raggiunto all’ultimo minuto anche Liam [Broady, ndr] che quest’anno ha fatto benissimo raggiungendo la Top 100 per la prima volta in carriera. Se riavvolgiamo un attimo il nastro ci accorgeremmo che 5 o 10 anni fa non ci saremmo mai potuti neppure sognare di avere una squadra così lunga e completa. E questo è solo merito dei ragazzi, che stanno facendo delle cose meravigliose esprimendo un tennis di livello altissimo. Con Liam [Broady, ndr] e Joe [Salisbury, ndr] che si sono uniti a Neal [Skupski. ndr], Jack [Draper, ndr] e Cam [Norrie, ndr], possiamo veramente contare su una grande squadra. Inoltre ciò che maggiormente mi riempie d’orgoglio è che tutti sanno qual è il loro ruolo in squadra e sono consapevoli che il mattoncino di ognuno è fondamentale se si vuole raggiungere il successo come team. Non c’è ambiguità su chi debba giocare o aspettare il proprio turno. Non c’è nessun giocatore che viene a chiedermi di farlo giocare al posto di un altro. Non c’è egoismo o invidia, ognuno gioisce per il successo del compagno e viceversa. C’è un grandissimo spirito di squadra e credo questo faccia la differenza in una competizione a squadre“. D. Una domanda per Joe [Salisbury, ndr]. Quanto significa per te ritornare a far parte di questa squadra? Se dovesse essere schierato, non vedresti l’ora di giocare contro Novak [Djokovic, ndr] in doppio? Joe Salisbury: “Sì assolutamente. Mi piace tantissimo far parte di questa squadra, non vedo l’ora di scendere in campo. Adoro giocare negli eventi a squadre, soprattutto quando rappresenti il tuo Paese. E’ il massimo palcoscenico, il più prestigioso per ogni sportivo che si rispetti. Ho sempre dichiarato, anche in passato, che sono disponibile a giocare in qualsiasi circostanza per maglia britannica in Coppa Davis. Sono pronto a dare una mano ai miei compagni. Se dovessimo affrontare Novak [Djokovic, ndr], sarebbe ovviamente una sfida enorme. Non gioca spesso il doppio ma stiamo probabilmente parlano del più grande di sempre nel tenere una racchetta in mano. Sarebbe molto dura doverci giocare contro. Siamo però pronti ad ogni evenienza.“. D. Liam [Broady] volevo soltanto chiederti se puoi dirci qualcosa su dov’eri e che cosa stavi facendo quando hai ricevuto la chiamata del Capitano. Ovviamente sei stato convocato perché ci sono state delle defezioni dell’ultimo minuto. Leon [Smitih, ndr] ha detto che ci sono gerarchie molto chiare nella squadra, quindi volevo sapere quale pensi sia il tuo ruolo nel team e su cosa ti concentrerai nel lavoro che svolgerai questa settimana? Liam Broady: “Sì, ero in Francia, a Calais a giocare alcune partite di Club. Sono naturalmente contento di essere stato preso in considerazione e di nutrire da parte del Capitano grande attenzione, dato che mi ha sempre tenuto d’occhio e nel momento del bisogno mi ha chiamato. E’ come se mi fossi preso dieci giorni di ferie. A parte le battute, è sempre un privilegio essere in Coppa Davis. Non importa se si scende in campo o meno. Quindi per quanto mi riguarda penso che debba allenarmi al massimo ed essere pronto a cogliere l’occasione qualora si presentasse. Poi con gli altri ragazzi ho un rapporto meraviglioso. Inoltre l’intero staff tecnico e tutti gli altri che lavorano dietro le quinte sono tra i migliori al mondo, perciò non posso che essere felicissimo e onorato di far parte di questa spedizione“. D. Mi piacerebbe sapere da Skupski in particolare, che cosa ne pensa di quei giocatori che giocano il doppio pur non essendo specialisti? Sei attualmente tra i migliori esponenti mondiali della disciplina. Tuttavia potrebbe essere necessario giocare contro Djokovic, il quale non gioca quasi mai doppio. Qual è la differenza, dal tuo punto di vista, nel giocare contro un giocatore che non gioca così spesso il doppio? E poi volevo domandarti, guardando più in là, cosa potrebbe succedere se eliminaste la Serbia. A quel punto quasi sicuramente dovreste giocare contro l’Italia, la quale in un eventuale doppio decisivo schiererebbe Sinner che non è uno specialista. Qual sono le differenze? Neal Skupski: “Prima di tutto l’Italia deve ancora giocare contro l’Olanda, devono ancora passare. (Risate, ndr.) Sì, come hai giustamente detto, quando il doppio viene giocato da uno specialista che non ha troppe partite in carriera nella nostra disciplina, è naturale che sia diverso. Quello che però in questi casi si può fare per prepararsi al meglio è allenarsi duramente, se serve raddoppiando le sessioni giorno dopo giorno. Cosa che abbiamo fatto. Certamente, noi doppisti siamo più veloci e reattivi vicino alla rete rispetto ai singolaristi. Dall’altra parte, è altresì vero che invece loro colpiscano molto meglio la palla da fondo, soprattutto in risposta. Io e Joe [Salisbury, ndr] dovremmo fare la nostra partita, interpretandola da doppisti ossia proiettandoci costantemente a rete per togliere tempo. Abbiamo già giocato in coppia e sappiamo come muoverci per coprire al meglio il campo. Siamo in grado di esprimere un livello di tennis molto buono. Non vediamo l’ora di scendere in campo, qualunque coppia la Serbia metterà in campo. Hanno cinque opzioni diverse, quindi altrettante combinazioni possibili“. ...

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