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Djokovic e il ritiro dal tennis: “Vale la pena andare avanti?”-

Novak Djokovic a quasi 37 anni è ancora l’uomo da battere del tennis mondiale: ha chiuso l’anno al numero 1 del mondo per l’ottava volta in carriera e nel corso del 2023 ha vinto tre slam (Australian Open, Roland Garros e US Open) e solamente un brutto schiaffo al volo su una palla break nella finale con Carlos Alcaraz non gli ha verosimilmente consentito di esultare anche a Wimbledon. A novembre ha oltretutto alzato per la settima volta in carriera il trofeo delle ATP Finals, sconfiggendo Jannik Sinner nella finale di Torino: un tennista di fatto – e al netto della sua carta d’identità – nel pieno di uno dei migliori momenti della carriera, praticamente al meglio delle sue condizioni psicofisiche, con una capacità mostruosa di giocare e vincere i punti importanti. Un margine nei confronti dei giovani avversari, spesso anche di 15 anni più giovani, che aumenta ancora di più nei tornei più prestigiosi, quelli del Grande Slam (24 successi in 36 finali, negli ultimi anni le sue sconfitte a livello Major si contano sulle dita di una mano).  Roger Federer quando si è ufficialmente ritirato dal tennis professionistico non aveva più una classifica ATP, Rafa Nadal ha appena cominciato quello che forse sarà il suo ultimo anno nel circuito con l’ennesimo infortunio e un ranking di numero 672 mentre Nole è ancora lì, in vetta, indiscutibilmente il favorito principale di qualsiasi torneo al quale decide di iscriversi, come ad esempio l’Australian Open che comincerà domenica 14 Gennaio e dove lui ha trionfato in 10 occasioni. Ma in un’intervista concessa alla testata serba Sport Klub Nole ha lucidamente ragionato sul suo futuro, sul rapporto coi figli e sulla vita nel tour a 37 anni: “Ad essere sincero, sono un po’ diviso. C’è sempre una parte di me, il ragazzo giovane che ama il tennis e sa tutto di questo sport, che dà tutta la sua vita per questo. Quel ragazzo vuole ancora continuare. Dall’altra parte, sono padre di due figli e sono lontano dalla mia famiglia. Ogni volta che viaggio per un lungo periodo mi si spezza il cuore. Penso sempre a quanto tempo dovrei giocare, quanti tornei, se ne vale la pena. Ho iniziato questa stagione come faccio di solito, arrivando presto in Australia. Adoro giocare qui, è il posto dove ho avuto più successi in tutta la mia carriera nel Grande Slam. Dopodiché, non lo so“. Gli ultimi obiettivi della carriera, le priorità e le fatiche del viaggio: ”Ho sempre le idee chiare su dove voglio arrivare, quali sono gli obiettivi: gli Slam e le Olimpiadi, ma a parte questo non ho idea di quali tornei giocherò o non giocherò. Ho ancora fame, voglio continuare a gareggiare. Ma riguarda di più l’aspetto emotivo, qual è la mia priorità. Il tennis è la mia priorità da più di 20, 30 anni e non voglio perdere troppi momenti con i miei figli” Attualmente diventa davvero complicato anche solo immaginare uno scenario del genere, considerando la forma fisica e la sicurezza del campione serbo, ma prima o poi anche Djokovic saluterà il circuito: “Mi piacerebbe essere ricordato come qualcuno che ha dato tutta la sua vita a questo sport, che ha giocato con il cuore e l’anima, che ha dato tutto in campo e cercato di migliorare la vita dei colleghi tennisti. Spero di ispirare molti giovani a prendere in mano una racchetta” ...

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