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Francesca Jones oltre ogni limite: si qualifica per l’Australian Open con otto dita

Oltre i limiti del possibile – almeno quello che si immaginava come tale – c’è Francesca Jones. Che lasciando un solo game alla cinese Jiajing Lu si è messa al collo il pass per l’Australian Open, traguardo enorme per il tunnel che ha dovuto attraversare. La ventenne di Leeds, numero 241 WTA, è affetta da una malattia rara e sulla carta invalidante per una sportiva professionista. Per colpa della ectrodattilia-displasia ectodermica (sindrome EEC, per comodità), si ritrova con le dita centrali delle mani e dei piedi fuse tra loro. Ne ha quindi quattro per mano e sul piede sinistro, appena tre sul piede destro, dopo aver subito una serie di interventi chirurgici adattativi. In aggiunta – e sembra quasi nulla, in un quadro così complesso – varie problematiche alla pelle, ai denti, ai capelli. Sullo sfondo c’è però una sconfinata passione per il tennis, oltre a una famiglia in grado di sostenerne lo spirito di sacrificio. “I dottori mi hanno sempre detto che non avrei potuto giocare – le sue parole in un’intervista al Guardian -, la mia reazione è stata provare a dimostrargli che stessero sbagliando, farlo anche per i tanti ragazzi che hanno questo tipo di problemi. Forse non ho un corpo adatto, ma anche una Rolls-Royce è costruita da zero“. GIOCARE A CARTE – In realtà, per gli ostacoli che ha dovuto superare, il paragone motoristico che viene più immediato non è con una berlina di lusso. Francesca è stata fortemente sostenuta dalla famiglia e all’età di dieci anni si è trasferita a Barcellona, diventando allieva dell’Academia Sanchez-Casal. Tra le mani ha sempre avuto una racchetta più leggera, per rendere meno complesso (si fa per dire) il problema dell’impugnatura. Nella quotidianità degli allenamenti, tante le ore dedicate alla postura dei piedi, al loro movimento, più in generale allo sviluppo dell’equilibrio. Un gap costante da rimontare, una sintesi concettuale di disarmante efficacia: “È come giocare a carte con un mazzo leggermente diverso da quello degli altri: non significa che hai già perso. Ho trasformato la mia diversità in un vantaggio, per esempio sfruttando il fatto che tutti gli altri pensino, sbagliando, che io parta svantaggiata“. INSPIRATION Francesca Jones – born with Ectrodactyly Ectodermal Dysplasia – has just booked her first trip to a Grand Slam main draw!#AusOpen | #AO2021 pic.twitter.com/lPbJ3X8t1t— #AusOpen (@AustralianOpen) January 13, 2021 LA RINCORSA – E poi c’è la piena consapevolezza del proprio essere e del proprio percorso, perché alla maturità ci è arrivata presto. “Ho imparato a essere indipendente – ha raccontato alla BBC dall’hotel di Doha – e a sviluppare il mio carattere. Nelle condizioni in cui sono avrei anche potuto subire atti di bullismo, ma ho una personalità tale che mi scivola tutto addosso. Se vogliono offendermi, il problema è il loro e non il mio“. Jones fa base ancora a Barcellona, ma approfitta anche delle strutture del centro tecnico federale di Roehampton per sfruttare al meglio i periodi che trascorre in patria. Si trovava proprio al National Tennis Centre quando, a marzo, il premier britannico Boris Johnson annunciò il primo lockdown. “Sono stata l’ultima atleta a lasciare il centro – racconta – in quello che è stato l’ultimo giorno di normalità. Intuendo la situazione, ho chiesto al capo della sicurezza se potessi prendere in prestito degli attrezzi. E così, durante il lockdown, mi sono allenata tutti i giorni con mio padre allestendo una palestra nel garage di casa“. Quasi un gioco, per chi del superamento dei limiti ne ha fatto una ragione di vita. E così è partita la rincorsa: ad agosto il torneo di Praga, l’unica presenza nel circuito maggiore prima di tanti W25 (Tarvisio, Zagabria, Reims, Istanbul, Las Palmas). I gradini da cui spiccare il volo verso l’Australia, passando da un’indimenticabile trasferta a Dubai. Il quadro completo delle qualificate all’Australian Open 2021 ...

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