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I TRE OBIETTIVI DI GIULIA CAPOCCI

Giulia Capocci a Melbourne, dopo essere entrata tra le prime 8 al mondo (primo traguardo), ha realizzato anche il secondo che si era posta quando ha cominciato col tennis in carrozzina: giocare in uno Slam. “Il terzo? Tokyo 2020” da Melbourne, Angelo Mancuso I suoi occhi marroni ti fissano e in quella luce c’è un mondo, il mondo di Giulia Capocci: “Gioco a tennis in carrozzina, che è un modo di giocare a tennis. Io mi sento una tennista, non una ragazza su una sedia a rotelle”. Ventisette anni, gli ultimi 6 passati su una carrozzina. È fra le tenniste più forti al mondo e sorride dopo l’allenamento a Melbourne Park in vista degli Australian Open: il torneo di tennis in carrozzina è in programma dal 23 al 26 gennaio. “Mi alleno, prendo confidenza con i campi e il fuso. Il sorteggio mi ha riservato la giapponese Yui Kamiji, testa di serie numero due”, racconta. Il tennis in carrozzina ha le stesse regole del tennis per normodotati, con l’eccezione che la pallina può rimbalzare più di una volta sul campo avversario. Giulia è numero 5 nel ranking mondiale ITF. “Anche prima della malattia che mi ha portato via una gamba ero una tennista, ma non facevo grandi risultati. È con il tennis in carrozzina che sto bruciando le tappe. Soprattutto lo sport mi ha dato una grande mano. È stata dura, ma proprio la mia passione per il tennis, sport che pratico dall’età di dieci anni, ha fatto sì che tornassi a essere più forte di prima”. Terza al Master in FloridaMa c’è molto di più. Il tennis in carrozzina non è uno sport che fa sconti e serve una grande forza di volontà per primeggiare. “Adesso ho una nuova opportunità, lo sport per me è vita. Il tennis è soprattutto un confronto con se stessi, un allenamento fisico e mentale, è una disciplina che ti mette a dura prova, in quello in carrozzina poi c’è grande empatia tra atleti, anche se in campo ognuno cerca di fare il suo”. E tra le crepe della vita l’oro di Giulia sta iniziando a luccicare. Lo scorso dicembre si è piazzata al terzo posto in una delle competizioni più importanti al mondo, il NEC Wheelchair tennis Master ITF ad Orlando, in Florida. Un piazzamento che la inserisce di diritto nell’élite del tennis mondiale femminile in carrozzina, aprendo nuovi e importanti scenari per il futuro dell’azzurra. Mai nessun’altra giocatrice italiana era riuscita a ottenere un risultato di questa portata e quello che è doveroso sottolineare è il fatto che Giulia, vista la poca esperienza di partecipazione a competizioni di questo livello, ha molti margini di crescita. “Quando ho cominciato, anzi ricominciato, mi ero posta tre obiettivi: entrare tra le prime otto della classifica mondiale. Bene ce l’ho fatta, anzi sono quinta. Partecipare a un torneo del Grande Slam e sono qui a Melbourne, e partecipare nel 2020 alle Paralimpiadi di Tokyo”. Da Arezzo a PoirinoUna storia diversa, di vita vera, di sport che salva e di sogni in grande. Ma fuori dal campo da tennis è una ragazza come tante: “Mi piace la meccanica, andare al cinema, ascoltare musica e stare in compagnia. Ho un carattere forte e passionale, non riesco mai a stare ferma”. È nata a Montevarchi, prima viveva a San Giovanni Valdarno e ogni giorno si allenava al centro sportivo Giotto della vicina Arezzo. Nel 2017 Giulia si è trasferita dalla Toscana in Piemonte, a Poirino, piccolo comune in provincia di Torino, per inseguire i suoi sogni. “Ho deciso di intraprendere una nuova avventura, lontano da casa”. Si allena al Poggio Agrisport seguita dal coach Graziano Silingardi. Per inseguire un sogno senza porsi limiti. E senza paura. ...

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