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Il tennis e l’arte: alla scoperta della collezione Clerici

È un percorso inedito quello che Gianni Clerici ci suggerisce, con un nuovo appuntamento in libreria. Il tennis nell’arte (Mondadori, 2018, 36 euro) è l’ultima opera del maestro di giornalismo e di scrittura, che fa coesistere nelle 352 pagine alcune sue grandi passioni: la pittura e la scultura, lì dove toccano lo sport a cui ha dedicato la vita. Con la consueta ironia, in 68 (brevi) capitoli Clerici traccia un’inedita storia di racchette e palline nell’arte. Molti sono infatti i grandi pittori che hanno raffigurato il tennis dall’antichità a oggi: da Desubleo a Tiepolo, da Chardin a Goya, Boccioni, Campigli, Carrà, Hopper. Tra gli scultori, non manca il riferimento alle opere di Calder, Thayaht e Tongiani.   Il tratto distintivo del libro è chiaramente la sintesi: tra la storia dell’arte e quella del tennis, tra le caratteristiche delle grandi opere analizzate e le vicende personali dell’autore, raccontate con la consueta penna raffinata e divertente senza lesinare su aneddoti che coinvolgono personaggi più o meno famosi. Nell’occasione, Clerici accompagna il lettore anche alla scoperta della sua ricca collezione familiare di quadri e sculture. La narrazione, accompagnata dalle immagini, segue l’ordine cronologico e le oltre 100 opere sono corredate dalle schede dettagliate di Milena Naldi, storico dell’arte. Il libro è stato presentato per la prima volta lo scorso 10 dicembre al circolo Virtus Tennis Bologna. “5oo anni di tennis”, la “bibbia” che tutti dovrebbero avere ...

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