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Indian Wells, spunti tecnici: Auger-Aliassime, elasticità e rapidità di piedi da pugile

da Indian Wells, il nostro inviato “Float like a butterfly, sting like a bee: his hands can’t hit what his eyes can’t see“. La celebre frase di Muhammad Alì (detta in occasione dell’ancor più celebre “Rumble in the Jungle“, lo storico evento pugilistico, roba da un miliardo di telespettatori dell’epoca, organizzato nel 1974 a Kinshasa, nell’allora Zaire – adesso è la Repubblica Democratica del Congo – che lo vide battere per KO all’ottavo round il campione dei pesi massimi George Foreman), si adatta perfettamente al modo di stare in campo di Felix Auger-Aliassime, soprattutto la prima parte. Perchè il teen-ager canadese, farà 19 anni l’8 agosto, ha delle movenze in fase di ricerca della palla con i piedi con pochi eguali, anche in un circuito ATP pieno di grandissimi atleti perfettamente preparati fisicamente. “Fluttua come una farfalla, pungi come un’ape“: Felix fa esattamente questo, il suo gioco di gambe è tecnicamente impressionante, e gli permette di scatenare un gran bel tennis di pressione da fondocampo che lo sta rapidamente portando verso i piani alti della classifica. Dritto, rovescio e servizio sono ineccepibili, ben portati, moderni ed efficacissimi. La vera differenza, però, Aliassime la fa dalle ginocchia in giù, con una capacità di produrre “split step” ravvicinati e precisi a un ritmo spaventoso. Sono cose che in televisione si notano meno, ma da due metri e di fianco fanno rimanere a bocca aperta. Andiamo in compagnia sul “practice court 9” del Tennis Garden di Indian Wells a vedercelo per bene, frame-by-frame. Iniziamo dal rovescio. Dall’alto in basso, vediamo tre saltelli leggerissimi, con i piedi che appena sfiorano il terreno, prima della “pedata” finale in avanti con la gamba destra che lo porterà a effettuare lo swing a colpire. Le immagini parlano da sole, l’impressione di totale e costante dinamicità è incredibile. Ancora più notevole è l’azione delle gambe di Felix quando si gira per cercare il dritto anomalo, il suo colpo più incisivo. Qui sopra, saltello numero uno, indietreggiando leggermente e arrivando allo step in dinamica con i piedi paralleli alla riga di fondo, l’impostazione è una open stance classica. Qui sopra, saltello numero due, inizia la rotazione del piede destro verso l’esterno a liberare l’articolazione del ginocchio, che andrà a caricare la spinta dal basso. Contemporaneamente, è iniziata anche la rotazione busto-spalle, la mano sinistra accompagna la racchetta all’indietro sostenendola all’altezza del cuore dell’attrezzo, che è perfettamente verticale. Di solito, a questo punto un giocatore “normale” conclude il backswing di preparazione, e molla la botta in avanti. E invece: come vediamo qui sopra, Felix è talmente rapido da avere il tempo di effettuare un ulteriore split-step di aggiustamento, il saltello numero tre, per essere ancora più preciso nella distanza dalla palla. Non è nemmeno iniziato il movimento a colpire, e questo fenomeno ha già fatto tre step a piedi pari in meno di un secondo. Ed ecco lo swing a colpire, tecnicamente perfetto, che va a far ricadere il giocatore sul piede opposto, il sinistro. Come detto, però, non è l’esecuzione in sè a essere eccezionale, ma la frenetica, chirurgica rapidità e precisione del balletto “da pugile” che Felix ha effettuato girando intorno alla palla, come se la Penn Tour fosse un avversario da stuzzicare col jab per poi affondare un diretto. Ma tutta questa meraviglia di footwork va assolutamente apprezzata con un paio di brevi video, gli stessi da cui sono stati estrapolati i frames analizzati. Qui sopra, i movimenti di Felix al rallentatore, un piacere per gli occhi di un tecnico, ma spero anche degli appassionati. Qui sopra, giusto 3 secondi con il dritto analizzato prima, vi invito ad ascoltare il suono delle suole di Felix , per rendervi conto del ritmo fuori dal mondo dei suoi appoggi, oltre che ammirare quanto sia mostruosamente rapido, tanto da dare l’impressione visiva di fluttuare sul campo, proprio come una farfalla. Uno, due, tre, bum: e arriva la puntura dell’ape, ovvero un gran drittone inside out. Ne ha già punti tanti, e tanti altri ne pungerà in futuro, il nostro amico Aliassime. Fin dove potrà arrivare, non lo so. Come sempre, nel tennis le variabili sono troppe per dare certezze assolute, se dovessi esprimere un dubbio su Felix, ma badate bene, sto facendo l’avvocato del diavolo, è che non vedo grandi margini di miglioramento. Perchè è già fortissimo così. Da allenatore, non saprei dove lavorarci. Per confrontarlo con altri “ragazzetti terribili” in piena rampa di lancio (anzi, già belli che lanciati), Sascha Zverev deve crescere a rete, Denis Shapovalov deve imparare a tirare un colpo interlocutorio ogni tanto, Stefanos Tsitsipas deve dare concretezza al suo tennis soprattutto dal punto di vista mentale, cose così. Si vede bene dove potrebbero fare il salto di qualità definitivo. Aliassime è pressochè perfetto, tira forte dritto e rovescio, batte alla grande, si muove come un leprotto. Due anni e mezzo fa ero andato a vederlo battere proprio Tsistsipas in semifinale allo US Open junior, e già quella volta non scherzava. Il dubbio, quindi, è che al suo massimo potenziale sia già arrivato o quasi, mettere su più di tanto peso e muscoli magari potrebbe migliorargli qualcosa come la capacità di caricare il top-spin o i kick con la seconda di servizio, il rischio però è che si possa rendere meno esplosivo ed efficace il meraviglioso gioco di gambe visto più su. Ma se pure Felix fosse già al suo meglio, stiamo parlando di un livello da top-20 fisso come minimo, il che non mi pare affatto male. Però fare l’avvocato del diavolo non mi piace, specialmente mentre ammiro da due passi dettagli tecnici tanto strepitosi da essere quasi unici. Quindi, forza Aliassime, vediamo quanto in alto saprà volare la farfalla. Intanto stanotte tornerà in campo, attorno all’1 italiana, per contendere a Nishioka un posto agli ottavi di finale. ...

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