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ITALIA SULL’ERBA: SCARPE PUNTINATE, RACCHETTE A PUNTINO

L’incordatore degli azzurri ci spiega come i giocatori hanno messo a punto al loro attrezzatura per affrontare l’India sull’erba di Calcutta. Le calzature hanno una suola speciale mentre per le racchette hanno mantenuto corde e tensioni usate agli Open d’Australia di Enzo Anderloni Non sarà una passeggiata, un pic-nic sui prati indiani, anche se il migliore dei nostri avversari, Prajnesh Gunneswaran è solo n. 102 del mondo. A partire dai campi, con l’erba troppo alta e i rimbalzi irregolari, Calcutta mantiene anche a Terzo Millennio inoltrato il fascino del territorio da conquistare un passo dopo l’altro. I nostri ci sono arrivati con le scarpe adatte (quelle speciali per il tennis su erba, con la suola puntinata, qui accanto le Asics di Fabbiano) eppure faticano: nei cambi di direzione si fa fatica a stare in piedi. E non c’è spazio per mettere le mani avanti: bisogna adattarsi velocemente (anche alle volatili palle Wilson Us Open di Calcutta, provenedo dagli Open d’Australia dove si giocava con le Dunlop, meno veloci e più consistenti). A cercare di mettere gli azzurri nelle condizioni ideali per esprimere il loro miglior tennis si impegna con un lavoro certosino di taratura Pier Paolo “Jambo” Melis, l’incordatore ufficiale delle nazionali italiane. È’ sempre lui che si prende cura delle racchette dei nostri e ci racconta le loro scelte per la sfida con Gunneswaran, Ramanathan e soci. “Seppi, che sarà il primo a scendere in campo – spiaga Melis - gioca con la sua solita Pro Kennex Q Tour 325, più lunga del normale (70 cm invece cha i classici 68,5) che pesa, con le corde, ben 370 grammi. Anche l’incordatura non cambia rispetto alle sue normali abitudini: sintetico monofilamento Luxilon Alu Power, montato a 2 nodi con schema Atw. La tensione è contenuta: kg 22/21”. “Matteo Berrettini, secondo singolarista, usa una Head Extreme MP – continua “Jambo”, ormai da anni compagno d’avventure degli azzurri in giro per il mondo – Misura di manico n.3, finita pesa 350 grammi. Per l’incordatura, anche Matteo vuole una tensione contenuta, 23/22 kg: la corda è una Signum Pro Firestorm, monofilamento sintetico, calibro 1,30”. La squadra sta lavorando da giorni sui campi del Calcutta South Club e Melis ha avuto modo di curare nei dettagli gli attrezzi di tutti e 5 i convocati da capitan Barazzutti. “Thomas Fabbiano quest’anno ha cambiato racchetta, passando dalla Wilson Burn alla Head Speed Pro (nella foto), il telaio di Djokovic e Zverev, versione con pattern 18x20. Il suo attrezzo incordato pesa 329 grammi, con bilanciamento a 32,2 centimetri dall’estremità del manico. Rispetto alla racchetta che usava in precedenza è salito di peso arretrando però il bilanciamento. La corda è la stessa di Seppi, monofilo Luxilon Alu Power, alla tensione di 22,5/20,5 kg. Curiosa la sua abitudine di montare l’overgrip avvolgendolo al contrario, come farebbe un mancino. Dice che così lo sente più morbido. Fabbiano e Seppi tra l’altro usano un manico piccolo, n.2”. “Ha cambiato qualcosa anche Simone Bolelli –spiega lo stringer cagliaritano – Sulla sua Babolat PureAero VS da 346 grammi monta un’incordatura ibrida tutta sintetica: monofilo Tecnifibre Black Code calibro 1,28 sulle verticali e Tecnifibre Razor Code calibro 1,25 sulle orizzontali. La sua tensione è la più alta del gruppo: 29/28 kg”. Appurato che per tirare le sue cannonate in doppio Bolelli si fa preparare una vera e propria ‘tavola’ resta solo da guardare da vicino l’arma di Marco Cecchinato, che è lo stesso modello del ‘Bole’ (Babolat Pure Aero VS) ma incordato a una tensione molto più ‘umana’. “Il Ceck – finisce di raccontarci ‘Jambo’ - monta un sintetico monofilamento Babolat RPM Blast, lo stesso che usa Rafael Nadal. La tensione è 22/23 Kg. La sua racchetta finita pesa 350 grammi. Per il grip ha gusti raffinati: sceglie l’antico piacere del cuoio naturale”. Pronti in campo venerdì 1 febbraio alle 6.30 italiane: l’attrezzatura è tarata a puntino. Forza azzurri. ...

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