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ITALIANI DOWN UNDER: DA MELBOURNE SI RINNOVANO LE AMBIZIONI

I nostri tornano da Melbourne con tante certezze in più. L’infinito Seppi tiene il bilancio Slam in positivo, Fognini sbatte sulla sua ‘bestia nera’, ma Fabbiano e Travaglia danno ottimi segnali. Come Camila Giorgi di Alessandro Mastroluca - foto Getty Images I complimenti per l’aggressività in risposta non cancellano il rimpianto per la sfortuna nei sorteggi di Matteo Berrettini. Prima prende Bautista-Agut, uno dei più in forma dell’anno, poi all’Australian Open ha esordito contro Tsitsipas. E non ha nemmeno sfigurato. Anzi.L’Italia torna dall’Australia senza piazzamenti nella seconda settimana ma con qualche interessante certezza in più. Torna con le sicurezze di Thomas Fabbiano, che ha confermato come il tennis non sia solo questione di centimetri, che l’altezza sarà anche mezza bellezza ma non sempre fa vincere. Il successo al quinto set su Reilly Opelka, gigante di due metri e 11, è un inno all’intelligenza e alla completezza tecnica del pugliese che ha subito 67 ace (quinta prestazione all-time) ma ha saputo superare i limiti e la noia che giocare una partita simile comporta. “Le ho provate tutte, ma non c’era verso di capire dove tirasse. Finché alla fine ho deciso di mettermi sul corridoio, obbligandolo ad andare dove volevo io”, ha detto. Così lo porta al tie-break del quinto, come “una finale ai rigori”. E lì, chiedere alla Francia, gli italiani quando ci si mettono sanno fare meglio. Fabbiano, non contento, al terzo turno per due set ha fatto innervosire e non poco anche Grigor Dimitrov: forse il bulgaro non si aspettava una resistenza simile dall’azzurro che non ha mai battuto un top 30 in uno Slam. Ottimismo azzurroL’Italia torna con le rinnovate ambizioni di Stefano Travaglia, che al secondo turno ha spinto al quinto set il numero 20 del mondo, Nikoloz Basilashvili, prima che il vento girasse. E non è solo una metafora. “Dal quarto set le condizioni sono totalmente cambiate - ha detto l’azzurro -. Nei momenti in cui sono andato sotto ho sempre avuto una buona reazione riuscendo a recuperare il break di svantaggio. Questo vuol dire che in campo ho fatto il mio e questo mi fa essere ottimista per il prosieguo della stagione”. Insomma, una sconfitta che brucia sì, ma lascia intravedere ragioni di ottimismo. Come il quinto set di Vanni contro Pablo Carreno Busta, poi furioso nell’ottavo di finale contro Kei Nishikori per una chiamata contestata (vedi pagina precedente). Fognini & SeppiLo stesso Carreno su cui si è fermato Fognini, per la sesta volta in sei confronti diretti: perché le bestie nere nel tennis esistono, e certi numeri contano. Seppi, tradito dal quinto set nel terzo turno contro lo statunitense Frances Tiafoe che poi ha eliminato Dimitrov nel giorno del suo ventunesimo compleanno e si è commosso perché grazie al tennis ha cambiato la vita anche dei suoi genitori, mantiene comunque un bilancio positivo in carriera negli Slam: 57 vittorie e 56 sconfitte, un inno alla regolarità nel lungo periodo nient’affatto banale. Giorgi più maturaAnche il percorso di Camila Giorgi racconta un possibile nuovo inizio. Ha dominato Dalila Jakupovic, slovena entrata per la prima volta fra le prime 100 del mondo l’anno scorso, e Iga Swiatek, polacca leggerina dal tennis tutto angoli che si ispira alla “Maga” Radwanska. Contro Karolina Pliskova al terzo turno, una volta entrata nello scambio ha tenuto il palleggio anche ad alto ritmo e ha fatto spesso più gioco della numero 7 del mondo. Le è mancata un po’ di incisività contro la seconda nel primo set, e un po’ di controllo dell’emotività nei momenti chiave della partita. Il gioco però, sempre fulmineo e aggressivo, è più modulato, maturo, meno frettoloso e più consapevole. Considerato che in questo passaggio di tempo, il tennis delle ‘colpitrici’ sembra pagare più dello stile più difensivo delle contrattaccanti o quello più pensato di giocatrici come Kasatkina o Sevastova, il 2019 della numero 1 d’Italia può regalare molte soddisfazioni. ...

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