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Jannik Sinner: “Vagnozzi è bravo nella tattica, Cahill sa motivarmi: ecco il mio nuovo equilibrio”-

Tra due giorni Jannik Sinner farà il suo esordio ad Umago in qualità di secondo favorito del torneo, su una superficie che quest’anno gli ha dato risultati costanti. Torna sul circuito tre settimane dopo dopo aver sfiorato il cielo con un dito per poi crollare contro Novak Djokovic a Wimbledon, da n.1 d’Italia. In tutto ciò concede anche un’interessante intervista ai microfoni di Repubblica, dove il tema n.1 azzurro e rapporto con Berrettini viene toccato. “Essere n.1 d’Italia è solo classifica“, dice Jannik, “Berrettini è stato sfortunato quest’anno, Musetti ha appena vinto ad Amburgo. L’Italia ha tanti giocatori diversi, ma tutti ottimi, ed è bello per il Paese. Difficile dire se io e Berrettini abbiamo rivalità, non avendo mai giocato contro. Siamo due ragazzi sereni, che danno tutto; lui è un po’ più adulto, ha vinto di più, è stato a lungo in top 10 e ci ritornerà più forte. Non lo conosco benissimo, ma abbiamo un buon rapporto“. L’argomento della sconfitta con Djokovic è un altro tema caldo: “Quando perdo non dormo. Dopo la partita ho subito rivisto gli highlights, voglio imparare immediatamente. Da Wimbledon porto tante cose positive: ho fatto esperienza sull’erba e contro Nole al Centrale, battuto diversi tipi di tennisti. Potevo spingere un po’ di più nel terzo e quarto, ma allora Djokovic ha iniziato a giocare bene, e nel quinto set dall’altra parte c’era un mostro“. Sorge spontaneo chiedersi, contando che il finalista di Wimbledon è stato una mina vagante come Nick Kyrgios, se Sinner avrebbe potuto vincere il torneo: “Ci sono tante incognite, difficile dirlo. Certo, stavo giocando bene…avrei avuto una chance, ma comunque a tutti i tornei partecipo per vincere. Di sicuro Wimbledon mi ha dato molta fiducia, dopo gli infortuni e la sfiga in stagione“. Certamente, se Sinner è arrivato così in alto è anche grazie agli attuali coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill, sui quali spende belle parole (come Djokovic, Federer e Nadal, di cui dice: “sono contento di poter imparare da loro tre, prendo un pezzetto di ognuno e lo incorporo nel mio gioco“): “Simone è molto bravo a livello tecnico e tattico”, prosegue il n.10 al mondo, “Cahill ha tanta esperienza, lo ha dimostrato con gente come Agassi ma anche con Halep, con ognuno trova il modo giusto. Conosce molto bene il tennis, è bravo a motivarti prima della partita. Magari ti dà quello 0,05% in più prima di scendere in campo: ma anche quello risulta decisivo“. ...

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