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João Sousa si ritira: campione di costanza con Estoril nel destino-

“È stato molto bello ricevere il sostegno dei tifosi e l’affetto dell’organizzazione, non potevo chiedere di meglio dalla giornata di oggi“. Ha finito con queste parole la sua carriera da giocatore João Sousa, da molti ritenuto il più grande tennista portoghese di tutti i tempi. Il lusitano appende la racchetta al chiodo al termine di una carriera cominciata nel lontano 2008, anno in cui esordì nel circuito ATP, proprio ad Estoril, con un successo contro Oliver Marach. A 16 anni di distanza, nello stesso torneo che lo ha fatto conoscere ai più, perde contro il giovane talento, così come poteva esserlo considerato lui al tempo, Arthur Fils. Corsi e ricorsi storici che danno quel tocco di magia di cui avremmo sempre bisogno nel mondo dello sport. L’incredibile costanza di João Sousa Il percorso nel tennis di João Sousa non ha avuto picchi particolarmente eccellenti, ma si può dire che il 35enne di Guimarães abbia fatto della costanza la sua arma migliore nel corso di questi 16 anni. Il portoghese ha giocato ben 12 finali nel corso della sua carriera, tutte rigorosamente in tornei ATP 250. La prima nel 2013 vinta a Kuala Lumpur contro Julien Benneteau, mentre nel 2014 perde a Bastad contro Pablo Cuevas e a Metz contro David Goffin. La sua stagione migliore, però, è quella successiva, in cui, pur vincendo solamente un titolo, a Valencia contro il padrone di casa Roberto Bautista Agut, se ne gioca altri tre, uscendo sconfitto a Ginevra, Umago e San Pietroburgo, rispettivamente contro Thomaz Bellucci, Dominic Thiem e Milos Raonic. João Sousa ed Estoril: corsi e ricorsi storici Il best ranking, un po’ a sorpresa, arriva però l’anno successivo, l’unico dal 2013 al 2018 in cui curiosamente non gioca nemmeno una finale. A maggio, infatti, il lusitano sale al n. 28 al mondo, suggellando con una top 30 una carriera fino a quel momento a buoni livelli. Nel 2017 torna a giocarsi qualcosa di importante, ma nelle due occasioni a sua disposizione non riesce a lasciare il segno nell’albo d’oro. Ad Auckland ruba un set a Jack Sock, ma esce sconfitto, così come avviene qualche mese più tardi a Kitzbuhel contro Philipp Kohlschreiber. E poi, nell’ottica dei corsi e ricorsi storici, il titolo conquistato nella ‘sua’ Estoril, contro un giovanissimo Frances Tiafoe, esattamente due settimane prima dell’unica finale di doppio giocata (e persa) agli Internazionali BNL d’Italia a Roma in coppia con Pablo Carreño Busta. A quel punto è arrivato un digiuno di quattro anni, terminato con l’ultimo titolo della carriera nel 2022 a Pune contro Emil Ruusuvuori e seguito dalla sconfitta contro l’altro scandinavo Casper Ruud a Ginevra. Si chiude quindi dopo 16 anni indimenticabili la carriera di uno sportivo che, a modo suo, ha dato tanto al tennis, soprattutto del suo Paese. Un ritiro che succede a quello di altre due vecchie volpi di questo sport come Denis Istomin ed Ivo Karlovic, ai quali auguriamo una buona vita e che speriamo di rivedere presto, magari in altre vesti. ...

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