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La Russia va, ma questa Italia piace

Nella notte più lunga per Novak Djokovic, l’Italia esce dall’ATP Cup per mano della Russia, arrivando però a un passo dal successo. Segnali di crescita importanti per Matteo Berrettini e Jannik Sinner in vista dell’Australian Open. Mentre il mondo del tennis era ancora comprensibilmente sotto shock per la vicenda Novak Djokovic, atterrato in Australia e poi trattenuto e interrogato in aeroporto, Italia e Russia davano vita a un confronto che è destinato a ripetersi spesso, negli anni a venire. Tanto a livello di competizioni a squadre, quanto nei tornei individuali. L’ATP Cup non è ancora, probabilmente, la manifestazione che vorrebbe essere, ma intanto regala ogni anno delle partite che restano nella memoria della gente. Lo scorso anno, la sfida fra azzurri e russi fu l’ultimo atto del torneo, con Medvedev e soci in trionfo. Stavolta è andata – purtroppo – allo stesso modo. Ma nella sconfitta tricolore che ha lanciato i nostri avversari in semifinale ci sono tanti dettagli da salvare. Ad aprire le danze ci aveva pensato un buon Jannik Sinner, non perfetto in avvio contro Roman Safiullin, ma capace di cambiare marcia nel momento decisivo, la parte conclusiva del tie-break del primo set. Del resto Safiullin – definito da Medvedev la nuova arma segreta della Russia – ha dimostrato di non essere capitato a Sydney per caso. Nonostante il suo ranking dica 167, parliamo di un ragazzo di 24 anni che solo per una serie di circostante poco fortunate non è ancora nei top 100 Atp. Da Under 18 ha battuto tutti i connazionali più forti, ha vinto il Bonfiglio di Milano dominando Andrey Rublev, e adesso si sta finalmente affacciando al mondo dei big mostrando quelle qualità che nel circuito Juniores non erano passate inosservate. Sinner lo ha sofferto in avvio, poi ha trovato le misure per imporre il suo tennis, più maturo e più solido ad alto livello. Ma la distanza non è stata evidente, come avverte il punteggio finale di 7-6 6-3, con un tie-break vinto sì dall’azzurro, ma dopo due set-point annullati. Jannik sta imparando a vincere partite come questa, in cui è lui il migliore in campo ma per qualche ragione non riesce – almeno all’inizio – a trovare il bandolo della matassa. C’è da giurare che per coach Piatti, questo sia stato un ottimo segnale di crescita. MEDVEDEV, UNA SICUREZZA Ottimi segnali arrivano anche da Matteo Berrettini, che migliora di partita in partita e contro Daniil Medvedev ha offerto una prestazione coraggiosa, ancorché non coronata dal successo. Il numero 2 del mondo, per Matteo, è uno degli avversari peggiori. Perché non soffre le sue bordate e anzi vi si appoggia, trovando nel ritmo altrui benzina per aumentare ulteriormente la propria velocità di crociera. Malgrado questo, il romano ha incamerato al tie-break un secondo set nel quale entrambi sono stati sostanzialmente intoccabili sul proprio servizio. Nel terzo, tuttavia, un break al terzo gioco è risultato fatale per l’azzurro, che se lo è trascinato per tutto il parziale senza riuscire ad avere chance per la rimonta. Tutto rimandato al doppio, dunque. Quel doppio che in più di una occasione era stato chiamato in causa come punto (relativamente) debole della formazione tricolore, tra la Coppa Davis di fine 2021 e le prime partite dell’ATP Cup. Vincenzo Santopadre, coach di Berrettini ma nell’occasione anche capitano azzurro, ha scelto di riproporre la coppia formata da Matteo e Jannik, che aveva ben impressionato contro la Francia, nonostante fosse al primo tentativo ufficiale. E i due hanno lottato fino al match tie-break di fronte a Medvedev e Safiullin. A fare la differenza in favore dei russi, pochi punti. In particolare, è stato probabilmente decisivo il secondo game del secondo set, dopo che Berrettini e Sinner avevano vinto il primo. I nostri non hanno sfruttato tre palle per il 2-0 (anche per via di un mezzo miracolo di Safiullin), e nel game successivo hanno subito il break che in sostanza ha cambiato la partita. LE REAZIONI DI CAPITANO E GIOCATORI “I ragazzi – ha spiegato Vincenzo Santopadre – hanno dato davvero tutto quello che avevano e devo essere orgoglioso di loro. Il match ci è sfuggito di mano per pochi dettagli, ma il livello è questo, ed è molto alto”. Tra delusione e soddisfazione i due protagonisti in campo. “Rispetto alle precedenti partite con Medvedev – ha detto Berrettini – sento di essermi avvicinato, e visto che parliamo del numero 2 del mondo, si tratta di un’ottima notizia”. “Contro Safiullin nel primo set – ha aggiunto Sinner – penso di aver avuto un po’ di fortuna, ma del resto a volte ci vuole pure quella. Peccato per la sconfitta, ma avremo modo di riprovarci”. IL FUTURO È DI MATTEO E JANNIK Nella notte in cui Novak Djokovic ha vissuto una delle esperienze più difficili e incredibili della propria vita, l’Italia ha trovato l’ennesima conferma di avere due ragazzi che nei prossimi anni potranno regalarle una valanga di soddisfazioni. Non che ne servissero, di conferme, ma il modo in cui Matteo Berrettini e Jannik Sinner hanno tenuto il campo in questi tre confronti del girone – tra alti e bassi – ha dimostrato non solo il loro attaccamento a una causa comune (cosa affatto scontata, per tanti colleghi di altri Paesi), ma anche una forza che deriva dalle qualità tecniche e da un entusiasmo straripante. Matteo e Jannik sono una (strana) coppia che gioca, vince, diverte e si diverte. Si stanno imparando a conoscere, il romano e l’altoatesino, e pur avendo tratti caratteriali diversi hanno qualità comuni che li portano a capirsi in fretta. L’umiltà nel lavoro quotidiano, la capacità di non dare nulla per scontato, due coach e due staff preparati che in ogni momento sanno decidere quello che è più giusto. Non sono immuni da cadute, nessuno lo è. Ma hanno già dimostrato di avere la forza per rialzarsi in fretta e imparare dai propri errori. Per tutti questi motivi, l’ATP Cup di inizio 2022 ci ha già fornito delle risposte importanti. In attesa che l’Australia possa regalarci altre gioie, senza nessun limite prefissato. L'articolo La Russia va, ma questa Italia piace proviene da WeAreTennis. ...

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