You are here

Le accuse a Zverev di Brenda Patea: “Mi ha afferrata per il collo e sbattuta contro il muro”-

Comincia ad assumere i contorni della vera e propria battaglia legale quella che vede coinvolto il tennista tedesco Alexander Zverev e la sua ex compagna Brenda Patea, dalla quale Zverev ha avuto una figlia di nome Mayla nata nel marzo 2021. Nei giorni scorsi è stata resa nota la decisione di un tribunale di Berlino di emettere un’ordinanza penale nei confronti del tennista tedesco che lo costringe al pagamento di 450.000 euro per lesioni personali. La persona che sarebbe stata vittima di queste lesioni non è nominata nel provvedimento, ma si tratta della sua ex compagna Brenda Patea, 30 anni, ex modella e ora social media influencer. Zverev ha negato le accuse e, in base alla legge tedesca, la causa probabilmente andrà a processo e Patea altrettanto probabilmente si costituirà parte civile. È importante far notare che Zverev rimane comunque innocente fino a un’eventuale sentenza di colpevolezza. Brenda rompe il silenzio Patea ha deciso di rilasciare un’intervista al quotidiano Suddeutsche Zeitung nella quale ha parlato della loro storia, così come dell’episodio di violenza contestato nel procedimento legale e il tentativo da parte di Zverev e del suo team legale di chiudere la faccenda con un contratto dalle clausole estremamente restrittive che avrebbe impedito a Patea di procedere per vie legali sia per quel che riguarda l’episodio della violenza domestica sia per tutta la faccenda legata all’affidamento e al mantenimento di Mayla. Secondo quanto riportato al quotidiano tedesco, che ha dedicato l’intera terza pagina di venerdì 3 novembre all’intervista con Patea, Zverev è stato descritto dalla modella come “un uomo geloso, che controllava ripetutamente il mio telefono, e a volte un ‘like’ di troppo era sufficiente per mandarlo su tutte le furie. La sua rabbia si è più volte trasformata in violenza fisica”. Patea non ha voluto descrivere nel dettaglio l’episodio che ha portato all’ordinanza penale per non anticipare i contenuti della sua testimonianza in un’eventuale (ma ormai alquanto probabile) procedimento giudiziario, ma l’incidente può essere ricostruito dalle carte dell’ordinanza. I fatti contestati dovrebbero essere avvenuti nel corso del maggio 2020 (in piena pandemia) in un appartamento Airbnb a Berlino: in quella circostanza Zverev avrebbe messo Patea con le spalle al muro afferrandola per il collo durante un alterco. A seguito di quel contatto la modella avrebbe poi sofferto di dolori al collo e problemi alla deglutizione. Zverev nega l’accaduto. I documenti fanno riferimento a testimonianze scritte da parte di amici di Patea che confermerebbero le ferite riportate dopo l’incidente, mentre una perizia prodotta dal team legale di Zverev sostiene che la dinamica dei fatti così come descritta da Patea sarebbe incompatibile con le ferite riportate. La coppia aveva deciso di separarsi nell’agosto del 2020 nonostante la gravidanza, e nonostante Patea avesse inizialmente indicato di voler crescere la bambina da sola senza l’aiuto di Zverev, successivamente aveva poi cercato di ottenere la custodia esclusiva di Mayla oltre a un pagamento di 350.000 euro e un sostanzioso assegno di mantenimento, senza però riuscire nel suo intento. Il contratto rifiutato Successivamente l’avvocato di Zverev aveva fatto avere a Patea una proposta di contratto che avrebbe messo fine alla battaglia legale tra i due ex compagni. Questo contratto prevedeva un pagamento una tantum di 100.000 euro, un generoso assegno mensile per Patea e la possibilità di vivere in una delle abitazioni di Zverev in Germania. L’accordo, di cui Patea ha mostrato una bozza alla Suddeutsche Zeitung, prevedeva clausole molto restrittive: la modella avrebbe dovuto lasciare l’abitazione fornita nel caso in cui si fosse sposata, avrebbe dovuto volare con la bambina da Zverev, ovunque lui stesse giocando in quel momento, avrebbe dovuto cancellare tutte le foto e i video della bambina dai suoi social media e impegnarsi a non postarne di nuove, anche se la bambina non potesse essere identificata. Per chi si guadagna da vivere mostrando pubblicamente la propria vita, si tratta di condizioni estremamente difficili da accettare. Soprattutto l’accordo era subordinato al mantenimento del più stretto riserbo su tutti i dettagli della loro precedente relazione, prima e dopo la firma del contratto, ivi compresi dunque anche gli episodi di violenza domestica. Tuttavia secondo la legge tedesca questi contratti non sono quasi mai validi in quanto precedenti sentenze considerano immorali gli accordi privati che impedirebbero a un individuo di denunciare atti criminali. L’ombra di Olga Inoltre il contratto avrebbe anche impedito a Patea di aver alcun contatto con Olga Sharypova, la ex tennista russa che è diventata la compagna di Zverev dopo la fine della loro storia e che ha anche lei avanzato accuse di maltrattamenti nei confronti del tennista tedesco, senza tuttavia sporgere alcuna denuncia alle autorità. Sharypova dal canto suo ha fornito a Patea un affidavit di tre pagine che racconta le accuse avanzate nei confronti di Zverev, accuse che il tennista tedesco ha sempre respinto. In occasione degli episodi rivelati da Sharypova, alcuni dei quali accaduti tra lo US Open 2019 e la Laver Cup dello stesso anno a Ginevra quando ci sarebbe stato anche un tentativo di suicidio da parte della ragazza russa, l’ATP aveva avviato un’investigazione interna per valutare l’opportunità di prendere sanzioni nei confronti del giocatore. Tuttavia l’investigazione si è conclusa nel gennaio 2023, dopo oltre due anni dalle accuse iniziali, con un’archiviazione del procedimento per insufficienza di prove. L’ATP sta a guardare La stessa ATP ha confermato al Suddeutsche Zeitung che alla conclusione del procedimento giudiziario relativo al caso di Patea vs Zverev la loro indagine verrà rivalutata e si deciderà a quel punto se sarà opportuno prendere dei provvedimenti nei confronti del tennista tedesco. Ricordiamo che nelle leghe professionistiche statunitensi (l’ATP è formalmente una corporation basata negli Stati Uniti) le sanzioni per gli atleti ritenuti colpevoli di azioni ritenute dannose per l’immagine della lega possono essere molto pesanti, arrivando a squalifiche molto lunghe con perdita dei relativi emolumenti. Il tennis tuttavia ha una struttura molto diversa: se negli sport professionistici di squadra gli atleti sono formalmente lavoratori dipendenti sotto contratto delle rispettive squadre (come accade in Europa) oppure addirittura della lega stessa (come accade negli USA), i tennisti sono invece considerati liberi prestatori d’opera, e di conseguenza il potere legale dell’ATP nei confronti dei propri associati è decisamente inferiore. Un’altra battaglia per Zverev Dopo aver sempre proclamato la sua innocenza e aver dichiarato che la giustizia ha prevalso dopo la fine dell’investigazione ATP sulle accuse avanzate a mezzo stampa da Sharypova, ora Zverev ha per le mani un’altra brutta gatta da pelare. Innanzitutto in questo caso le accuse sono state portate in sede giudiziaria con già un’ordinanza penale a suo carico, anche se si tratta di una decisione preliminare presa senza che gli fosse stata data formale possibilità di difesa. E tra gli individui coinvolti in questa prevedibile battaglia ci sarà anche sua figlia Mayla, che tra qualche mese compirà tre anni, la quale ci si augura non diventi una vittima innocente di questa battaglia a colpi di carte bollate. Inoltre per la prima volta le dichiarazioni di Sharypova sui presunti maltrattamenti subiti da Zverev entreranno in un’aula di tribunale, seppure in forma di affidavit perché la russa ha dichiarato di volersi lasciare questa brutta storia alle spalle e molto probabilmente non sarà disposta a testimoniare al processo. In ogni caso il racconto di Olga certamente non aiuterà la causa del campione di Amburgo. Le speranze di Zverev di potersi concentrare esclusivamente sul tennis, dopo il calvario dell’infortunio alla caviglia patito al Roland Garros nel 2022 e il faticoso ritorno in vetta, sembrano aver subito un’altra battuta d’arresto. Nei prossimi mesi la sua attenzione dovrà essere in parte rivolta alle riunioni con i suoi avvocati e allo svolgimento del processo che potrebbe costargli parecchio, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della libertà personale, dal momento che un’eventuale fedina penale sporca potrebbe limitare in qualche modo la sua possibilità di viaggiare di Paese in Paese come la sua professione richiede. ...

Related posts

Leave a Comment

shares

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi