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L’esempio di Berrettini, la malinconia di Serena

Matteo Berrettini fermato dal Covid (e dalla propria responsabilità), Serena Williams fermata da una condizione precaria. In questo Wimbledon senza punti ci sono già diverse vittime eccellenti, mentre Novak Djokovic e Rafael Nadal avanzano senza convincere. Sarà il torneo delle sorprese o delle conferme? Il primo turno di Wimbledon, da che mondo è mondo, è uno di quei momenti della stagione che sono messi lì apposta per stimolare la fantasia degli appassionati, per accendere le discussioni tennistiche sugli argomenti più svariati. E pure stavolta, malgrado tutte le anomalie di questi Championships senza punti in palio, i temi da sviluppare non mancano di certo. Anche se proprio l’assenza di punti determina qualche dubbio in più in merito a certe eliminazioni e a certe prestazioni sottotono. Davvero basta il prestigio del torneo londinese per fornire le motivazioni di sempre a tutti i contendenti? La domanda resterà (ovviamente) senza risposta, ma intanto è il caso di approfondire ciò che è emerso dai primi due giorni nel Tempio. SERENA WILLIAMS, UNA SCONFITTA E TANTE DOMANDE Non si può non partire da Serena Williams, che era al rientro in singolare nel circuito dopo un anno esatto e che era attesa un po’ da tutti: dalle colleghe, dal pubblico, dai media. Del resto, la 40enne americana rimane una regina del Tour femminile, malgrado ormai se ne resti ai margini quando parliamo di favorite per i titoli che contano. Con quei misteriosi cerotti neri sul viso (si è rifiutata di rispondere sul perché li porti), con un atteggiamento molto più calmo che in passato, la vincitrice di 23 Slam è andata al tappeto contro la francese Harmony Tan, perdendo al tie-break del terzo dopo tre ore e passa una partita che in tempi normali avrebbe probabilmente chiuso in due set comodi. Ma il tempo passa anche per lei, e giocare un match in un anno non aiuta. “Non mi sento di dire nulla sul mio ritiro – ha specificato a chi glielo chiedeva, senza nascondere un po’ di malinconia – ma adesso ho ancora voglia di allenarmi. Vedremo”. BERRETTINI E IL COVID, LA RESPONSABILITÀ PRIMA DI TUTTO Intanto – spostandosi sul fronte maschile – ci sono state sconfitte più o meno impreviste e un ritiro eccellente che fa parecchio male al tennis italiano. Matteo Berrettini si è voluto (e non dovuto) ritirare dal torneo dopo aver scoperto di essere positivo al Covid, in seguito a un test che nessuno gli aveva imposto di fare. Le regole odierne, in Gran Bretagna e dunque anche a Wimbledon, lasciano molto più spazio che in passato alla libera responsabilità di ciascuno. Niente di obbligatorio, dunque: se qualcuno avverte sintomi che potrebbero essere riconducibili al virus pandemico, può (ma non deve) sottoporsi a un tampone. L’atteggiamento di Matteo è stato impeccabile: nel momento in cui aveva maggiori chance di vincere il suo primo Slam, ha anteposto l’onestà e la salute degli altri. Un gesto doveroso ma non banale, che conferma la bontà dell’uomo, oltre che del campione. HURKACZ E AUGER-ALIASSIME, SCONFITTE DOLOROSE Le sconfitte impreviste, invece, sono state almeno un paio. Hubert Hurkacz (numero 7) ha perso una partita folle contro lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, il quale ha mancato tre match-point consecutivi sul proprio servizio prima di spuntarla al terzo, con il polacco incapace a sua volta di chiudere con la battuta a disposizione. Felix Auger-Aliassime, altro candidato per arrivare in fondo, ha invece lasciato via libera all’americano Maxime Cressy, uno che col suo tennis d’attacco sull’erba può far male a tanti. Quando si dice che oggi il serve&volley è quasi scomparso del tutto non si va lontano dalla realtà, ma ci sono ancora personaggi che si ostinano ad andare in direzione contraria, e che proprio sui prati possono trovare i loro momenti di gloria. Out, ma per ritiro, anche Dimitrov e Carreno Busta, mentre gli inglesi hanno visto la resa di un Daniel Evans irriconoscibile contro Jason Kubler. LE FATICHE DI RAFAEL NADAL E NOVAK DJOKOVIC Non che i due più forti del seeding stiano benissimo, peraltro. Certo, hanno vinto entrambi Novak Djokovic e Rafael Nadal, ma nelle partite contro il coreano Kwon e contro l’argentino Cerundolo (Francisco, il più estroso dei due fratelli) non hanno convinto affatto. Nole è andato a corrente alternata, cedendo un set e faticando, come peraltro spesso gli accade nelle fasi iniziali di uno Slam. Considerata la possibile assenza agli Us Open (causa restrizioni per i non vaccinati), c’è però da scommettere che il serbo darà il massimo per vincere questa edizione di Wimbledon, che sarebbe la settima e la quarta consecutiva. Ancor meno convincente è stato Nadal, che si pensava dovesse fare un sol boccone di Cerundolo, e invece ha finito per cedere un set rischiando più del dovuto. Per Rafa del resto vale un po’ lo stesso discorso fatto per Djokovic: spesso, la forma la trova durante un Major. In questo caso però ci sono due incognite che pesano. La prima è relativa a una condizione fisica inevitabilmente precaria, dopo gli sforzi di Parigi e il problema al piede. La seconda è l’erba, che quest’anno appare particolarmente rapida (e scivolosa): Nadal a Londra non vince dal 2010, sono passati dodici anni e vederlo sollevare il trofeo sarebbe quasi una sorpresa. AMERICANI DA SEGUIRE, SWIATEK DA BATTERE Ma allora chi ha convinto, al primo turno dei Championships? Tra gli uomini, occhio al quartetto di americani composto da Taylor Fritz, John Isner, Tommy Paul e Reilly Opelka: con le armi che si ritrovano, se centrano le due settimane giuste possono essere pericolosi, anche se Opelka e Isner, dall’alto dei loro due metri e passa, faticano nel muoversi sui prati. Sempre in tema big server, ha impressionato il kazako Alexander Bublik, che già di suo gioca abbastanza spensierato, e che senza punti in palio potrebbe lasciare andare il braccio più del solito. Tra le donne, resta la domanda delle domande: chi fermerà Iga Swiatek? La polacca è arrivata a quota 36 vittorie di fila e un suo eventuale trionfo anche sull’erba la metterebbe davvero a un livello molto vicino alle dominatrici del passato. Ons Jabeur e Maria Sakkari sono le più vicine alla numero 1 in termini di rendimento attuale, ma non si possono tagliare fuori dal pronostico Bianca Andreescu e quella Emma Raducanu capace proprio a Wimbledon, un anno fa, di cominciare la sua incredibile favola. L'articolo L’esempio di Berrettini, la malinconia di Serena proviene da WeAreTennis. ...

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