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LIBRI SOTTO L’ALBERO: UNA SFIDA A COLPI DI PENNA

Gianni Clerici torna in libreria con un volume che ripercorre la storia del tennis attraverso oltre 100 opere. Matteo Codignola risponde con storie di tennisti Anni 50, scaturite da foto in bianco e nero ritrovate in una vecchia valigia di Enzo Anderloni Vista così, in locandina, quella tra Gianni Clerici e Matteo Codignola poteva sembrare una partita. L’incontro era fissato per giovedì 13 dicembre alle 18.30 al Tc Milano A. Bonacossa. Il più grande scrittore di tennis della Seconda metà del Novecento, l’autore di “500 anni di tennis”, il testo sacro tradotto in sette lingue che gli è valso un posto nella Hall of Fame di Newport, contro un maestro di scrittura tout-court, editor di grande esperienza e traduttore per Adelphi di opere importanti e di grande successo, come “La versione di Barney” di Mordecai Richler, “Follia” di Patrick McGrath o “Tennis” di John McPhee. E a sua volta autore. “Venghino, signori, venghino”: una sfida tennistico-letteraria così non si era giammai vista anche perché i due si presentavano armati delle loro due ultime, recentissime e molto interessanti opere, il peso delle quali si impilava in fondo al salone della storica palazzina liberty dove addirittura D’Annunzio brandiva la racchetta un secolo fa. Arte e letteraturaIl Clerici era armato di un inedito: “Il Tennis nell’arte - Racconti di quadri e sculture dall’antichità ad oggi”, scritto a quattro mani con la storica dell’arte Milena Naldi. Un’idea affascinante: ripercorrere la strada dei ‘500 anni di tennis’, cioè la narrazione delle origini del tennis sino agli sviluppi odierni, attraverso piccoli (e grandi) capolavori dell’arte antica e moderna che ne evocano il progredire. Dal pavimento a mosaico del IV secolo, Villa Imperiale del Casale di Enna, con due ragazze in bikini che giocano a palla, fino al Manifesto di Federer, firmato nel 2007 dal graphic designer americano Bob Kessel, una sorta di ‘Mondrian in chiave Pop’, come lo definisce la Naldi. Lo Scriba ripercorre la storia e lei descrive le oltre 100 opere, ne delinea gli autori. Piano di gioco originale e ardito: esecuzione di gran classe. Un confronto difficile da reggere. Codignola però rispondeva da letterato con un affascinante intrigo di storie. Anche il suo “Vite brevi di tennisti eminenti” racconta partendo da immagini. Un centinaio di foto in bianco e nero uscite per caso da una vecchia valigia comprata al mercatino dell’antiquariato. Foto d’agenzia di tennisti degli Anni ‘50, neanche particolarmente belle ma capaci di accendere nel letterato morbosamente ‘malato’ di tennis il desiderio di andare a riscoprire personaggi di uno sport che, con quelle caratteristiche socio-tecnico-ambientali, non esiste più. E in qualche modo merita di essere raccontato perché finisce per rappresentare su grandi palcoscenici (allora) quello che ogni giorno anche nei circoli più piccoli (oggi) va in scena. Stranezze e nevrosi, manie e sotterfugi, colpi vincenti e punti deboli. I campioni che vestivano di bianco e brandivano ancora racchette di legno ne escono con un’umanità (e relative fragilità, vizi e debolezze) rivelata dalla letteratura al punto da sentirli molto simili a noi, tennisti di club. Un bel doppioRisultato: non è stato un faccia a faccia. Clerici e Codignola hanno giocato un bel doppio, pur essendosi presentati in campo con le divise di due squadre rivali, Mondadori e Adelphi. Sotto la bandiera di una visione colta del nostro gioco, della passione per le storie e del gusto di scriverle hanno scelto di stare dalla stessa parte della rete. Dall’altra c’eravamo noi, che volentieri ci siamo arresi subito e abbiamo fatto la fila per una dedica su volumi che finiscono per essere un bel regalo di Natale. Non capita a ogni Avvento un’offerta così raffinata di parole da tennis. Gianni Clerici, Il tennis nell’arte - Racconti di quadri e sculture dall’antichità a oggi - Mondadori (336 pagine, 36€) Matteo Codignola, Vite brevi di tennisti eminenti – Adelphi (290 pagine, 22€) ...

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Gianni Clerici torna in libreria con un volume che ripercorre la storia del tennis attraverso oltre 100 opere. Matteo Codignola risponde con storie di tennisti Anni 50, scaturite da foto in bianco e nero ritrovate in una vecchia valigia di Enzo Anderloni Vista così, in locandina, quella tra Gianni Clerici e Matteo Codignola poteva sembrare una partita. L’incontro era fissato per giovedì 13 dicembre alle 18.30 al Tc Milano A. Bonacossa. Il più grande scrittore di tennis della Seconda metà del Novecento, l’autore di “500 anni di tennis”, il testo sacro tradotto in sette lingue che gli è valso un posto nella Hall of Fame di Newport, contro un maestro di scrittura tout-court, editor di grande esperienza e traduttore per Adelphi di opere importanti e di grande successo, come “La versione di Barney” di Mordecai Richler, “Follia” di Patrick McGrath o “Tennis” di John McPhee. E a sua volta autore. “Venghino, signori, venghino”: una sfida tennistico-letteraria così non si era giammai vista anche perché i due si presentavano armati delle loro due ultime, recentissime e molto interessanti opere, il peso delle quali si impilava in fondo al salone della storica palazzina liberty dove addirittura D’Annunzio brandiva la racchetta un secolo fa. Arte e letteraturaIl Clerici era armato di un inedito: “Il Tennis nell’arte - Racconti di quadri e sculture dall’antichità ad oggi”, scritto a quattro mani con la storica dell’arte Milena Naldi. Un’idea affascinante: ripercorrere la strada dei ‘500 anni di tennis’, cioè la narrazione delle origini del tennis sino agli sviluppi odierni, attraverso piccoli (e grandi) capolavori dell’arte antica e moderna che ne evocano il progredire. Dal pavimento a mosaico del IV secolo, Villa Imperiale del Casale di Enna, con due ragazze in bikini che giocano a palla, fino al Manifesto di Federer, firmato nel 2007 dal graphic designer americano Bob Kessel, una sorta di ‘Mondrian in chiave Pop’, come lo definisce la Naldi. Lo Scriba ripercorre la storia e lei descrive le oltre 100 opere, ne delinea gli autori. Piano di gioco originale e ardito: esecuzione di gran classe. Un confronto difficile da reggere. Codignola però rispondeva da letterato con un affascinante intrigo di storie. Anche il suo “Vite brevi di tennisti eminenti” racconta partendo da immagini. Un centinaio di foto in bianco e nero uscite per caso da una vecchia valigia comprata al mercatino dell’antiquariato. Foto d’agenzia di tennisti degli Anni ‘50, neanche particolarmente belle ma capaci di accendere nel letterato morbosamente ‘malato’ di tennis il desiderio di andare a riscoprire personaggi di uno sport che, con quelle caratteristiche socio-tecnico-ambientali, non esiste più. E in qualche modo merita di essere raccontato perché finisce per rappresentare su grandi palcoscenici (allora) quello che ogni giorno anche nei circoli più piccoli (oggi) va in scena. Stranezze e nevrosi, manie e sotterfugi, colpi vincenti e punti deboli. I campioni che vestivano di bianco e brandivano ancora racchette di legno ne escono con un’umanità (e relative fragilità, vizi e debolezze) rivelata dalla letteratura al punto da sentirli molto simili a noi, tennisti di club. Un bel doppioRisultato: non è stato un faccia a faccia. Clerici e Codignola hanno giocato un bel doppio, pur essendosi presentati in campo con le divise di due squadre rivali, Mondadori e Adelphi. Sotto la bandiera di una visione colta del nostro gioco, della passione per le storie e del gusto di scriverle hanno scelto di stare dalla stessa parte della rete. Dall’altra c’eravamo noi, che volentieri ci siamo arresi subito e abbiamo fatto la fila per una dedica su volumi che finiscono per essere un bel regalo di Natale. Non capita a ogni Avvento un’offerta così raffinata di parole da tennis. Gianni Clerici, Il tennis nell’arte - Racconti di quadri e sculture dall’antichità a oggi - Mondadori (336 pagine, 36€) Matteo Codignola, Vite brevi di tennisti eminenti – Adelphi (290 pagine, 22€) ...

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