You are here

LITTLE BIG ITALY

In febbraio, a Bergamo, per far capire che stava facendo sul serio. In agosto, a Lexington, per mostrare di valere già altri palcoscenici. E infine a Ortisei, lo scorso novembre, per ribadire che i Challenger ormai gli stanno addirittura stretti. Tutto in dieci mesi da record, durante i quali Jannik Sinner è passato dal quasi anonimato alla top 100 Atp, contribuendo al record azzurro di 15 titoli in un solo anno nella categoria. Un primato nazionale che ha permesso all’Italia di chiudere al primo posto davanti a due colossi come Stati Uniti e Spagna, e che raccoglie tanti volti più o meno noti del nostro tennis: da Sinner a un veterano quale Andreas Seppi, passando per la star del 2019 Matteo Berrettini. Ma la copertina non poteva che andare al teen-ager altoatesino, che da solo – come Gianluca Mager, anche lui vincitore di tre tornei – ha contribuito al 20 per cento del bottino, sfruttando i Challenger esattamente per come sono stati concepiti, quindi con la funzione di accompagnare i tennisti nelle zone alte del ranking, preparandoli per il circuito maggiore.   MAGER, DA ZERO A TRE Con Sinner questo percorso è stato fatto in un baleno, mentre è stato più laborioso quello di Stefano Travaglia e Salvatore Caruso, gli altri due che grazie ai Challenger hanno agguantato un posto fra i primi 100 nel 2019. Il marchigiano ha vinto sulla terra di Francavilla al Mare e Sopot, raggiungendo un traguardo che il suo tennis meritava da mesi, mentre Caruso ha capitalizzato col titolo a Barcellona la sua miglior stagione in carriera. Nel 2020, proverà a ricalcare le orme di entrambi il ligure Gianluca Mager, protagonista di un’annata iniziata al numero 270 e chiusa 151 posizioni più su. Merito dei successi a Coblenza, Barletta e Biella (su due superfici diverse, unico dei nostri a riuscirci), che hanno fatto compiere al 25enne sanremese un grande passo in avanti rispetto ad altri frequentatori storici della categoria, come Lorenzo Giustino, Federico Gaio e Alessandro Giannessi, tre degli azzurri a segno nel corso del 2019. C’è poi anche chi i Challenger li ha usati nel momento del bisogno per mettere match nelle gambe, come Lorenzo Sonego e Andreas Seppi. Dopo lo Us Open, il torinese ha bissato a Genova il titolo del 2018, mentre il 35enne altoatesino ha deciso di giocare a Cary (North Carolina) con l’obiettivo di vincere qualche partita. Ha finito per prendersi il nono titolo in carriera nella categoria, accumulando punti e soprattutto quella fiducia che gli è servita per chiudere la stagione fra i primi 100 del mondo per la quindicesima (!) volta consecutiva.   LE 400 DI LORENZI Ha vinto un titolo anche Matteo Berrettini, che prima di trionfare negli Atp di Budapest e Stoccarda, e di arrivare in semifinale allo Us Open, ci ha messo lo zampino anche a livello Challenger, conquistando a Phoenix uno dei tornei più ricchi del calendario. I risultati dei mesi successivi hanno fatto passare quel titolo in secondo piano, ma se per Berrettini ha avuto un valore relativo, vale invece tantissimo per l’Italia, che senza l’apporto del numero 8 al mondo non sarebbe riuscita a superare i 14 successi del 2018. Così invece siamo arrivati a quindici, per giunta con un pizzico di rammarico per le occasioni sfumate in ben 17 finali perse. Segno che si poteva persino fare meglio, con qualche match-point mancato in meno o con un pizzico di fortuna in più. Quella che è mancata a Paolo Lorenzi e Roberto Marcora, i due recordman di finali perse, tre ciascuno. Ma il tennis è così: per un Mager che prima del 2019 non aveva mai vinto un titolo, e poi ha realizzato una tripletta in altrettante finali, c’è un Lorenzi a secco solo per la seconda volta negli ultimi dodici anni. Paolo può comunque sorridere: nel corso dell’estate è diventato il secondo giocatore nella storia del circuito a raggiungere le 400 vittorie, portandosi poi a soli 11 successi dal leader Ruben Ramirez-Hidalgo, che ha chiuso la carriera a quota 423.   ARRIVANO MUSETTI E ZEPPIERI Il (quasi) trentottenne di Siena dovrebbe approdare in vetta a questa speciale classifica il prossimo anno, quando molti dei protagonisti del record di quest’anno si vedranno molto meno, o non si vedranno affatto. Ma niente paura: per un Sinner che sale di categoria e un Berrettini che non si rivedrà negli eventi minori, ci sono altri due giovani talenti che arrivano nei Challenger a tempo pieno, come Giulio Zeppieri (classe 2001) e Lorenzo Musetti (2002). Nel 2019 hanno vinto entrambi una quindicina di incontri, raggiungendo una semifinale ciascuno. Fra dodici mesi non sarebbe una sorpresa trovarli nell’elenco dei protagonisti. Con l’augurio che possano contribuire a un nuovo primato tricolore. L'articolo LITTLE BIG ITALY proviene da WeAreTennis. ...

Related posts

Leave a Comment

shares

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi