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Martello Matteo vola in finale (Palliggiano). Berrettini prima finale. Matteo è un martello (Azzolini). Tennis da urlo. Bentornati al Foro del tennis (Esposito). Internazionali da sogno. Manca solo Federer nel torneo che aspetta la carica degli italiani (Piccardi)

Martello Matteo vola in finale (Davide Palliggiano, Corriere dello Sport) La prima volta non si scorda mai, ma per diventare davvero speciale oggi deve succedere qualcosa di ancor più bello. Non era mai successo che Matteo Berrettini si qualificasse per la finale di un Masters 1000 e oggi, incrociando le dita, ha la possibilità di vincere a Madrid due tornei di fila, dopo aver trionfato nell’Open di Serbia soltanto lo scorso 25 aprile. Berrettini, terzo italiano dopo Fognini e Sinner a raggiungere la finale di un 1000, oggi affronterà Zverev alle 18.30 davanti al pubblico di una Caja Magica che già simpatizza per lui, se non altro perché ieri sera si è éspresso in un apprezzabile spagnolo al termine del match vinto in due set (6-4 6-4) su Casper Ruud. Il norvegese, numero 22 del mondo, aveva superato uno dopo l’altro Auger-Aliassime, Nishioka, Tsitsipas e Bublik prima di arrendersi allo strapotere dell’azzurro, che ha vendicato cosi la sconfitta nei quarti degli Internazionali di Roma del 2020. […] mantiene la partita in equilibrio grazie a un tennis impeccabile in entrambi i fondamentali fino al 4-4. La prima palla-break arriva dunque al nono game, ottenuta grazie al back, contro il quale il norvegese è andato in serie difficoltà, e al solito dritto. Berrettini si porta avanti 5-4 e serve per il set, che ottiene senza lasciare più un punto a Ruud e chiudendo con percentuali spaventose: 89% con la prima di setvizio, 16 punti conquistati su 18 disponibili. Nel secondo set il break arriva prima, al settimo game, con un dritto a sventaglio: da lì comincia la discesa, resa meno agevole da Ruud, capace di annullare un match-point sul 5-3 per l’azzurro. Poco male, perché nel game successivo Berrettini chiude 6-4 e al primo dei tre match-point conquistati. […] Una finale da autodedicarsi, perché se è arrivato a sfidare oggi Alexander Zverev sul “‘Manolo Santana” di Madrid il merito è principalmente suo: «Alla fine ho pensato a me stesso, alla fatica che ho fatto per arrivare fin qua e alla voglia che ho di tornare a essere più forte di prima. Non festeggio ancora, c’è una finale da giocare, ma questo traguardo che oggi ho raggiunto lo dedico a me stesso». I precedenti con Zverev sono in favore del tedesco (2-1). I due non si incontrano dalla semifinale del Masters 1000 di Shanghai del 2019. Lì, il tedesco rovinò il sogno di Matteo di centrare la sua prima finale in carriera. Oggi, dopo quella su Ruud, Berrettini può mettere a segno un’altra dolce vendetta. Berrettini prima finale. Matteo è un martello (Daniele Azzolini, Tuttosport) […] La prima finale “1000” di Matteo Berrettini arriva facendo piazza pulita di molte cose assieme. Della vittoria che Casper Ruud gli aveva sfilato sotto il naso a Roma 2020. Della convinzione di alcuni che, chissà perché, non lo vedono meritevole di un posto nei Top Ten. Di chi parla di lui partendo sempre dal rovescio. La sua miglior partita, sulla terra rossa. Nella quale si è preso il gusto di trasformare Ruud in un punching ball. Pallate, a non finire. Ma ben calcolate, logiche, di gran buon senso. Pochi ace, appena 5, ma una percentuale micidiale di punti ottenuti con la prima di servizio, il 91% addirittura. Un martello, Matteo. Lo disegna anche sulla telecamera cui i vincitori appongono la firma. Lui disegna solo quello, il martello. E tanto basta. Una serata da festeggiare, che trascina Matteo al nono posto della classifica e sopra i 4000 punti (4048, a ieri), mai raggiunti da un italiano. Nella Race èottavo, e scavalca Sinner. […] A suon di sberle, Matteo ha impedito a Ruud di fare il proprio gioco. Non gli ha dato il tempo per allungare le traiettorie, né per cercare con studiate forzature il suo rovescio. Già il primo set era sembrato costruito su basi di alta ingegneria tennistica, ma nel secondo Berrettini ha fatto meglio, aggressivo sempre, senza scendere a compromessi. Ha tenuto in mano il gioco, anche se Ruud ha sbagliato pochissimo. Viene da sorridere quando lo chiamano figlio d’arte, il giovane norvegese. Il padre, Christian, avrebbe resistito un game al figlio, ma solo nei momenti di miglior forma. Matteo pero ha fatto meglio, assestando i colpi e limando le inevitabili angosce nel corso di un primo set laborioso e spinoso. Fino a trovarsi pronto sull’unica chance concessa da Ruud, una palla break che il norvegese ha regalato in un insolito attimo di confusione lungo un game condotto 40-15. Quel breve tentennamento è bastato al nostro per approfittarne e scuotere gli angoli forzando il dritto, a mascella spianata. Nel secondo l’intensità di Berrettini è cresciuta. ll primo match point è giunto sul 3-5, dopo il break ottenuto sul 3 pari. Ruud ha recuperato in qualche modo, ma poi, costernato, ha dovuto far passare i servizi del martello italiano: 6-4 6-4. Nell’altra semifinale, Zverev ha mostrato di saper ancora battere Thiem (6-3 6-4). Non ancora tornato Dominator, l’austriaco, ma in via di ricostruzione dopo il lungo periodo di vacanza (ha saltato Miami, Monte-Carlo e Barcellona) preso per un infortunio patito non si sa bene dove, forse nell’animo. Le voci del Tour lo davano sul depresso andante, in Spagna è apparso in ripresa, ma troppo tenero per lo Zverev in formato madrileno. Qui, Sascha sembra dare il meglio. Lo fece nel 2018, vincendo senza perdere un set, e ha tutta l’intenzione di ripetersi quest’anno, Berrettini permettendo. […] Tennis da urlo. Bentornati al Foro del tennis (Elisabetta Esposito, La Gazzetta dello sport) Le misure anti-Covid, già parzialmente testate a settembre per l’edizione 2020, sono pronte. Federtennis e Sport e Salute, insieme all’organizzazione del torneo, si sono date da fare per garantire la massima sicurezza ad atleti e pubblico. Per i primi (a cui si aggiungono allenatori, medici, accompagnatori, giudici di gara e organizzazione per un totale di circa mille persone) è confermata la bolla sanitaria che limiterà spostamenti e contatti: [….] Ogni quattro giorni si sottoporranno poi a tampone molecolare. Torna la gente La vera novità è però la presenza del pubblico a partire dagli ottav idi giovedì per il 25% della capienza dei diversi impianti. Non è richiesto tampone, per entrare basterà un’autocertificazione e una mascherina rigorosamente Ffp2. Ovunque ci saranno poi dispenser con igienizzante. Come noto il Foro Italico verrà diviso in tre cluster separati ed indipendenti, ognuno con punti ristoro e servizi. Il primo è quello del Centrale: l’ingresso a viale delle Olimpiadi dove saranno posizionati sei termoscanner per il controllo della temperatura (con 37,5° si torna a casa). […] Il secondo cluster è quello della Grand Stand Arena, ingresso da via Franchetti, con due termoscanner pronti a verificare le condizioni dei 1493 appassionati che avranno accesso alle tribune. Il terzo comprende il Pietrangeli (774 posti) e i campi secondari (590): si potrà entrare da via Canevaro dove ci saranno quattro termoscanner. Da sottolineare che i biglietti saranno nominativi e i posti, persino sui campi laterali, tutti numerati, non solo per mantenere il distanziamento, ma anche per permettere il contact tracing nel caso si rilevi poi una positività. […] Internazionali da sogno. Manca solo Federer nel torneo che aspetta la carica degli italiani (Gaia Piccardi, Corriere della Sera) C’è un’oggettività del tennis italiano che è inconfutabile: otto azzurri nel tabellone degli Internazionali d’Italia che scattano stamane al Foro Italico, quattro di diritto (Berrettini da domani n. 9 grazie ai risultati di Madrid, Sinner n.18, Fognini n.28 e Sonego n.33) più quattro wild card (Travaglia n.68, Caruso n.80, Musetti n.83 e Mager n.90), sono tanti. Colpisce l’età dell’avamposto romano in vetta (Berrettini, 25 anni), del prospetto più interessante (Sinner, 19), del più giovane tra i top 100 (Musetti, classe 2002) […] Brancacclo e Cecchinato affrontano oggi il match decisivo per guadagnarsi un lunedì da leoni. E con questa premessa, quanta grazia santo tennis, che sotto l’occhio vigile del giovane neo c.t. di Coppa Davis Filippo Volandri (a sua volta protagonista di un epico successo su Federer a Roma nel 2007), il più grande torneo italiano, quarto Master 1000 della stagione, esce dal blocchi a porte chiuse con la promessa di una quota di pubblico dagli ottavi e di una settimana di prelibatezze azzurre in un cast che vede ai blocchi di partenza 19 dei primi 20 del ranking Atp: manca solo Roger Federer, ormai apparizione mistica per i fedeli, di ritorno sulla terra casalinga di Ginevra prima del grande salto nel buio a Parigi. […] L’enfant du pays Matteo Berrettini, che arriverà a Roma last minute da Madrid («Poiché il tennis è uno sport di sensazioni, Matteo sbarca agii Internazionali nel modo più giusto»), debutta con Basilashvili, ha un ottavo di finale teorico con Tsitsipas (n.5) e poi un’ipotesi di quarto con il campione in carica Djokovic, che infiammerebbe il fortunato pubblico presente. Attenzione però: «A Madrid si gioca in altura, la palla vola. Matteo dovrà essere bravo ad adattarsi in fretta alla terra del Foro» avverte Volandri: «Insomma calma, forse non è quest’anno che troveremo l’erede di Panatta, re nel ’76». A Roma cl sono anche le ragazze, naturalmente. Tre azzurre in tabellone con wild card (Giorgi, Trevisan, Cocciaretto), l’eterna Serena Williams sorteggiata dalla parte di Naomi Osaka, Halep in cerca di conferma, Barty permettendo.  ...

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