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Murray: “In passato ho sentito molti giocatori lamentarsi della parità di montepremi”

Uno dei temi caldi di questo periodo di stop è la possibilità di unire i circuiti professionistici, ATP e WTA, così da realizzare un unico prodotto e affrontare meglio le sfide che il mercato dell’intrattenimento oggigiorno propone. Le acque sono state smosse in maniera violenta da un tweet di Roger Federer che ha diviso il web. Sull’argomento e sulle difficoltà a esso legate, si sono espressi Andy Murray e Billie Jean King, ospiti a distanza della CNN. Murray si è espresso a favore del progetto, che secondo lui ha molto potenziale. “Credo che abbiamo uno sport veramente unico. I migliori giocatori e le migliori giocatrici disputano i tornei più importanti insieme, cosa che non accade negli altri grandi sport globali. Abbiamo prize money uguali in queste competizioni e anche il pubblico è diviso quasi 50 e 50 tra maschile e femminile, cosa molto rara. Ci potrebbero essere dei problemi da affrontare con un eventuale unione, ma è un passo nella giusta direzione quello di affrontare queste discussioni.” Anche Billie Jean King ovviamente si è detta entusiasta ed è tra le prime sostenitrici dell’unione. “Sono molto contenta che Roger si sia espresso, perché quando i top players parlano gli altri ascoltano. Ho parlato con Roger e mi ha detto che è giunto a questa conclusione perché ha avuto più tempo per riflettere. Quello che è importante capire è che siamo molto più forti se siamo insieme, possiamo crescere, ma dobbiamo stare insieme come sport per poter competere con gli altri genere di intrattenimento e gli altri sport.” I problemi però sono ancora molti, non solo a livello economico e politico, ma proprio per quanto riguarda la mentalità ed è lo stesso Murray a testimoniarlo. “Ho avuto conversazioni in passato quando si è iniziato ad avere un aumento dei montepremi e, per esempio, l’assegno per chi perdeva al primo turno è passato da 8.000 dollari a 10.000 per il maschile, mentre per il femminile da 6.000 a 10.000. Alcuni giocatori non erano felici perché i montepremi erano uguali. Io ho chiesto loro se avrebbero preferito non avere nessun aumento e loro hanno detto di sì. Questa è la mentalità su cui si deve lavorare. Ci saranno sicuramente delle sfide.” Un commento Andy lo ha dedicato anche al Players Relief Fund, istituito per aiutare i giocatori tra la 200esima e la 600esima posizione mondiale. Lo scozzese, che ha già contribuito in prima persona con donazioni (l’ultima è arrivata dopo la vittoria del torneo virtuale di Madrid), ha ribadito l’importanza di questo fondo di solidarietà. “Ci sono state alcune opposizioni tra i giocatori, ma io ho fatto delle donazioni. Nei prossimi mesi spero che possano esserci nuovi eventi per raccogliere altri soldi. I giocatori in quelle posizioni di classifica sono il futuro del nostro sport. Ci sono molti giovani, che potrebbero essere i futuri numeri uno e campioni Slam. Quindi è molto importante supportarli in ogni modo possibile.” ...

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