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Naomi Osaka al bivio-

Di Peter Bodo, pubblicato il 9 gennaio 2023 su tennis.com Mentre il tennis tornava a scaldare i motori di ritorno dalla breve off-season, con tutti i giocatori desiderosi di lanciarsi nell’inizio d’anno australiano, l’analista di Tennis Channel Pam Shriver – nonché’ ex campionessa tra gli anni 80 e 90 con 133 tornei vinti, la maggior parte in doppio con Martina Navratilova, medaglia d’oro olimpica e vincitrice di Grande Slam sempre in doppio –  ha previsto : “Penso che il 2023 sarà un anno veramente importante per capire se Naomi Osaka potrà tornare ad essere la persona che vinse 4 major sul cemento in un breve lasso di tempo“. Ma mentre il 2023 cominciava a muovere i primi passi, gli addetti ai lavori e tutti i fans si sono domandati con crescente smarrimento e ansia, che piano avesse Osaka per l’imminente Australian Open. Gli organizzatori del torneo hanno riposto in soffitta le proprie domande proprio domenica 8 gennaio, quando hanno annunciato un altro momento difficile per Osaka, che salta il secondo major degli ultimi tre. il suo record nei suoi tre slam che ha giocato nel 2022 è stato di 2-2. Come ha fatto sapere Shriver, l’AO “chiede il conto ” al curriculum di Osaka dal momento che il torneo ha avuto un ruolo chiave sulla sua fulminea ascesa. La giapponese ha ottenuto il suo primo trionfo nel Grande slam agli Us Open del 2018 confermandosi e pochi mesi più tardi in Australia, dove ha vinto ancora nel 2021, attestandosi probabilmente come la più forte tennista al mondo sul cemento. Se esiste un evento dove la storia di Osaka, insieme all’atmosfera generale del torneo, potrebbe ritrovare un nuovo slancio, sarebbe proprio “l’Happy Slam”. Invece è sempre più forte la sensazione che la 25enne dalla personalità complessa e tormentata, dopo aver dato il via a un dibattito sulla salute mentale nello sport professionistico che pare destinato a durare a lungo, abbia chiuso con lo sport che ha fatto da trampolino di lancio alla sua fama, ricchezza e celebrità. Gli eventi più recenti si sono succeduti in maniera sconcertante, mostrando un atteggiamento a volte quasi sconsiderato – o magari semplicemente indifferente- da parte di Osaka e/o del suo team. Alla fine di Ottobre Osaka ha postato su Instagram ringraziando tutti coloro che le facevano gli auguri di compleanno per i loro messaggi e l’affetto, salutandoli così: ” Non so davvero cosa ho fatto per meritare tutto questo, vi amo e ci vediamo in giro “. Ma, dato che nei mesi seguenti i social della Osaka sono rimasti privi di contenuti tennistici, capire le sue intenzioni è diventato come seguire le tracce di briciole di pane. Circa una settimana fa la Osaka è stata taggata in una foto originariamente postata da uno studio di pilates di Los Angeles. Più recentemente la Osaka ha postato una foto di lei e il suo fidanzato seduti davanti alla Gioconda al Louvre. e mentre quindi i fans andavano in fibrillazione, dato l’avvicinarsi degli AO, i soliti ben informati di Twitter hanno dedotto, visto la foto poi rimossa, che si trattava di un soggiorno parigino risalente a Ottobre. Forse Osaka voleva fare una qualche dichiarazione? Forse Osaka ci sta dicendo che ha chiuso col tennis e che dobbiamo farcene una ragione. Forse ci sta solamente segnalando che, essendo l’atleta più pagata nel 2022 ( 51,1 milioni di dollari di cui solo 1,1 guadagnati in premi nei tornei su un modesto bilancio di 14-9) si sta muovendo verso imprese più grandi e remunerative che includerebbero sponsorizzazioni e situazioni puramente imprenditoriali. La parte difficile per Osaka è che le sue stesse attività, e, se pensiamo al tennis giocato, la sua mancanza di attività, possono contravvenire ai suoi contratti e renderla un investimento rischioso. Gli sponsor potrebbero ritenere di non avere un ritorno proporzionale all’investimento. Mike Nakajima è stato, tra le altre cose, il direttore di Nike Tennis per il Nord America fino a quando ha lasciato l’azienda circa cinque anni fa. Ha avuto un ruolo di primo piano nel marketing e nella gestione degli obblighi contrattuali di numerose star Nike, tra cui Serena Williams, Roger Federer e Pete Sampras. Nakajima mi ha detto in una conversazione che tutti quegli stratosferici contratti di sponsorizzazione che un giocatore ottiene, hanno generalmente molti obblighi e clausole condizionali. Ci sono obiettivi di partecipazione da raggiungere, pagamenti di bonus subordinati alle prestazioni e altri vincoli. Ignorare gli impegni può portare a una riduzione del compenso del giocatore. L’allenatore di un giocatore può addurre scuse di qualsiasi tipo, tra cui infortuni e problemi personali, ma la csa non può durare molto. “Se sei un atleta Nike ma non giochi, non fa bene a Nike“, dice Nakashima parlando delle priorità di sponsorizzazione di Nike. “La cosa numero uno per noi è sempre stata la visibilità: mostrare qualcuno come Naomi che colpisce una pallina da tennis o tiene in mano un trofeo”. Ovviamente, non giova a Nike quando Osaka fa pubblicità per Mastercard, Louis Vuitton, Workday, Nissin o uno qualsiasi dei suoi numerosi sponsor. E i grandi capi di Mastercard non possono essere felice se Osaka non è là fuori a giocare partite di alto profilo, come lo è stata in passato, sfoggiando il loro logo. Per gli sponsor, la visibilità è il fine e l’essenza di tutto e arriva un punto in cui il prestigio della partnership potrebbe non essere sufficiente a soddisfarli. Gli sponsor possono ridurre i pagamenti quando un giocatore non rispetta gli obblighi, mentre i giocatori si attaccano a infortuni o altri fattori attenuanti per continuare a essere pagati. L’unica cosa certa è che i dati finanziari relativi agli sponsor sbandierati dalla stampa possono spesso essere lontani dalla verità. Gli sponsor raramente rivelano il valore o la dettagli dei contratti stipulati. Gli agenti dei giocatori, al contrario, sembrano amare far trapelare quelle cifre. “Tutti questi milioni di dollari di cui si parla possono entrare in gioco solo se un giocatore raggiunge tutti gli obiettivi stabiliti, ma spesso questa somma è quella che verrà divulgata alla stampa“, ha detto Nakajima. “Molte volte guarderemo quelle cifre e diremo: ‘È divertente, è un po’ diverso da quello che abbiamo negoziato”. È troppo presto per valutare l’entità dell’eventuale contraccolpo che Osaka subirà dall’allontanamento dal tennis, tenendo presente che gli sponsor sono molto attenti all’immagine e avversi alle polemiche, anche quando hanno motivi validi. È anche difficile prevedere per quanto tempo gli sponsor continueranno a sposare Osaka se non gioca a tennis. Sembra che abbia avuto un buon inizio come imprenditrice in diverse aree, tra cui una società di gestione dei talenti, Evolve, che ha messo sotto contratto Nick Kyrgios e Ons Jabeur. Forse non avrà bisogno di accordi di sponsorizzazione che le mettono pressione. Osaka è attualmente al numero 47, ma è una star globale. Potrebbe cambiare idea e tornare al tennis nel corso dell’anno. Se così facesse, riuscirebbe certamente a mantenere una buona presenza nei media nonché un alto valore di mercato. Ma come mi ha detto di recente l’analista di ESPN Patrick McEnroe, “Oggi non puoi essere un giocatore part-time nella tua prima metà di carriera e neppure quando ti stai avvicinando ai trenta. Naomi non è Serena. Lei (Williams) è unica nel suo genere con un’abilità unica e la fiducia necessaria per farlo. Ha aggiunto: “Non c’è dubbio che [Osaka] sia nata per giocare a tennis. Lo senti dal suono quando colpisce la palla. Ora che il suono non si sente più, il silenzio è assordante. Traduzione di Luca Gori e Massimo Volpati ...

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