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Primo test positivo nella bolla di New York: non è un giocatore

Ci sono voluti ben oltre mille test, ma alla fine un positivo è stato trovato. Parliamo della ormai nota bubble dello US Open della quale si avvantaggerà anche il Western&Southern Open. È toccato naturalmente alla federtennis statunitense, la USTA, comunicare la positività al Covid-19 di questa “persona”, non un giocatore ma appartenente al Tier 1. La bolla è organizzata su diversi livelli di sicurezza e il numero 1 è quello in cui rientrano anche i tennisti e i relativi staff. In conformità delle disposizioni del Dipartimento della Sanità dello Stato di New York, delle linee guida del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie e dei Protcolli di salute e sicurezza del Toeneo, si legge nel comunicato, la persona – asintomatica – dovrà rimanere in isolamento per almeno dieci giorni. Inoltre, è iniziata la ricostruzione dei contatti per determinare se qualcuno dovrà restare in quarantena per quattordici giorni. La USTA conclude assicurando che si tratta del solo caso positivo su 1.400 test eseguiti su chi rientra nel Tier 1 dal 13 agosto, giorno di inizio dei test. Non viene tuttavia specificato se la positività è stata rilevata al momento dell’arrivo o successivamente. There has been a positive Covid-19 test for a non-player who is part of Tier 1 in the controlled environment for the W&S Open & US Open. Unclear whether this happened upon arrival or after arrival. pic.twitter.com/t7BpKI6CQs— Christopher Clarey (@christophclarey) August 18, 2020 Ricordiamo che negli ultimi giorni sono risultati positivi anche Kei Nishikori, pronto per partire alla volta di New York, e un doppista al Challenger di Todi: i test e i vari protocolli servono appunto a evitare o, almeno, a ridurre il più possibile i rischi di contagio all’interno delle bolle, perché è altamente probabile, cifre alla mano, che alle porte di un torneo si presenti qualcuno (giocatore, coach, membro dello staff, ufficiale di gara, eccetera) con il Covid-19 in corso. ...

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