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Quattro italiani in top 30: quante volte è successo?

Il 26 maggio 2025, il ranking ATP ha fotografato un momento che, dalle parti del tennis italiano, profuma di evento: quattro italiani tra i primi 30 del mondo. È la quarta volta nella storia che succede, ma stavolta ha un sapore diverso, più pieno, più maturo. Perché non c’è solo la quantità, ma anche la qualità, con due azzurri in Top 10 e un certo Jannik Sinner saldamente seduto sulla poltrona numero uno del mondo.  Un traguardo che arriva a suggello di un quinquennio straordinario, in cui il tennis italiano è passato dall’essere outsider rispettato a protagonista fisso del circuito. E allora vale la pena rimettere in ordine i pezzi, scavare nei numeri e nella memoria, per ricostruire le quattro ere del poker azzurro in Top 30. Quattro fotografie, molto diverse fra loro, ma tutte incorniciate d’azzurro. Vediamo quali: 1977, la Coppa Davis e l’Italia di Pietrangeli Per trovare il primo precedente bisogna risalire al 23 maggio 1977. Era l’Italia della racchetta di legno, delle volée in ginocchio e della terra battuta come unica religione. Era soprattutto l’Italia che aveva appena vinto la Coppa Davis a Santiago del Cile, con l’eroica spedizione guidata da Nicola Pietrangeli, capitano non giocatore. Quella domenica di luglio, il ranking ATP recitava così: Adriano Panatta n.12 Corrado Barazzutti n.19 Tonino Zugarelli n.25 Paolo Bertolucci n.27 Quattro uomini, quattro colonne di un’epopea sportiva. Panatta aveva vinto il Roland Garros appena un anno prima. Barazzutti era l’uomo solido, che quell’anno avrebbe raggiunto la semifinale allo US Open. Bertolucci dominava i campi in doppio (e non solo), Zugarelli era il quarto moschettiere, spesso sottovalutato, ma sempre presente quando contava. Fu un’epoca breve, ma intensa. E per quasi mezzo secolo sarebbe rimasta l’unica con quattro italiani nella Top 30. Il cui culmine, come è capitato poi in questo meraviglioso 2025, si ebbe il 19 giugno 1977. In quell’aggiornamento di classifica il ranking “più basso” era il n.26 di Zugarelli, che stava vivendo il miglior periodo della carriera. Coincidente con il miglior periodo, in termini di classifica, del nostro tennis. In quell’occasione Panatta era n.17, Barazzutti 20 e Bertolucci 22. 2021, l’anno della Rinascita; prima puntata: aprile Dopo 44 anni di attesa, l’Italia del tennis si è risvegliata in primavera. Il 12 aprile 2021, dopo un inizio di stagione incoraggiante (Sonego vittorioso a Cagliari, Sinner finalista a Miami), il ranking ATP tornava a tingersi di tricolore: Matteo Berrettini n.10 Fabio Fognini n.18 Jannik Sinner n.22 Lorenzo Sonego n.28 C’era un senso di passaggio di consegne. Fognini, il veterano, restava aggrappato ai piani alti, mentre Sinner iniziava la sua scalata, giusto un mese dopo la finale a Miami. Berrettini si era già fatto conoscere al grande pubblico con la semifinale a New York nel 2019, ma da lì in poi sarebbe diventato uno degli uomini da battere sull’erba. E Sonego, reduce da un titolo eclettico a Cagliari, dimostrava di avere stoffa e personalità; era una primavera di fiducia, una semina destinata a dare frutti abbondanti. 2021, seconda puntata: ottobre di conferme A distanza di meno di sei mesi, l’Italia non solo replicava l’impresa, ma la rifiniva con maggiore precisione. Il 4 ottobre 2021 i protagonisti erano gli stessi, ma con posizioni ritoccate verso l’alto: Matteo Berrettini n.7 Jannik Sinner n.14 Lorenzo Sonego n.21 Fabio Fognini n.30 Sinner aveva appena riconquistato a Sofia e si avvicinava a Torino per le ATP Finals da riserva. Berrettini si era regalato una splendida estate culminata con la finale a Wimbledon , primo italiano nella storia a riuscirci, e il primo dei due titoli al Queen’s. Fognini resisteva con grinta e mestiere (anche se sono visibili i primi segnali della fase calante), mentre Sonego si confermava affidabile nei 250 e competitivo nei tornei che contano: uno su tutti, la semifinale di Roma nel 2021 persa da Novak Djokovic. Il segnale era forte: non era un caso, ma un movimento vero. Il ricambio generazionale era in atto, e la profondità cominciava a diventare sistemica. 2025, l’esplosione definitiva: Sinner guida il mondo Arriviamo così al presente. Il 26 maggio 2025, quattro anni dopo quel primo squillo, il poker azzurro si ricompone, ma questa volta con una sostanza completamente diversa. Le posizioni parlano da sole: Jannik Sinner n.1 Lorenzo Musetti n.7 Flavio Cobolli n.26 Matteo Berrettini n.30 Sinner è diventato ciò che si intravedeva già nel 2021: il numero uno del mondo, vincitore Slam, dominatore del circuito, volto globale del tennis. Ma la novità più significativa è Flavio Cobolli, entrato per la prima volta in Top 30 grazie a un fantastico titolo conquistato ad Amburgo. Un segnale importante: il ricambio continua, la filiera funziona.Musetti, a sua volta, è maturato. Il talento precoce ha messo su spalle larghe, vinto due Masters 1000, superato il limite dell’instabilità. E Berrettini, dopo infortuni e ricadute, è tornato. Magari non più nella Top 10, ma con la voglia e la forza di chi non ha ancora scritto l’ultimo capitolo. Quello che cambia oggi, rispetto al passato, è la prospettiva. Nel ’77 fu un picco isolato, frutto di una generazione irripetibile. Nel 2021 due picchi ravvicinati, figli di un’esplosione improvvisa, ma non ancora strutturale. Ora, nel 2025, sembra che l’Italia ci voglia restare, nella parte nobile del tennis mondiale. Con giovani che crescono (Cobolli, Arnaldi, Darderi, Nardi), con Sinner, Musetti e Berrettini (insieme a Sinner il giocatore con più presenze in questa speciale classifica) già colonne, con la consapevolezza di poter vincere in ogni torneo, su ogni superficie, ogni settimana. ...

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