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Rio Open: Sonego inciampa ancora sull’ostacolo Kecmanovic-

A Lorenzo Sonego non riesce la difesa dei quarti raggiunti nell’ultima edizione del Rio Open presented by Claro, quella del 2020. Con una prestazione deludente, l’azzurro si arrende in due set al qualificato Miomir Kecmanovic, che già lo aveva sconfitto al terzo turno dell’ultimo Australian Open, e rimanda l’assalto a quella top 20 che dista solo un gradino. Si era parlato di occasione persa in quella circostanza (stando all’originale tabellone avrebbe dovuto incrociare Novak Djokovic) e possiamo ripeterlo per questo giovedì carioca, anche perché nel frattempo si è ritirato Casper Ruud, seconda testa di serie e teorico avversario al round successivo. E dire che Lorenzo era partito forte, travolgendo con un parziale di 12 punti a 2 uno spaesato Kecmanovic, che ha poi preso improvvisamente vita dopo un errore banale del numero 3 d’Italia, peraltro nemmeno arrivato in una situazione di punteggio critica. Eppure. IL MATCH – Centratissimo in battuta e in risposta, Sonego vola rapidamente 3-0 imponendo il proprio ritmo agli scambi in cui si dimostra solidissimo, tanto che lascia per strada appena due “quindici”. Kecmanovic muove il punteggio e Sonego torna al servizio ma, sul 15-0, fallisce una comoda occasione: la controsmorzata serba è un assist per il passante di Sonego che, con tutte le opzioni aperte, sceglie di tirare il dritto addosso all’avversario, però è troppo buono e Miomir vince l’insperato punto con la volée d’istinto. Forse coincidenza, forse no, ma l’inerzia della partita cambia improvvisamente e, con un paio di errori di rovescio e una discesa a rete figlia di una frettolosa paura, il vantaggio iniziale va in fumo. Il n. 70 ATP gioca più sciolto mentre il nostro ha perso fiducia e si ritrova spesso lontano dal campo. In risposta sul 5-4, Sonego arriva a due punti dal set, ma lì si ferma perché ora è l’altro a essere più solido. Il sorpasso arriva al game successivo, con Kecmanovic che comanda di dritto, mentre lo stesso colpo azzurro diventa fonte di errori anche su palle da chiudere – emblematico e sintomatico, in tal senso, l’unforced con cui consegna il parziale. Due break subiti nonostante il 79% di prime in campo. Toilet break per Sonego mentre la pioggia si infittisce e sull’1 pari costringe l’arbitro Rafael Maia a sospendere l’incontro. L’interruzione di oltre un’ora non sposta di un millimetro la direzione presa dal match: il ventiduenne di Belgrado, in completa fiducia, comanda affidandosi allo sventaglio, Lorenzo fatica a spingere e perde subito la battuta. Sotto 1-3 e 0-40, il torinese n. 21 del ranking si scuote e recupera il game che era un punto di non ritorno, ma non riesce a dare seguito al moto d’orgoglio e continua a commettere errori piuttosto evidenti. L’allievo di Gipo Arbino vorrebbe tentare di rimanere aggrappato all’incontro in attesa di una crepa nell’apparentemente inscalfibile solidità serba, anche se il linguaggio del corpo tradisce il comprensibile scoramento per una serata in cui poco sembra funzionare dopo la fiammata iniziale. Si presenta più volte a rete e raggiunge almeno il risultato minimo, vale a dire allungare in modo che l’altro possa sentire la pressione di doverla chiuderla con la battuta. Pressione che si limita a un paio di errori presto rimediati, anche per un Sonego che non ha, nemmeno miracolosamente e in extremis, ritrovato il suo tennis. Il tabellone di Rio de Janeiro ...

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