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Roland Garros, Giudicelli: “Decisione nostra”. Garcia: “Ora è impossibile prepararsi al torneo”

Una doccia fredda da Parigi. In piena emergenza coronavirus, con il quotidiano stravolto per tutti a causa della pandemia, martedì gli organizzatori del Roland Garros hanno colto di sorpresa il mondo del tennis annunciando di posticipare l’evento – inizialmente previsto dal 24 maggio al 7 giugno – al 20 settembre 2020, una settimana dopo la fine degli US Open. Una decisione quanto mai inaspettata, giunta in un momento in cui tanti appuntamenti sportivi (e non solo) sono stati cancellati o rimandati ma, soprattutto, una decisione che, a quanto pare, è stata presa in modo univoco, senza previa consultazione con gli altri organi competenti come ATP, WTA e ITF, avvisati all’ultimo momento. Il quotidiano d’Oltralpe L’Equipe dedica un articolo approfondito sulla presa di posizione della Federazione e del presidente Giudicelli, nonché sulle reazioni di alcuni giocatori. In un contesto di confinamento quasi totale anche in Francia, annunciato due giorni fa dal presidente Macron (nonostante il termine “confinamento” non sia stato esplicitamente pronunciato), per combattere la rapida diffusione del Coronavirus (decisione che ovviamente blocca di fatto quasi tutti i lavori in corso e quindi anche quelli sul sito del Roland Garros), il presidente della FFT Bernard Giudicelli dichiara all’Equipe di non aver avuto scelta: “Tra la lotta a questo flagello e la volontà di organizzare il torneo, collocarci in calendario a settembre ci è apparsa l’unica soluzione realizzabile. Non potevamo pensare che questa stagione si svolgesse senza nessun evento sulla terra. L’interesse del torneo, dei giocatori e delle giocatrici è la priorità per noi. Ho contattato l’ATP, la WTA e l’ITF ma, alla fine, la decisione è stata nostra“. Le reazioni degli atleti non si sono fatte attendere. Alcuni più ironici, altri basiti, altri ancora furiosi, in molti si sono sfogati sui social. “Trovatemi un giocatore che fosse a conoscenza di questa decisione!” scrive un ironico Wawrinka. “Excusez-moi???” sbotta in francese Naomi Osaka. Caroline Garcia, che si allena attualmente alla Rafa Nadal Academy, esprime tutta la sua perplessità nel preparare uno slam in tali condizioni: “Oggi è impossibile preparare un torneo di questo livello. Immagino che non sia stata una decisione facile da prendere ma ci sono delle priorità“. Un altro tennista transalpino, Jérémy Chardy, appare deluso che i giocatori non siano stati consultati: “Sono un po’ scioccato della mancanza di informazioni. Ho ricevuto una mail da parte della FFT. L’ATP non ne sapeva niente o non ci ha detto nulla. È strano“. E poi, il Roland Garros si svolgerà quando teoricamente sarà in corso anche la Laver Cup a Boston, prevista dal 25 al 27 settembre. Giudicelli dichiara di “aver avvisato Tony Godsick (l’agente di Federer) della decisione ma di non averlo consultato“. “La Laver Cup fa bene al tennis” continua Chardy, “ma se alcuni giocatori forti preferiscono disputare la Laver Cup piuttosto che il Roland Garros, è l’inizio della fine. E la cosa non mi fa per niente ridere“. Reazione positiva invece da parte di Julien Boutter, ex n. 46 del mondo e attualmente direttore del Moselle Open di Metz, torneo della categoria ‘250’, in calendario dal 21 al 27 settembre 2020: “È evidente. Ho preso la decisione in cinque minuti (di annullare il torneo). Bisogna prenderla con filosofia. Il tennis ha più da perdere senza il Roland Garros che senza un torneo come il Moselle Open. Se siamo intelligenti, possiamo tutti uscirne cresciuti limitando i danni”. Ma allora – si chiede L’Equipe – si tratta di un colpo di genio di Giudicelli per collocarsi in una data importante o di un bluff dalle conseguenze pericolose? L’assenza quasi totale di concertazione per imporre la scelta francese ha messo tutti gli attori del tennis di fronte al fatto compiuto. Tale imposizione ha infatti scioccato e sorpreso il consiglio dei giocatori. Da considerare il fatto che lo Slam sul rosso inizierà esattamente una settimana dopo la finale maschile degli US Open (il 13 settembre). I finalisti avranno solo una settimana per passare dal duro alla terra, in un altro continente. E Roger Federer? La Federazione francese lo mette dunque in una posizione difficile per quanto riguarda la Laver Cup. Cosa accadrà in caso di conflitto? Senza contare l’impatto di tale cambiamento di programma sui tornei previsti dal 20 settembre al 4 ottobre: San Pietroburgo, Chengdu, Zhuhai, Sofia, Guanghzou, Seoul, Tokyo e Tashkent, così come un tie di sbarramento della Davis, in calendario dal 18 al 20 settembre… Traduzione di Laura Guidobaldi ...

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