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Russia-Croazia: a caccia della terza Davis

Russia favorita, ma Croazia pronta all’ennesima sorpresa. La finale della Davis 2021 propone tanti spunti interessanti. A partire dalla verifica di Daniil Medvedev – protagonista di una polemica accesa con il pubblico spagnolo – nel ruolo di futuro leader del circuito. C’è una squadra chiaramente favorita, nella finale di Coppa Davis 2021. Ma per la storia di questa competizione e per il modo in cui la Croazia ha già ribaltato il pronostico in almeno un paio di match, la Russia farebbe bene a rimanere coi piedi ben piantati a terra. Certo, pensarlo è una cosa, mettere in pratica il buon proposito è un affare più complicato. Perché Daniil Medvedev e Andrey Rublev, di fronte alla Germania, hanno letteralmente dominato. Persino oltre le attese. Perché Rublev finalmente ha ritrovato quel tennis bum-bum latitante da qualche tempo. E perché Medvedev – malgrado qualche acciacco – è apparso troppo superiore a tutti quelli che ha dovuto affrontare fin qui. Il numero 2 del mondo ha chiuso la contesa con Jan Lennard Struff, uno che sul veloce può sempre essere ostico, con un 6-4 6-4 senza troppi rischi. E nonostante questo è riuscito per l’ennesima volta a litigare col pubblico, peraltro abbastanza neutrale. Il fatto è che la gente sugli spalti avrebbe voluto un prolungamento del confronto, lui invece (ovviamente) no. IMITARE CRISTIANO RONALDO, PRENDENDOSI DEI FISCHI Così ne è nata una piccola polemica con tanto di bordata di fischi finale, mentre Daniil tornava al centro del campo provocando con quel suo fare istrionico che non prevede di seguire nessuna regola del ‘politicamente corretto’. Un atteggiamento che magari non gli garantisce le simpatie della gente, ma che lui continua a mettere in pratica perché fa parte della sua natura. E perché in fondo pare che dentro a queste piccole scaramucce si diverta un sacco. Tanto che nell’intervista sul campo ha ricordato il successo sulla Spagna, suggerendo al pubblico che per vederlo perdere, sarebbe meglio supportarlo e non fischiarlo. “Non lo faccio certo apposta a provocare – ha detto il russo – ma sul campo ancora più che nella vita cerco di essere naturale, cerco di seguire il mio istinto. A volte non mi piaccio, come quando a Wimbledon lanciai le monetine all’arbitro, ma altre volte faccio solo quello che mi sento e non credo ci sia nulla di male nell’esternare le proprie emozioni. In questo caso quel gesto (calma, fatto con le mani, ndr) non aveva nulla a che vedere col pubblico che tifava per il mio avversario, ma con un’esultanza che contraddistingue la nostra squadra e che imita quella di Cristiano Ronaldo quando giocava nel Real Madrid. Pensavo fosse divertente, ma ho notato che non è stato accolto bene…”. Sapete forse qual è il problema? Meglio leggerlo nelle parole di Daniil: “Il fatto è che arriviamo da questa lunga epoca di Roger Federer e Rafael Nadal, due degli sportivi più corretti dell’intera storia dello sport, non solo del tennis. E allora adesso il paragone per ogni cosa che accade sono sempre loro. Ma sapete, ogni persona ha un carattere differente. E magari le future generazioni potranno apprezzare maggiormente coloro che, in qualche modo, sono diversi da Rafa e da Roger”. LE ARMI DELLA CROAZIA: GOJO E IL DOPPIO Tornando alla Davis, cosa dovrà fare dunque la Croazia, per tentare l’ennesimo miracolo? Probabilmente dovrà affidarsi ancora una volta alle magie di Borna Gojo, colui che a forza di sorprese si è preso sulle spalle una squadra intera, dal basso del numero 279 Atp. Certo, superare Rublev sarebbe altra cosa, rispetto alle vittorie – pur importanti – dei giorni scorsi. Ma va anche detto che a volte il buon Andrey si batte da solo, e l’inevitabile tensione da finale potrebbe giocargli un brutto scherzo. Tecnicamente il confronto è impari, anche perché le armi di Gojo – apparentemente – non hanno nulla per spaventare il rivale di turno, abituato a fare la voce grossa da fondo campo e di certo non spaventato dal fatto di dover tenere un ritmo alto. Detto del singolare fra i numeri 2, quello fra i numeri 1 avrà un altro tasso di talento, un altro fascino, ma difficilmente un’altra storia. Marin Cilic si è sobbarcato fin qui il peso di dover affrontare i giocatori più forti delle squadre avversarie: così ha perso contro Jannik Sinner e contro Novak Djokovic, ma pure dall’ungherese Zsombor Piros. Difficile, onestamente, pensare che possa fare lo sgambetto a questo Medvedev, apparso così tirato a lucido malgrado un finale di stagione giocato col piede costantemente sull’acceleratore, dagli Us Open in poi. Il discorso, per farla breve, è molto simile a quello fatto alla vigilia di Serbia-Croazia. I croati sono sfavoriti, ma se dovessero arrivare al doppio, la vicenda si ribalterebbe. Nikola Mektic e Ante Pavic sono una coppia ormai talmente rodata e solida, che per definire il loro valore non basta più nemmeno il ranking Atp, che li pone al numero 1 del mondo. Meglio sentir parlare i colleghi, per capire quanto siano temuti i due. O vedere l’impotenza di Nole Djokovic, non proprio uno qualsiasi, di fronte ai loro schemi. LE MOTIVAZIONI DEI RUSSI Per la Russia, infine, ci sono due motivazioni extra. La prima: il fatto di vincere sotto quella sigla (RTF), che non piace a nessuno e che è stata imposta per i noti problemi legati al presunto doping di stato. “Non ci fa piacere – ha detto al proposito Medvedev – non poter esporre la nostra bandiera e non poter ascoltare il nostro inno. Ma sono dettagli, le vittorie sono comunque vittorie”. E la sensazione, conoscendo il loro orgoglio, è che questa vicenda li abbia caricati ancora di più. La seconda: dovessero vincere, Medvedev e Rublev porterebbero alla Russia una storica doppietta, perché mai il Paese più grande del mondo ha vinto la Davis e la corrispondente prova femminile nello stesso anno. L’ultima nazionale a riuscirci fu la Repubblica Ceca nel 2012, mentre in precedenza erano stati gli Usa a mettere a segno diversi bis negli eventi a squadre che si giocano a distanza di poche settimane. Chiunque vinca, arriverà a quota tre successi in Coppa Davis. La Russia ha centrato il titolo nel 2002 e nel 2006, mentre la Croazia ha vinto nel 2005 e nel 2018, l’ultimo anno in cui si è giocato con la vecchia formula. Oggi il mondo è cambiato ed è cambiata in maniera radicale anche la competizione che assegna l’Insalatiera. Mantenendo però, nonostante tutto, un fascino tale da spingere ancora i campioni a dannarsi per vincerla. 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