You are here

Sinner e McEnroe, perché è una buona idea

Jannik Sinner approda agli ottavi a Melbourne, batte Taro Daniel e attende Alex De Minaur. Ma l’attenzione di molti resta sulla possibile collaborazione con John McEnroe. Cosa potrebbe dare in più, a Jannik, la leggenda del tennis americano? Jannik Sinner è un fenomeno in costruzione che ha attirato l’attenzione – attraverso i suoi risultati e la sua attitudine – di tutto il mondo del tennis. Riccardo Piatti è uno dei coach più preparati e vincenti del Tour dei professionisti. John McEnroe è ancora – nonostante siano passati una trentina d’anni dal suo ritiro (almeno in singolare) – tra le icone di questo sport. Vederli insieme, per fare in modo di far decollare ulteriormente la carriera del talento altoatesino, non è impossibile. E soprattutto non è un’idea bizzarra come sembrerebbe a prima vista. PIATTI E MCENROE, DA RAONIC A SINNER L’idea, intanto, non è totalmente nuova. Già un paio d’anni fa, interpellato sul futuro di Jannik, Piatti citò proprio John McEnroe come un possibile futuro supporto al team ormai rodato che sta seguendo l’evoluzione del ragazzo di Sesto Pusteria. Si parlava di super-coach, di quei campioni del passato che spesso si mettono all’angolo di qualche star del presente e cercano di fornire indicazioni che nascono dall’esperienza, dal vissuto di alto livello nel circuito. Seppur quello di qualche anno addietro. Tra le figure più rappresentative di questa tendenza, ci sono stati Boris Becker (con Novak Djokovic) e Stefan Edberg (con Roger Federer), c’è Goran Ivanisevic, sempre con Nole. E c’è appunto John McEnroe. Il quale ha centellinato le sue apparizioni in veste di allenatore. La più importante, di recente, lo ha visto impegnato con Milos Raonic, quando il canadese era seguito proprio da Riccardo Piatti. Era il 2016, Sinner era un bambino, ma l’amicizia e la stima tra l’allenatore comasco e la leggenda del tennis americano nascono proprio da quel periodo. SINNER, L’OBIETTIVO È L’APPROCCIO Il fatto di aver già lavorato insieme e di averlo fatto in maniera proficua per il giocatore interessato, ha convinto Piatti che McEnroe fosse un’arma in più a sua disposizione, da giocarsi per il futuro di Jannik. Tanto più che stavolta, contrariamente a quanto era accaduto con Raonic, parliamo di mettersi al servizio di un giocatore in piena formazione, con importanti margini di miglioramento e ben predisposto a lavorare su tutti i dettagli. Compresi quelli che sente meno naturali. Pensiamo al gioco di volo, per esempio: Sinner ha già fatto progressi notevoli, nei pressi della rete, rispetto a dodici mesi fa. Ma si tratta comunque di un cammino lontano dalla sua conclusione. Insegnare il tocco di McEnroe non si può fare, ma ci sono tanti aspetti che invece si possono comunicare. Si può insegnare l’approccio alla materia, ed è questo su cui – eventualmente – punterebbero Piatti e SuperMac. JOHN E JANNIK, COSÌ DIVERSI E COSÌ UGUALI Sembra, di primo acchito, che arrivino da due galassie lontane anni luce. Invece, in fondo, Jannik Sinner e John McEnroe non sono così distanti. Ad accomunarli c’è forse la caratteristica più importante in assoluto: la passione. Tanto l’altoatesino, quanto l’americano, vivono di tennis. E poco importa che uno abbia 20 anni e l’altro sia alle soglie dei 63. “John – ha spiegato tempo fa Riccardo Piatti – è una delle persone che più amano il tennis, tra quelle che io ho conosciuto nella mia vita”. “Gli piace giocare, gli piace capire, gli piace lasciare qualcosa a coloro che gli stanno intorno. Questo approccio fa la differenza, insieme alla grande esperienza che può portare”. In una intervista post match agli Australian Open, Sinner aveva già parlato di “un possibile nome nuovo nel team, che però ancora voglio mantenere segreto”. Il fatto che due giorni dopo, McEnroe abbia sostanzialmente offerto la propria collaborazione all’azzurro, dicendosi disponibile per un lavoro part-time, ha di fatto sciolto gli ultimi dubbi che ancora potevano rimanere. BATTUTO DANIEL, ORA DE MINAUR Intanto, coach e super-coach a parte, Jannik Sinner continua a rimanere concentrato sul suo percorso in quel di Melbourne, continua a vincere e approda per la prima volta in carriera agli ottavi degli Australian Open. Contro Taro Daniel, il giapponese che aveva sorpreso Andy Murray al turno precedente, Jannik partiva favorito e ha giocato un match ordinato, malgrado abbia perso (nettamente, peraltro) il secondo set. Dopo aver incamerato il primo parziale, l’azzurro ha abbassato la guardia per qualche game, mentre Daniel provava a portare il match sui binari che gli sono più congeniali. Al giapponese piace addormentare il confronto per poi far partire delle fiammate improvvise, che contro avversari meno attenti possono essere letali. Sinner ha subìto per poco tempo il gioco altrui, poi da metà del terzo set si è rimesso a comandare. E a quel punto Daniel non aveva più alternative da opporre. Il prossimo avversario, Alex De Minaur, ha un altro potenziale rispetto a Daniel. Numero 42 al mondo, fino a metà dello scorso anno era numero 15 e ha già mostrato di poter essere un cliente difficile per i top players, con la sua capacità di difendere e con le doti da fighter che si porta dalla culla. DUE ITALIANI NEGLI OTTAVI, COME NEL 2018 E NEL 2021 De Minaur e Sinner hanno giocato due volte uno contro l’altro, e in entrambi i casi ha avuto la meglio l’altoatesino. Nel novembre del 2019, alle Next Gen Atp Finals di Milano, fu una mattanza: Jannik chiuse per 4-2 4-1 4-2, ma la sensazione di superiorità dell’azzurro fu talmente evidente da far ritenere bugiardo il punteggio, che in teoria poteva essere ben più severo. A Sofia, un anno dopo, l’australiano vinse il primo set ma finì per essere rimontato. In entrambi i casi, Sinner avrebbe poi vinto il torneo. Trovare due azzurri negli ottavi nello Slam australiano non è una novità assoluta. Di recente è già accaduto nel 2018 (Fabio Fognini e Andreas Seppi) e nel 2021 (ancora Fognini, insieme però a Matteo Berrettini). Ma stavolta le prospettive sono diverse. Sinner è favorito contro De Minaur, Berrettini andrebbe ugualmente considerato in vantaggio al cospetto di Pablo Carreno Busta, anche se i due sono al primo scontro diretto. Non c’è nulla di scontato, ma abbiamo due top 10, abbiamo due ragazzi che sanno benissimo cosa fare per rimanere in vetta e crescere ancora. L'articolo Sinner e McEnroe, perché è una buona idea proviene da WeAreTennis. ...

Related posts

Leave a Comment

shares

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi