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Sinner e Piatti divorziano per il numero dei tornei. Il ruolo dell’amico Vittur (Piccardi). Molto più di un coach di scorta, a Sinner ora ci pensa il “Vagno” (Martucci)-

Sinner e Piatti divorziano per il numero dei tornei. Il ruolo dell’amico Vittur (Gaia Piccardi, Corriere della Sera) Premessa: cambiare coach non è reato, però è una scelta che può provocare macerie, in chi lascia e in chi è lasciato. Sembra esserci la voglia di un ritorno a casa nelle molliche di pane seminate da Jannik Sinner per strada in questi giorni difficili di rottura — civile, ma rottura (c’è un contratto, gli avvocati di mezzo) — con coach Riccardo Piatti, seguire il sentiero conduce in Alto Adige dove tutto cominciò. L’ex tennista oggi manager Alex Vittur, brunicense, classe 1984, miglior classifica n.6o5, grande amico di Andreas Seppi, è il primo che nota il talento del barone rosso. Tira cannonate ma ancora scia. Siamo al bivio. Hanspeter e Siglinde, i genitori di Jannik, di Alex si fidano, gli chiedono di stare accanto al figliolo che nel frattempo ha scelto il tennis, ne diventa il mentore e l’ascoltatissimo consigliere. Vittur segnala un Jannik 13enne a Massimo Sartori (coach di Seppi), che lo segnala a Piatti, che lo Invita a Bordighera. Il resto è storia. Le notizie di questo periodo sembrano un nastro riavvolto al contrario: in vista del ritorno nel circuito a Dubai, dal 21 febbraio, Sinner si prepara a Montecarlo con l’ex pro Simone Vagnozzi, un tempo allenato da Sartori, che gli fu presentato da Vittur. […] Jannik ha molto patito le critiche che gli sono piovute addosso dopo il rifiuto all’Olimpiade di Tokyo, scelta tecnica di Piatti, quel bagno di umanità e senso di squadra che poi il n.io del mondo avrebbe fatto a novembre con la Davis, uno step di crescita fondamentale. Ai più attenti non era sfuggito che a New York, post Giochi e roventi polemiche, alla fine di un allenamento all’Open Usa Jannik aveva reagito stizzito a Piatti, inedita insubordinazione. Lo sfogo rabbioso di Melbourne («Io la testa la uso, ma tu devi stare calmo!»), a gennaio in mondovisione, l’abbiamo visto tutti. E se ora la narrazione della crisi tramanda un’intolleranza totale di Sinner verso Piatti (viaggia troppo poco, non ne condivide la programmazione — lui vorrebbe giocare a testa bassa tutti i tornei, l’altro predilige gli obiettivi chiave — e, addirittura, certe interviste con la stampa), sarebbe sbagliato sgualcire il buono che questi anni di duro lavoro hanno prodotto e la reputazione di un tecnico che merita rispetto. Di certo ci sono gli allenamenti a Montecarlo (dove Sinner vive) con Vagnozzi e l’attesa dell’annunciazione del super coach: Magnus Norman, ex n.2, 45 anni, già eccellente nel resuscitare Wawrinka, garanzia di serietà. […] Molto più di un coach di scorta, a Sinner ora ci pensa il “Vagno” (Vincenzo Martucci, Il Messaggero Sport) Perché “Vagno”? Perché Jannik Sinner, uno dei talenti più concreti del tennis nel caos del divorzio all’italiana da papà-Riccardo Piatti – uno dei coach più famosi del circuito -, si affida a Simone Vagnozzi, un tecnico dal nome non altisonante? Perché è bravo ed affidabile, perché si fida, perché lo conosce da sempre, da quando Massimo Sartori, che lo scopri in Alto Adige esattamente come Andreas Seppi, glielo mise accanto in allenamento, prima di proporlo a mastro Piatti che poi lo trasferi a Bordighera. […] Anche “Vagno” è diventato un tennista professionista, pur partendo da un potenziale tecno-fisico ben inferiore a quello di Sinner, a cominciare dall’altezza (1.71) e dal peso (60 chili), riuscendo comunque a raggiungere nel 2011 il numero 161 Atp grazie ad intelligenza e sensibilità. Accanto a Vagnozzi cercava la sua strada alla corte di Sartori anche Alex Vittur, classe 2004, che invece è arrivato al massimo al numero 605 del ranking e si è indirizzato verso il management. […] Tanto che, quand’è scoppiato all’improvviso il divorzio con Piatti, ha contattato subito Vagnozzi per evitare pericolosi sbalzi nella preparazione del numero 10 del mondo, atteso al rientro sul circuito fra una settimana a Dubai dopo aver avuto il Covid. OTTIMO SECONDO “Vagno” è il figlioccio di Sartori, cui proprio il tecnico aveva affidato Marco Cecchinato perché riteneva entrambi pronti per il gran salto, come infatti avvenne con le straordinarie semifinali del Roland Garros 2018 e la conseguente scalata del giocatore fino al numero 16 del mondo. Quando, appena un anno dopo, il siciliano decise di continuare da solo, senza più toccare quelle vette, Vagnozzi ha rilanciato un altro giocatore di medio livello come Stefano Travaglia portandolo alla miglior classifica di 60. Da maggio, cercava un prospetto più giovane da crescere e, dopo aver accompagnato per due settimane di tornei la promettente 2008 austriaca Tagger Lilly (punta di diamante della Horizon Tennis Home di Sartori a Vicenza), ne ha trovato uno fortissimo come Sinner. Difficilmente potrà allenarlo come prima guida ma potrà affiancare un coach di provata esperienza come il candidato alla successione di Piatti, l’ex numero 2 del mondo, lo svedese Magnus Norman. […] ...

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