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Sonego, che succede?

“Non so cosa mi stia succedendo“ Con queste parole a La Repubblica Torino il tennista torinese Lorenzo Sonego ha espresso le sue sensazioni sul periodo che sta attraversando. Questa settimana, Sonego è stato eliminato al primo turno di Buenos Aires dall’uruguagio Pablo Cuevas. Se la sconfitta a una prima occhiata non ha niente di strano, visto che Cuevas è una vecchia volpe della superficie, in realtà è la punta dell’iceberg di un problema più grande. Il tennista italiano sembra essere incappato in una crisi simile a quella che ha colpito Marco Cecchinato dopo il suo trionfo a Buenos Aires, dove pochi giorni una sconfitta al primo turno ne ha sancito l’uscita dalla top 100. I numeri di Sonego parlano chiaro: l’ultima è stata l’undicesima sconfitta di fila a livello ATP, la 17° nelle ultime 28 partite. Statistiche che raccontano in maniera chiara il periodo difficile che sta vivendo Sonny. In questo caso tutto sembra essere iniziato – paradossalmente – ad Antalya, dove Sonego ha vinto il suo primo torneo nel circuito maggiore. Riavvolgiamo il nastro. DA ANTALYA… – Sull’erba turca non ci sono particolari aspettative, visto che Lorenzo è un giocatore impostato per la terra battuta, ma la costanza al servizio e la sua solita grinta – ben esemplificata dal tie-break disputato in ogni partita – lo portano fino a sollevare il trofeo. La finale con Kecmanovic, disputata su un campo che per via del caldo e dell’usura sembra ormai più erba battuta che erba vera, è una prova di forza. Sonego salva un match point a fine secondo set, domina il terzo e firma il suo primo ingresso in top 50, seduto sul 46esimo gradino che tutt’ora corrisponde al suo best ranking. Dopo neanche un giorno deve subito volare in Inghilterra perché a Wimbledon lo attende il primo turno contro Granollers. Lo spagnolo si rivela un ostacolo troppo duro per un Sonego stanco che si arrende in tre set lottati. La stagione prosegue, a Kitzbuhel Lorenzo sopravvive a una partita incredibile contro Delbonis (nella quale annulla 12 palle break) e raggiunge la semifinale, dove ben figura contro l’idolo di casa e principe della terra battuta Thiem. Fino a questo momento non ci sono segnali di crisi. Il cemento americano è però amaro. Sonego vince una sola partita tra Winston-Salem e Cincinnati (perdendo contro Kyrgios e Carreno), ma la sorte prova a dargli una mano aprendogli il tabellone dello US Open fino agli ottavi di finale, in virtù della sconfitta di Thiem per mano di Fabbiano. Il torinese supera facilmente quel Granollers che lo aveva regolato a Wimbledon ma viene dominato da Andujar al secondo turno, non certo uno specialista della superficie, fallendo così il primo accesso al terzo turno di uno Slam. La ripresa avviene al Challenger di Genova, che per qualità dei contendenti non ha troppo da invidiare ad alcuni ATP 250. Sguazzando nel suo territorio preferito, quello della lotta, Sonego vince il torneo in finale contro Davidovich-Fokina ma non convince soprattutto al servizio, considerati i cinque break subiti in finale e una seconda insolitamente leggera. Già, il servizio. Proprio il servizio era stato la chiave del suo successo ad Antalya e della sua discreta competitività sul veloce, con picchi di percentuale di ace rate del 26%, il più alto del torneo, e una media di punti vinti con la seconda di servizio superiore al 60%. La seconda è probabilmente una delle principali cause del suo periodo negativo, visto che nelle ultime uscite del 2019 e nelle prime del 2020 ha spesso avuto numeri inferiori al 50% di punti vinti. Un piccolo segnale di ripresa incoraggiante è in realtà giunto su questo fondamentale, che contro Cuevas e Kyrgios ha superato – anche se a fatica – la soglia del 50%. La partita contro Kyrgios, a detta del suo allenatore Gipo Arbino, è stata un segnale della sua ripresa. “Lorenzo l’ha messo alle corde, avrebbe potuto fare il colpaccio e ha perso con due tie-break“. Forse dall’esterno la sensazione non è stata la stessa: per quanto il match sia stato combattuto, la differenza è sembrata evidente soprattutto sul lato del rovescio. Ma contro Kyrgios sono in pochissimi a poter comandare il gioco. “Stiamo lavorando soprattutto sulla risposta al servizio” dice Gipo, ma alcune perplessità – espresse dallo stesso allenatore – permangono anche sotto il profilo atletico. Sonego è un ragazzo di un metro e novanta ma pesa poco più di 80 chili, numeri che configurano un fisico davvero tanto esile per un tennista di quella corporatura. “Per questo penso che avrà altri 10/12 anni di carriera davanti a sé […] ha il fisico di un ragazzo di 18 anni e penso darà il meglio a 27“. E poi c’è il rovescio, il suo vero tallone d’Achille: il colpo è ancora troppo debole in top e poco efficace in back, e per questo viene costantemente cercato dai suoi avversari. Ma anche su questo, assicura Gipo, si lavora duramente. I tempi del tennis, però, sono molto stretti. Se è vero che Sonego conserva ancora – per una manciata di punti – un posto in top 50 nonostante il periodo negativo, è anche vero che tra marzo e aprile ci saranno da difendere i punti dei quarti di finale raggiunti lo scorso anno a Phoenix (challenger), Marrakech e soprattutto Montecarlo. Per Lorenzo è arrivato il momento di tirare fuori le unghie. ...

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