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Sonego e Sinner perfetti: l’Italia può sognare

L’Italia domina gli Stati Uniti con due giocatori (e il capitano) all’esordio in Coppa Davis. Una dimostrazione di forza che conferma le ambizioni azzurre in questa edizione dell’evento a squadre. Una conferma per un gruppo fondato su ragazzi giovani ma già maturi per raggiungere traguardi importanti. Ci sono fior di giocatori che, al primo contatto con la Coppa Davis, si sono sciolti, si sono fatti travolgere dalla pressione e in alcuni casi si sono portati addosso quell’esperienza negativa per gran parte della carriera. E poi ci sono gli italiani. Lorenzo Sonego, Jannik Sinner e pure il capitano Filippo Volandri, hanno confezionato un esordio che meglio di così sarebbe stato difficile persino immaginare. A Torino, in casa (per Sonego, davvero in casa, visto che abita a 200 metri dalla sede dell’evento) e con aspettative altissime, il team azzurro non ha fatto rimpiangere l’assenza di Matteo Berrettini chiudendo la pratica Stati Uniti dopo due singolari perfetti. Per cominciare, Lorenzo ha respinto le ambizioni di Reilly Opelka trascinando con sé il pubblico del Pala Alpitour in un abbraccio collettivo che difficilmente dimenticherà. Poi, Sinner ha completato l’opera rifilando a John Isner la sconfitta peggiore della carriera: due game raccolti dall’americano, sul sintetico indoor, dicono tutto di una prestazione monstre dell’altoatesino, capace di mettere il pilota automatico e di non avvertire nessun calo di tensione. TOP PLAYERS E UN SISTEMA CHE FUNZIONA Visto così, è sembrato tutto troppo facile, quasi irreale, come se gli americani non fossero stati all’altezza del compito. Ma dentro a quella sensazione si nascondono la forza e la consapevolezza di un gruppo capace di cose mai viste nella storia del tennis italiano. “Si tratta dell’inizio di un’era che non ha precedenti”, ha detto il presidente Fit Angelo Binaghi, e in effetti ciò che si è ammirato sul campo di Torino racconta di sogni che mai come adesso sono pronti per essere realizzati. Sotto il profilo tecnico, proprio la superficie, nettamente più lenta di quella delle Nitto ATP Finals, ha dato probabilmente una mano a Lorenzo e Jannik, rendendo meno letali i servizi di Opelka e Isner. Ma l’impressione è che in ogni caso i due azzurri fossero semplicemente più forti. Una sensazione strana, per chi ha vissuto gli ultimi 40 anni di tennis mondiale in una sorta di apnea, aspettando questo momento. Aspettando che l’Italia scoprisse qualche fenomeno, o che il movimento crescesse al punto da imitare i cugini francesi e spagnoli, sempre troppo avanti rispetto a noi. Adesso siamo di fronte a qualcosa di ancora più significativo: non c’è un solo fenomeno, ma un gruppo che è stato fondato sul lavoro e sulla cura dei dettagli, un gruppo finalmente unito e che in Coppa Davis porta non soltanto i giocatori, ma pure i coach e un sistema fatto di relazioni sane e di confronti utili. SONEGO E SINNER, DUE UOMINI DAVIS Sonego, che già si sapeva dotato di un carattere importante, ha confermato di essere potenzialmente uno straordinario ‘uomo Davis’. Preferito a Fabio Fognini (scelta difficile, ma alla fine corretta), Lorenzo aveva tutto da perdere, con gli amici a guardarlo sulle tribune (“avrei voluto portarne di più – ha spiegato – ma non c’erano biglietti sufficienti”) e una partita non impossibile sul piatto. Quando ha dovuto annullare una pericolosa palla break sul 3-3 del primo set, probabilmente hanno tremato più gli spettatori che lui. Poi, dal game successivo, la musica è cambiata (grazie anche – stando alle sue dichiarazioni – alla sua canzone messa in diffusione al cambio campo) e il match in pochi minuti è girato dalla parte del piemontese. Sinner, allo stesso modo, non ha mai avuto un briciolo di incertezza mettendo in evidenza una condizione approssimativa di John Isner, ultimamente distratto da troppe vicende personali, in particolare dalla nascita del terzo figlio. Jannik ha avuto il merito di partire con il piede sull’acceleratore facendo capire al suo avversario che non avrebbe avuto chance. E il confronto, da fondo campo in particolare, è stato impietoso: due categorie diverse. Proprio la scelta di Isner pesa sul capitano americano Mardy Fish, che di opzioni diverse ne avrebbe avute: Frances Tiafoe, rimasto a guardare in panchina, oppure Sebastian Korda (recente finalista alle Next Gen ATP Finals di Milano) e Jenson Brooksby, addirittura non convocati. LA DELUSIONE DEGLI AMERICANI Gli ospiti non l’hanno presa benissimo, e in effetti si tratta di una delle peggiori umiliazioni nella storia del tennis americano. Opelka è arrivato in conferenza stampa rispondendo a monosillabi, tanto da essere ripreso persino da un giornalista, che giustamente gli chiedeva una maggiore partecipazione. Isner è stato appena più loquace, sottolineando che Sinner è destinato a un futuro molto importante. Al di là della loro giornata negativa, tuttavia, il merito di averli fatti sentire inadeguati è tutto nelle mani degli azzurri. Di due ragazzi giovani ma molto maturi e di un capitano che non ha avuto paura di fare scelte proiettate (anche) sul futuro. Come quella di far giocare il doppio a Lorenzo Musetti, sconfitto insieme a Fognini da Ram e Sock. Così passa in secondo piano persino la nuova formula della Davis, passa in secondo piano il fatto che non ci siano partite al meglio dei cinque set, sostituite da un format che può risolvere un confronto in due ore e mezza. Come è accaduto per Italia-Stati Uniti. Ora la sfida con la Colombia di Galan, Mejia e del doppio Cabal/Farah potrebbe già darci il lasciapassare per i quarti. Che, nel caso di arrivo in prima posizione, l’Italia giocherebbe nuovamente a Torino. Con l’obiettivo poi di prendersi le semifinali di Madrid. A proposito di Spagna, gli iberici che erano già partiti senza Rafael Nadal hanno perso per strada (causa positività al Covid) anche la stellina Carlos Alcaraz. E adesso si ritrovano con un team decisamente al di sotto della loro tradizione, un team (dove il leader è Pablo Carreno Busta) che può perdere contro tante avversarie. Proprio questa condizione è una sorta di test per la nuova Coppa Davis, che nel 2019 (sempre a Madrid) fece il tutto esaurito grazie a Nadal e compagni, capaci di arrivare a prendersi l’Insalatiera. Stavolta è probabile che in finale la Spagna nemmeno ci arrivi, e allora sarà curioso respirare l’atmosfera di un match decisivo con una buona parte del pubblico non direttamente coinvolta dalla vicenda. L'articolo Sonego e Sinner perfetti: l’Italia può sognare proviene da WeAreTennis. ...

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