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Stefanos Tsitsipas: “Il mio obiettivo è vincere uno Slam quest’anno. Sogno le Olimpiadi con Petros”-

26 agosto 2019, 4 anni e mezzo fa. Una data apparentemente insignificante per la maggior parte delle persone, non per Stefanos Tsitsipas. Da quel lunedì d’estate infatti il greco non aveva mai avuto un ranking più basso del n.7…fino a questa settimana, in cui si trova al n.10, con un’uscita dalla top 10 che si fa sempre più incombente. D’altronde, tolta la finale dell’Australian Open 2023, è un anno e mezzo che i risultati latitano da quelle parti. Un solo titolo vinto, a Los Cabos, tante brutte sconfitte, un quarto di finale Slam perso in molo modo. Questi gli highlights recenti di un giocatore dal quale ci si aspettava ben altro. Dal quale lui stesso si aspettava ben altro. In realtà, sarebbe meglio dire “si aspetta”. Il greco infatti, che domani scenderà in campo in Coppa Davis con la sua Grecia, ha rilasciato un’intervista decisamente ambiziosa a una televisione del suo Paese. “Il mio obiettivo di quest’anno è conquistare uno Slam e una medaglia olimpica“, rivela Tsitsipasa a Tennis24, “per me significa molto. Giocare insieme a Petros, mio fratello, in un’Olimpiade, a Parigi, è uno dei sogni della mia vita“. Obiettivi non di poco conto, che richiederebbero un giocatore ben diverso da quello che ha perso un paio di settimane fa contro Fritz a Melbourne. Obiettivi che, a detta di tanti addetti ai lavori, potrebbero richiedere anche qualche cambiamento nel suo angolo, in cui ancora la prima voce è il padre Apostolos. Un rapporto di onde anomale, a tratti di amore, a tratti di odio. E con risultati non sempre costanti. La direzione da seguire però sembra non cambiare per il n.10 al mondo, che ha le idee ben chiare sulla questione del padre come allenatore. “Io e mio padre abbiamo sempre avuto il tennis come elemento in comune“, spiega il n.1 greco, “era qualcosa di nostro, che abbiamo sempre condiviso. Quando non è con me, mi sento come se una parte della mia identità di giocatore andasse perduta. In diverse occasioni in passato non era con me e mi sentivo come fossi la metà del giocatore. A volte forse non gli parlo molto bene, ma è l’unica persona che mi capisce e questo fa parte del lavoro. La cosa positiva è che possiamo separare il ruolo di padre da quello di allenatore“. Con la speranza, per il suo 2024, e soprattutto per la sua carriera, che effettivamente sia così. E non si tratti di un’incapacità di spezzare un legame che forse, nel mondo del tennis, gli ha dato a tratti meno di quanto avrebbe potuto raccogliere. ...

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