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Swiatek: “Sento la pressione ma non sono un robot che deve vincere sempre”-

Buona la prima per Iga Swiatek. La n. 1 del mondo esce col sorriso dal suo match d’esordio all’Australian Open, vittoriosa contro la tedesca Jule Niemeier (6-4 7-5). Ma non è stata proprio una passeggiata di salute poiché la polacca ha dovuto faticare non poco per venire a capo di un’avversaria tosta e potente, in particolare quando si è trovata sotto 5-3 nel secondo set. Al secondo turno affronterà la colombiana Camila Osorio (84 WTA). Ecco le sue dichiarazioni nella conferenza stampa post partita. D: Come ti sei sentita sullo svantaggio del 5-3, come hai pensato di cambiare l’andamento del set e ottenere la vittoria? “Sapevo che avrei potuto aumentare la mia concentrazione e l’intensità e così ho fatto. Ma, certo, il mio obiettivo e di non trovarmi in questa situazione nel prossimo match, di non cominciare il set perdendo un break. Ma succede. Sono felice di essere riuscita a recuperare, mi serviva maggiore intensità“. D: In campo hai detto che l’anno scorso è stato un momento di svolta per te, come ti sentivi sui campi veloci? “All’inizio dell’anno scorso non ero così fiduciosa di poter vincere titoli importanti sui campi in cemento. E i media mi descrivevano piuttosto come una giocatrice di terra rossa. Lavorare con Tomas mi ha fatto capire che potevo essere più aggressiva e non giocare solo a fondocampo. Ne ho tenuto conto nei miei match e i risultati mi hanno confermato che sto andando nella giusta direzione“. D: È il quarto slam che giochi da n. 1 del mondo. Le sensazioni sono diverse ora, che sei la testa di serie n. 1 in un major? “Nella pre-season ho avuto il tempo di riflettere molto a questo. Nel tempo trascorso a casa, non dovendo concentrarmi sui match, ho avuto il tempo di realizzare ciò che è successo. L’anno scorso ero concentrata sui passi e sui match successivi. La gente si aspetta che tu vinca i primi turni. Quest’anno sento che la gente si aspetta che io vinca ancora di più, e bisogna convivere con questo. Certo, forse sarà un po’ più facile se le persone giudicheranno meno“. D: In che modo le persone giudicano? L’hai letto nella stampa? O nelle domande durante le interviste? “Mi sembra che le persone siano molto attente ai numeri e alle statistiche. Mi sembra che si concentrino sui match e perdano di vista che siamo delle persone e che dobbiamo davvero lottare per vincere. È come se, grazie alle nostre qualità, dovessimo comunque vincere. Guardano solo i numeri. So che anch’io mi metto molta pressione ma sto lavorando anche su questo. A volte si ha la sensazione di non essere sempre trattati come essere umani ma piuttosto come robot che devono vincere“. ...

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