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Tre moschettieri azzurri a Parigi (Crivelli, Mastroluca, Azzolini, Rossi). Musetti-Sinner, la giovane Italia brilla a Parigi (La Nazione)

Assalto ai Re (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport) Invito a corte con l’abito di gala e il blasone di una rinascente nobiltà di sangue rinvigorita dalle prodezze di tre ragazzi che attraverso talenti e percorsi assolutamente personali ma di straordinaria qualità si stanno meritando la passerella d’onore. Una volta avremmo tremato, oggi recitare di seguito come una meravigliosa poesia il calendario degli ottavi di domani Djokovic contro Musetti, Nadal contro Sinner e Berrettini contro Federer esalta il rinascimento azzurro e apre orizzonti di gloria perfino al cospetto dei più grandi di sempre. Sono musica, perciò, gli applausi scroscianti che il pubblico solo francese riserva in continuazione al superbo livello del derby tricolore tra Musetti e Cecchinato, fin qui la miglior partita del torneo. Dopo un avvio imperioso del Ceck, Lollo la prende in mano con un concentrato di classe, coraggio e incoscienza più che sorprendenti per un debuttante in uno Slam, sublimato da almeno tre giocate irreall per bellezza e difficoltà tecnica: una volée da dietro la schiena (su una palla break a suo favore), un pallonetto giocato con un dritto di fianco correndo all’indietro e un passante di dritto sulla riga dopo aver salvato due smash, che gli ha regalato il secondo set. Ecco a voi il Mago di Carrara: «Credo di aver giocato alcuni dei miei migliori colpi di sempre, soprattutto la volée è stata magica, mi è anche venuto un po’ da ridere perché se la riprovassi altre dieci volte probabilmente non ci riuscirei. Quindi un po’ di magia e un po’ di fortuna, ma è stato divertente». Il premio, adesso, è uno splendido e imprevedibile incrocio con Djokovic, il numero uno del mondo: «Io e Noie ci conosciamo un po’ perché ci siamo allenati tanto insieme, ma non abbiamo mai giocato contro, sarà la prima volta e per di più in uno Slam. Sicuramente sarò un po’ teso, ma è ciò per cui lavoro sin da bambino, tutti i sacrifici che ho fatto stanno pagando. Quindi cercherò solo di godermela e di fare del mio meglio». Era dal 2006 che due under 20 non approdavano agli ottavi parigini e allora si trattava di Djokovic e di Monfils. Stavolta invece, con la vittoria di Sinner su Ymer, sono della stessa nazione, e sono nostri. Il numero 19 del mondo sterilizza qualche errore di troppo negli scambi prolungati da fondo dopo il dominio del primo set con la solita, feroce lucidità sui punti decisivi, risalendo da 3-5 nel secondo set e annullando una palla cruciale che avrebbe regalato il parziale allo svedese, allungando pericolosamente la contesa. E così, a sette mesi dalla prima volta proprio al Roland Garros, Sinner ritroverà Nadal, affrontato poi anche a Roma e sempre con esito sfavorevole: «Non vedo l’ora di scendere in campo: giocare con Rafa qui non è certo la cosa più semplice ma io proverò comunque a vincere. Lo scorso anno erano i miei primi quarti Slam, lo affrontavo per la prima volta e sul Centrale: troppe cose nuove tutte insieme. Già a Roma ho dimostrato di potermela giocare, ma spero di fare meglio». Nuovo spirito italiano, esaltato pure da Matteo Berrettini, chirurgico nei suoi 23 ace (e nessuna palla break concessa) contro Kwon e definito dal New York Times la guida spirituale del rinascimento azzurro: «Significa che sono vecchio! Scherzi a parte, la cosa importante è che Jannik, Lorenzo ed io siamo figli di progetti seri e importanti che devono ancora compiersi del tutto». Mai tanta Italia, mai tanto giovane (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport) Sinner e Musetti, 38 anni in due, contro Nadal e Djokovic, 38 Slam in due. Con la vittoria di Matteo Berrettini, poi, l’en plein italiano negli ottavi è completo. Non si vedevano così tanti azzurri nella seconda settimana di uno Slam, dal Roland Garros del 1962. Musetti ha aperto la strada battendo Marco Cecchinato nel suo primo incontro in carriera durato più di tre set. Contro il palermitano, semifinalista qui nel 2018, il carrarino ha esaltato, portando la fantasia al potere in un maggio francese mai così latino. Mai così tanto italiano. Perfino i tifosi bleu si arrendono alla ola ritmata per il più giovane dei dieci azzurri in Top 100. AI torneo, Lorenzo lascia in dote due magie destinate a entrare di diritto nelle compilation dei colpi più spettacolari del Roland Garros 2021. E quasi certamente dell’intera stagione. Esegue prima una volée vincente con la racchetta dietro la schiena, senza guardare la pallina, poi un passante sulla riga, sempre no-look, dopo aver recuperato un pallonetto del palermitano. «Ho giocato due dei colpi migliori di tutta la mia carriera – ha ammesso dopo il derby – La volée soprattutto è stata un concentrato di magia e fortuna. Mi è venuto anche da ridere, dopo. Sono sicuro che se la tentassi altre dieci volte, non mi riuscirebbe mai». Cecchinato, che a pendere un derby così non ci sta facilmente, ha sfruttato a suo vantaggio la tensione iniziale di Musetti nel primo set e ha sperato di far valere la maggiore abitudine alle lunghe distanze dopo il quarto. «Sembrava di giocare al fanta-tennis» ha ammesso il siciliano. La sfida di Musetti a Novak Djokovic per certi versi richiama le sensazioni del quarto di finale Nadal-Sinner dello scorso autunno. Un po’ di tensione, ha ammesso l’azzurro, è inevitabile. «Sarò un po’ teso, ma è per questo che lavoro da quando sono piccolo. Cercherò di divertirmi e di dare il massimo». Prove di sorpasso (Daniele Azzolini, Tuttosport) E così, Musettì e Sinnèr sono diventati francesi. Meglio, parigini Ad honorem… Come fu per Guga, in quel 1997 in cui prese a morsi e smorzate Muster. Come successe al Nadal bambino, con la canotta e la zazzera che lo rendevano simile al Mowgly della Disney. Come su scala mondiale è successo a Federer, che governa masse di appassionati come solo Real, Barcellona e Juventus possono permettersi. Musetti piace di più. Perché brillante, e fa cose che i papà degli appassionati odierni vedevano fare a Panattà, un altro dei figli “rubati” all’Italia. Ai suoi tempi.. Musetti ha l’aria ribalda e l’abbronzatura di un giovane marinaio. Ce n’era di gente a vedere il derby nostro, Musetti e Cecchinato di fronte per la prima volta, con in palio la sfida a Djokovic. E lo stadio è venuto giù dagli applausi quando Lorenzo, per il break che l’ha avviato alla conquista del terzo set, s’è inventato una gran rincorsa per recuperare il servizio eseguito da sotto dal Ceck, e sulla ribattuta ha stampato a un palmo dalla riga una volée eseguita con la racchetta dietro la schiena. Un pezzo di bravura e insieme di determinazione (non l’unico, nel match), condito da quel po’ di presunzione che in un ragazzo così giovane è d’obbligo tollerare. Sinnèr anche piace. Ma lo conoscono già da un anno, e la meraviglia per quel gioco compatto, cosi armonico sui colpi base, si è dissolta nell’attenzione alla crescita di un giovane che promette un lungo futuro da Top Ten. Sinner voleva Nadal, è convinto che nessuno meglio di lui possa dargli l’esatto livello del proprio gioco. Ma chissà se Rafa, nonostante le due vittorie che vanta sul ragazzo di montagna, desiderava incontrarlo cosi presto. Ymer non era cosi facile da ammansire. A Lorenzo, Djokovic. A Jannik, ancora Nadal. Forse era proprio questo che voleva il Roland Garros, quando ha sorteggiato i Favolosi per la prima volta tutti dalla stessa parte, e ha cosparso il tabellone di italiani. Tocca ai nostri, ora, fare lo sgambetto almeno a uno di loro. È un compito grande, forse impossibile. Ma il momento di provarci prima o poi doveva arrivare. Hai un messaggio per Djokovic? Lo chiedono a Musetti «Ci siamo allenati assieme in questi giorni, ci siamo conosciuti un po’. Per me, ve lo potete immaginare, è un onore grande sfidarlo. Voglio continuare a godermi queste giornate. Non mi pongo altri problemi. Voglio divertirmi e fare bene». […] La sfida italiana dei tre moschettieri alle leggende del tennis (Paolo Rossi, La Repubblica) La meglio gioventù italiana ha la bellezza di Jannik (20 anni ad agosto), Lorenzo (19 anni) e Matteo (25 anni). I tre nuovi moschettieri del tennis italiano, in un Roland Garros che più dolce non si poteva. Sinner, Musetti e Berrettini hanno guadagnato gli ottavi di finale e hanno scritto una nuova pagina di storia: mai accaduto prima. Ma hanno fatto anche altro, individualmente: il romano Berrettini si è imposto sul coreano Kwon ed è ora l’unico tennista italiano ad aver raggiunto gli ottavi in tutti e quattro gli Slam. L’altoatesino Sinner ha fatto il suo dovere prevalendo sullo svedese Ymer. II toscano Musetti si è esaltato nel derby contro Marco Cecchinato: per lui ottavi al suo primo Slam. Eppure non è tempo di celebrazioni, perché incombono missioni più grandi, che richiedono cuori puri e forti, da gettare oltre l’ostacolo. È la sfida, suggestiva e inedita, di domani: l’Italia contro le leggende di questa Era. Jannik Sinner contro Rafael Nadal, Lorenzo Musetti contro Novak Djokovic, Matteo Berrettini contro Roger Federer. Come finirà a questo punto è secondario. Perché, comunque andrà, questi ragazzi hanno mostrato qualcosa di eccezionale: si sono liberati del tempo. Hanno messo da parte gli errori del passato. Vivono il presente, e per loro non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante. Ora le domande, in inglese, sono ripetitive: `Scusa Jannik, ma tu cosa pensi di Lorenzo?”. E, a seguire: “Lorenzo, in che rapporti sei con Jannik?”. La risposta vincente è di Sinner: «Sentite, ma a parlare dei tennisti italiani qui stiamo un’ora… la faccio breve: siamo ragazzi diversi, e lo dico in positivo, sia geograficamente come crescita che tennisticamente: Berrettini è potenza, Musetti creatività e io vado dritto al sodo, penso a fare i punti». E Berrettini, post vittoria, spiega: «Abbiamo un denominatore comune noi tre: allenatore che ci seguono sin da piccoli. E a tennis sanno giocare tutti: è la parte caratteriale la variabile decisiva». Musetti-Sinner, la giovane Italia brilla a Parigi (La Nazione) Ci sono due teenager italiani agli ottavi di finale del Roland Garros. Lorenzo Musetti e Jannik Sinner hanno strappato applausi a Parigi, dove domani dovranno vedersela contro due mostri sacri: il toscano affronterà Novak Djokovic, l’altoatesino invece dovrà provare a fare abdicare Rafa Nadal, 13 volte Re di Parigi. Gli azzurri stanno stupendo, c’è una «generazione d’oro del tennis italiano», come l’ha definita anche un articolo del New York Times. In attesa della maturità scolastica, Musetti ha superato l’esame per quella tennistica. Ha mostrato nervi saldi e sfoggiato qualche colpo acrobatico già virale sui social (uno dietro la schiena a rete, l’altro con le spalle alla rete da fondo campo) nel derby con Marco Cecchinato, dieci anni più grande, che ha imposto il proprio gioco nel primo e nel terzo set, ma nell’ultimo si è arreso alla lucidità del toscano classe 2002. «E’ stato un concentrato di emozioni non semplice da gestire. Voglio godermi per un po’ questa bella vittoria, poi penserò a come provare a battere Djokovic. Cercherò soprattutto di divertirmi», ha detto Musetti, che mai prima aveva giocato un match da cinque set, ed è il sesto tennista dal 2000 a raggiungere gli ottavi di finale al suo debutto in un Grande Slam. «Giocare contro Novak e Rafa? Difficile, ma si tratta di test importanti, che ci faranno bene», è sicuro Sinner, numero 19 al mondo, 20 anni ancora da compiere. Dopo aver eliminato lo svedese Mikael Ymer in tre set (6-1, 7-5, 6-3) in due ore e ventidue minuti, deve vedersela appunto contro Nadal, che l’anno scorso lo ha sconfitto ai quarti. Lo spagnolo non ha ancora perso un set, anche se a tratti ha sofferto contro il britannico Cameron Norrie (triplo 6-3 finale) per portare il suo bilancio al Roland Garros a 103 vittorie e solo 2 ko dal 2005. ...

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