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Trentaquattro anni fa il primo titolo per Steffi Graf

Accadde a Hilton Head, propaggine costiera della Carolina meridionale a un tiro di schioppo da Savannah, Georgia: allora lì aveva sede la magnifica Family Circle Cup prima del trasloco a Charleston, dove ancora si svolge l’unico torneo dell’élite tennistica sull’ormai estinta terra verde americana. Capitò che Steffi Graf alzasse il primo dei suoi centosette trofei di singolare, quando ancora sarebbe parso un azzardo pronosticarle una carriera da ventidue major comprendenti l’unico golden Slam della storia e trecentosettantasette settimane, record assoluto, of course, sul trono della classifica mondiale. Di belle speranze, ovvio, facciamo pure ottime, ma pur sempre una ragazzina di diciassette anni nemmeno compiuti sfidò in finale la leggenda Chris Evert, la quale, nel corso delle ultime due stagioni scarse, le aveva inflitto sei consecutive batoste senza neppure concederle l’onore di alcun misero set. Il 6-4 7-5 che regalò alla futura signora Agassi il primo titolo della carriera fissò pure il momento in cui i rapporti di forza tra le due rivali si invertirono irrimediabilmente: nei sei duelli che seguirono quell’incontro, Steffi con Evert non perse più. Evert, comunque elegante per quanto forse ancora inconsapevole di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco nella storia del tennis femminile, nel corso della premiazione gratificò la ragazzina con parole al miele: “Sei brava, sono contenta che tu abbia vinto il primo titolo. Avrei solo preferito non essere io la vittima“. Considerati i tre anni successivi vissuti da Steffi, la sua sconfitta non fu poi così clamorosa, occorre dire. ...

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