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Wimbledon: Federer fa arrossire Berrettini e gli lascia solo cinque game

[2] R. Federer b. [17] M. Berrettini 6-1 6-2 6-2 (da Londra, il nostro inviato) Un giorno, magari più vicino di quanto si possa immaginare, Matteo Berrettini lotterà fino in fondo per vincere i Championship’s o un altro Slam. E allora, l’esperienza di questa partita sarà stata determinante nel suo percorso di crescita. “E’ stato un mix tra il campo e Federer. Lui ti toglie sempre il tempo, anche quando rallenta ti toglie il tempo. Quando spingi ti torna più veloce. Stiamo parlando del più forte di sempre” Oggi Roger Federer però è sembrato di un altro pianeta, intoccabile al servizio e determinato e pungente in risposta. E Matteo ha pagato per intero lo scotto del noviziato a questi livelli. “Se non sentissi l’emozione di giocare sul CentreCourt contro il più forte di tutti i tempi, non sarei normale”. Matteo lo aveva detto alla vigilia e puntualmente l’emozione di ritrovarsi al di là del net il proprio idolo di infanzia, nonché padrone di casa di questo campo e otto volte campione dei Championship’s, lo ha tradito soprattutto in avvio. D’altra parte Roger Federer oggi ha giocato l’ottantanovesima partita su questo campo (solo 9 le sconfitte: le due finali contro Djokovic 2014 e 2015, quella storica contro Nadal nel 2008, la semifinale con Raonic del 2016, il secondo turno shock con Stakhovsky nel 2013, i quarti con Tsonga 2011, Berdych 2010 e Henman 2001 e il primo turno con Ancic nel 2002), centrando il diciassettesimo quarto di finale ai Championship’s, il cinquantacinquesimo in un major, il più vecchio (o meno giovane…) a riuscirci – a trentasette anni e 340 giorni – dai tempi di Jimmy Connors che vi riuscì nel 1991 agli Us Open a trentanove anni compiuti: numeri da leggenda. “A fine partita mi ha fatto i complimenti per la stagione sull’erba e io gli ho chiesto quant’era per la lezione…ma è una lezione che mi servirà, ne sono certo” LA PARTITA – Il Centre Court non è pienissimo e questa può essere una buona notizia per Matteo per cercare di limitare la tensione della prima volta. Il primo quindici contro il servizio arriva solo al quindicesimo punto nel secondo game di battuta di Matteo: un doppio fallo e una risposta aggressiva di Federer su una prima a 220 km/h dell’azzurro danno il primo break allo svizzero che si invola e non si ferma più. Matteo sembra bloccato dalla tensione (le due volte che prova a cambiare con un rovescio lungolinea lo affonda a mezza rete) e dall’attenzione che Federer – che sembra giocare a ping pong da quanto anticipi ogni colpo – ha messo in campo sin dal primo punto e in 17 minuti il primo set è in archivio (6-1). Nel secondo set Matteo tiene il servizio in apertura e si issa per la prima volta a 30 sul servizio di Federer, ma l’otto volte campione piazza un ace e un diritto vincente. Berrettini è subito nei guai nel terzo gioco, sul 30-30 ha un comodo dritto per passare lo svizzero a rete ma invece di tirargli addosso come un Kyrgios qualunque, ha troppo rispetto per il suo illustre avversario e spara in tribuna. Roger ringrazia e capitalizza con il break del 3-1. Matteo si lamenta della scarsa visibilità e in effetti, sebbene non siano ancora le sei e mezza di sera, la luce non è delle migliori. Matteo Berrettini – Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell’Olivo) Il problema è che con il 38% di prime in campo Matteo non può andare lontano ed infatti anche il secondo set diventa un’esibizione del giovincello rossocrociato che danza per il campo come nei giorni migliori. In due set Berrettini ha raccolto la miseria di 7 punti sul servizio di Federer: in quarantasei minuti il punteggio assume i contorni di una lezione di tennis. 6-1 6-2. Sul Centre Court parte la ola (un modo anche per scaldarsi visto che tira un vento freddo) mentre Berrettini esce dal campo per schiarirsi le idee. Al rientro in campo però siamo punto e da capo: break a 0 suggellato da una fesseria colossale a rete quando Matteo invece di appoggiare una comoda volée prova un tocco da sotto improponibile. La palla break che arriva per Matteo dopo un’ora e tre minuti sul 3-0 pesante per Roger scatena l’applauso scrosciante del Centre Court (dispiaciuto per le dimensioni del punteggio ma soprattutto desideroso di vedere un altro po’di partita) ma Federer ha fretta di andare a cena con moglie e figli. Berrettini evita il bagel tra il tripudio della folla, non la sonora lezione di un’ora e quattordici minuti di Federer il Magnifico: gli servirà. Roger nei quarti affronterà mercoledì Kei Nishikori  con cui ha vinto sette volte su dieci, compresa l’unica volta sull’erba di Halle nel 2014 (ma ha perso l’ultimo precedente nel girone del Masters 2018). IL TABELLONE MASCHILE COMPLETO (con tutti i risultati) ...

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