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Alessandro Terziani non c’è più

Scompare improvvisamente, all’indomani del suo compleanno e del tutto inaspettatamente, a soli 55 anni, Alessandro Terziani, un grande amico mio e di tanti redattori di Ubitennis, un caro collega appassionatissimo di tennis con il quale abbiamo condiviso tante trasferte, tanti Australian Open, Wimbledon, Roland Garros e US Open, spesso dividendo appartamenti, camere, tavoli al ristorante. Alessandro – e non lo dico adesso perché, colpito da un ictus dopo pranzo di venerdì, quando è tornato a casa sentendosi un po’ stanco è purtroppo tragicamente scomparso – era una persona per bene, gentile, simpatica, sempre disponibile. Una grande persona, di grande umanità. Mai l’ho visto litigare con qualcuno. Conosceva molto bene il tennis, lo giocava benino, sacrificava tante delle sue ferie per seguire i tornei. E aveva un gran senso dei pronostici. Per tre anni di fila, a Wimbledon, aveva vinto il concorso dei pronostici messi in palio dalla Rolex (ogni giorno veniva prescelto un match, occorreva indovinare il vincitore, avvicinarsi al punteggio con il numero dei set, e alla durata della partita). Vi partecipavano centinaia di giornalisti. Finchè la Rolex decise di smettere: vinceva sempre lui! Di golfini di cashmere con il logo Rolex ne aveva vinti per tutta la famiglia. Aretino d.o.c era capace di svegliarsi in mezzo alla notte in Australia per collegarsi a una radio che trasmetteva le partite dell’Arezzo. Per anni aveva collaborato a Il Tennis Italiano, poi a Matchpoint, e più recentemente era diventato l’anima di TieBreak, rivista telematica che aveva fondato. Diverse volte gli avevo detto: Alessandro ma perché non collabori anche con Ubitennis? E lui: “Perché mi faresti lavorare troppo!” e rideva. Ma non era la risposta di uno che avesse poca voglia di impegnarsi. Anzi, faceva sempre tardi come noi, chiudeva le sale stampa di mezzo mondo come noi, quando non c’era più nessuno. Proprio durante l’ultimo Wimbledon mi aveva detto un giorno una frase molto, molto carina (quelle per le quali val la pena far questo mestiere): “Ubaldo quando siamo sui tornei al mattino la prima cosa che io leggo sempre sono i tuoi editoriali”. La sua non era piaggeria, non aveva nessun bisogno di favori da parte mia. Era stato spontaneo. Come sempre. E io gli avevo ridetto: “Vedrai che prima o poi ti convincerò a collaborare con Ubitennis!” Ma non ho fatto a tempo. Mi mancherà, ci mancherà, tantissimo. E fa naturalmente grande impressione che sia potuto morire così giovane, da un momento all’altro, senza alcun preavviso. Davvero vicende tragiche di questo tipo lasciano sconcertati. La nostra vita è appesa a un filo. Tante volte ci arrabbiamo, ce la prendiamo per un nonnulla, per una stupidaggine. Non vale davvero la pena. Io sono ancora incredulo e vorrei stringermi alla sua famiglia, a sua moglie, a tutti quelli che gli volevano bene e fargli sentire tutto il mio affetto. Davvero mi domando perché il destino possa colpire così a caso, senza una vera ragione. Sono però sicuro che anche da Lassù Alessandro continuerà a seguire il tennis con la stessa passione…e magari troverà anche con chi giocare. Che la terra ti sia lieve Alessandro. Ti vogliamo e ti vorremo sempre bene Ubaldo Chi lo ha conosciuto e volesse ricordarlo nei commenti lo faccia. Li inoltreremo alla sua famiglia cui porgiamo le nostre più sentite condoglianze. ...

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