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ATP Indian Wells: Zverev gestisce in scioltezza la pioggia, il solito Shapovalov cede il passo a Humbert-

[12] A. Zverev b. P. Cachin 6-3 6-1 Già da qualche tempo a questa parte, Alexander Zverev ha mosso decisi passi in avanti nel percorso per ritornare ai livelli che gli competono, dopo la lunga convalescenza per l’infortunio patito nella semifinale del Roland Garros 2021. A testimonianza del periodo di ripresa positivo, c’è la conquista delle recente semifinale nel ‘500’ di Dubai. E così, si è presentato in California fiducioso di poter disputare un grande torneo. Il primo approccio con il Sunshine Double non ha tradito le attese: il tedesco ha liquidato facilmente 6-3 6-1 in appena 1h17′ l’argentino Pedro Cachin (n. 66 ATP) alla sua prima partecipazione assoluta ad un main-draw ‘1000’ e che al primo turno aveva avuto la meglio sul georgiano Nikoloz Basilashvili. Ora per Sascha l’obbiettivo è fin troppo chiaro: sfatare il tabù delle semifinali, dato che nel primo Masters mille dell’anno non hai mai superato i quarti in sette tentativi tra il 2017 e il 2022. La campagna nel deserto continua contro Ruusuvuori. Primo Set: Zverev gestisce in tranquillità, gli unici patemi sono le sospensioni per pioggia L’equilibrio della sfida si rompe nel quinto game, quando sul 2-2 alla prima palla break dell’intero incontro Zverev strappa il servizio all’avversario. Nell’ottavo gioco il tedesco mantiene intatto il vantaggio sventando la prima occasione di strappo a favore di Cachin, issandosi così sul 5-3. Successivamente, dopo che si era già materializzata una breve pausa a causa della pioggia di circa una quindicina di minuti, arriva la sospensione definitiva per via di un nuovo ed intenso scroscio abbattutosi sullo Stadium 2. Si riprende a giocare dopo una lunghissima interruzione, durata la bellezza di 2 ore e 10 minuti. In verità i giocatori erano già rientrati in campo dopo un paio d’ore, ma durante il warm-up le condizioni metereologiche avevano dimostrato di volersi ancora divertire nel ritardare ulteriormente il programma; fortunatamente questa volta ci riescono solo momentaneamente. Visto dunque il tempo ballerino, Alexander appena rimette piede sul terreno di gioco pigia sull’acceleratore e mette in cassaforte il primo set breakkando per la seconda volta, alla terza chance utile per sigillare la frazione: 6-3 dopo 48 minuti. 87% (13/15) di punti vinti con la prima per il n. 14 ATP, ma anche 4 ace e il 60% (9/15) di trasformazione in risposta sulla seconda. Secondo Set: Sascha vedendo il tempo ballerino, alza i giri del motore e domina il resto della partita La rottura dell’argentino è prolungata, perde 12 punti consecutivi tra fine primo set ed inizio secondo e in men che non si dica si ritrova subito sotto 3-0. Sostanzialmente da quando l’incontro è ripartito non c’è stata più la minima parvenza di partita, con sei game di fila portati a casa da Sascha che in realtà sarebbero addirittura sette di seguito considerando quello sul 4-3 prima della sospensione. Pedro riesce quantomeno ad evitare il bagel, ma il 6-1 finale – durato soltanto 29 minuti – è inevitabile. Il finalista dello US Open 2020 chiude il proprio match d’esordio nel torneo con 7 ace scagliati, l’82% (23/28) di realizzazione con la prima, un bottino di 16 winners a fronte di 15 unforced, il 67% (4/6) di trasformazione sulle palle break ed anche la medesima ottima percentuale a livello di efficacia nelle proprie discese a rete: su 15 attacchi frontali, 10 volte ha fatto il punto. Al terzo turno per Zverev ci sarà il finlandese Emil Ruusuvuori che ha sconfitto a sorpresa la tds n. 22 Roberto Bautista Agut per 7-6(5) 6-2. U. Humbert b. [25] D. Shapovalov 7-5 6-4 Era la sfida champagne designata per questa giornata di gare nell’impianto dell’Indian Wells Tennis Garden, quella che gli amanti del “bel giuoco” non potevano perdersi. Ma come era facilmente prevedibile alla vigilia della sfida, un confronto tra due tennisti brillanti e pro-attivi si sarebbe consumato all’insegna della discontinuità di rendimento dato l’enorme coefficiente di difficoltà che viene richiesto dal loro stile a due talentuosi mancini come Ugo Humbert e Denis Shapovalov. A dire il vero, comunque, il primo set ha seguito una certa logica con i servizi abbastanza centrati e il francese abile a distinguersi solamente nello scatto finale. Dopodiché, però, purtroppo si è assistito al solito scempio del canadese, che ha gettato alle ortiche un vantaggio nel secondo di 4-1 con persino due palle per il 5-1 e servizio. Attitudine scostante e priva di qualsiasi disciplina agonistica. Forse una scossa emotiva con un deciso cambio in panchina è ciò che servirebbe al mancino di Tel Aviv: l’amico Polansky non basta più, ci vuole un sergente stile Ivan Il Terribile? Bravo ad approfittarne il buon Ugo, che ha messo in campo la giusta consistenza per andarsi a prendersi i cadeaux dell’avversario. 1h39‘ di sana irreprensibilità mentale per il 24enne di Metz. Nei precedenti prima di oggi, il tennista del Nord America conduceva 3-1 avendo vinto a Lione 2019, Roma 2020 e Madrid 2022. L’unico successo, oltre a quello odierno, il giocatore d’Oltralpe lo aveva conquistato ad Auckland 2020. Primo Set: Shapo fa la partita ma nel male, Humbert va avanti al foto-finish I primi scossoni del match si palesano tra quarto e quinto gioco, dove i due tennisti si scambiano vicendevolmente un break a 15. Sul 3-2 per Shapovalov e con Humbert pronto a servire per l’aggancio, i giocatori vengono mandati negli spogliatoi. Il ritardo per la pioggia ferma tutto il programma del Day 4 californiano. Alla ripresa della contesa dopo un paio di turni di servizio per assestarsi, si manifestano due break point, uno per parte tuttavia entrambi non vengono concretizzati. Cosi ci si arriva a giocare il parziale al foto-finish, e a spuntarla nell’allungo decisivo è il mancino transalpino che nell’undicesimo game breakka alla seconda opportunità per poi chiudere qualche minuto dopo con l’ausilio della battuta. I numeri della frazione inaugurale della sfida ci dicono come nel bene e nel male, sia Denis a condurre le dinamiche dell’incontro: finora però il suo rendimento nei momenti cruciali è stato deficitario, ha scagliato sì 6 ace ma allo stesso tempo 9 doppi falli; ha fatto registrare 12 vincenti, i quali però sono stati depotenziati nel loro possibile effetto dal doppio degli errori (22). Secondo Set: Il canadese prende il largo, poi si spegne fragorosamente quando il terzo set era ormai ad un passo Nella seconda frazione, il primo a guadagnarsi chances di break è Ugo sul 2-1 in suo favore ma il primo a strappare è il canadese che nel game successivo vince il suo secondo turno di risposta nel match. Shapo appare un treno non frenabile, confermando rapidamente il vantaggio e portandosi sul 4-1. La pietra tombale è apparecchiata sulla racchetta del funambolico n. 30 del mondo, che tuttavia tiene in vita il rivale mancando due ghiotte occasioni per il 5-1 e servizio. Ed ecco che qui incredibilmente, ma non sorprendentemente conoscendo i leggendari alti e bassi del nativo di Tel Aviv, un terzo set che sembrava oramai solo una formalità non si materializza più. Humbert con solidità si arrampica verso la rimonta facendo buon uso dei soliti regaloni di Shiupovalov. Denis assume un atteggiamento non professionale nel frangente conclusivo della sfida, per certi quasi irritante vedendo come spreca il talento di cui dispone: continua a commettere una caterva di doppi falli (saranno 14 a fine match) e si lascia completamente andare. Addirittura non si siede neppure più durante i cambi di campo, ormai è già sotto la doccia. Dal 4-1 con doppia opportunità mancata per il 5-1, perde i restanti 5 giochi. Il 77 del ranking ringrazia e approda al round successivo dove attendo il vincente fra Andrey Rublev (tds n. 6) e Jiri Lehecka. La 25esima testa di serie del torneo chiude la propria performance con la “bellezza” di 29 errori, ed un bilancio complessivo che recita -8 (21 i vincenti); al contrario il suo avversario fa da contro altare con un bottino in perfetta parità: 12 winners e altrettanti gratuiti. [13] K. Khachanov b. O. Otte 6-3 6-3 Timbro all’ingresso in ufficio per un’ordinaria amministrazione: si può riassumere così il debutto nel torneo del tredicesimo favorito alla vittoria finale Karen Khachanov. Il russo ha rifilato un duplice 6-3 in poco più di un’ora e un quarto all’erbivoro Oscar Otte, perché sì il n. 82 ATP smarrisce molte delle sue peculiarità tecniche quando non può esibirsi sull’amato prato. Non a caso l’unico confronto diretto disputatosi sul verde di Halle lo scorso anno, precisamente nei quarti, aveva visto imporsi il teutonico seppur in una sfida estremamente combattuta vinta soltanto in rimonta grazie ai suoi 22 ace. Per il semifinalista degli ultimi due Slam disputati, ai sedicesimi ci sarà il n. 23 del tabellone Alejandro Davidovich Fokina che ha estromesso il cinese Yibing Wu lasciandogli cinque game in tutto il match (6-4 6-1). Primo Set: Otte un pesce fuor d’acqua se non gioca sui prati, Karen fa gara di testa Dopo un’iniziale fase di studio con i primi due game, entrambi decisi ai vantaggi ma tutti e due vinti da chi serviva; Karen mette la freccia nel terzo game. Rischia di sprecare quanto ha conquistato sul finire di set, due palle break cancellate sul 4-3, tuttavia poi con un secondo break chiude i conti della frazione: 6-3 in 39 minuti. 11 vincenti e 7 errori per il n. 15 delle classifiche Secondo Set: Khachanov chiude facilmente i giochi e pareggia gli H2H Il secondo parziale è durato appena un minuto in meno rispetto al primo, 38 minuti. Questa volta il primo allungo il campione di Parigi Bercy 2018 lo mette a referto nel quarto game. A differenza di quanto però successo nel primo set, in questo caso paga a caro prezzo la palla break concessa sul 4-2. Ma alla fine per fortuna di Khachanov si rivela essere solamente un effimero peccato veniale, visto che nell’ottavo game rimette le cose apposto riappropiandosi della testa della sfida per poi mandare tutti negli spogliatoi con un altro 6-3. Il 26enne moscovita si porta così in parità negli scontri diretti. ...

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